Ance Umbria chiama a raccolta tutti i parlamentari della regione per risolvere la questione Quadrilatero dopo la richiesta di ammissione al concordato preventivo richiesta dalla contraente l’appalto della Perugia-Ancona, la Astaldi Spa. Una crisi che, oltre a rallentare ulteriormente la consegna dell’opera, rischia di mettere in ginocchio tante aziende, anche umbre, che lavorano in subappalto.
Il presidente di Ance Umbria, Stefano Pallotta, incontrerà lunedì mattina, nel Palazzo della Provincia, tutti i parlamentari della regione per parlare appunto della grave situazione che stanno affrontando le imprese di costruzione umbre, nonché i fornitori di materiali impegnati nel cantiere della Perugia-Ancona.
Il Progetto Quadrilatero Marche Umbria, ricorano i costruttori della Confindustria – prevede la realizzazione di opere infrastrutturali viarie che consistono nel completamento e adeguamento di due arterie principali (l’asse Foligno-Civitanova Marche e l’asse Perugia-Ancona), oltre ad ulteriori interventi viari. Ma il cantiere della Perugia – Ancona risulta, al momento, di fatto sospeso in quanto l’attuale contraente generale Astaldi Spa ha richiesto l’ammissione alla procedura di concordato preventivo, che comporterà nuovi inevitabili ritardi in merito al completamento dell’opera ma, soprattutto, rischia di produrre eventi catastrofici per l’economia umbra e per le piccole e piccolissime imprese locali che stanno operando nel cantiere in qualità di affidatarie, fornitrici e subappaltatrici.
Inoltre, Ance Umbria evidenzia che nel corso dell’esecuzione dei lavori relativi al maxi lotto Perugia – Ancona sono “saltati”, ovvero entrati in procedure concorsuali ben tre contraenti generali, in sequenza.
“Era stata promessa ricchezza al territorio attraversato dal Progetto Quadrilatero – scrive l’Ance nel suo invito ai parlamentari – non rovine e distruzione!“.
L’Ance ritiene che il completamento dell’opera non possa “passare sulla pelle” delle piccole imprese che hanno lavorato e fornito nel cantiere della Perugia-Ancona e che oggi vengono messe in ginocchio dal concordato preventivo del Contraente Generale Astaldi, dal momento che vantano crediti che, complessivamente, superano i 30 milioni di euro.