La Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo ha emesso questa mattina una sentenza di condanna per l’Italia nel caso promosso dalla statunitense Amanda Knox. La Knox si era appellata all’alta Corte, accusando l’Italia di aver violato il diritto europeo sull’equo processo, quando, studentessa a Perugia, fu imputata per l’omicidio della coinquilina Meredith Kercher.
La Corte di Strasburgo ha riconosciuto dunque la violazione dei diritti della Knox, nel caso specifico nel corso delle primo interrogatorio (6 novembre 2007) con le forze di Polizia.
Nel caso di questo primo interrogatorio l’Italia è stata invece assolta dalla Corte Europea dalle accuse di violenza e vessazione da parte delle forze di polizia nei confronti della Knox, che aveva detto addirittura di essere stata picchiata.
Specificamente le condanne (3 in tutto) riguardano invece il fatto che gli inquirenti non hanno eseguito accertamenti formali sulle accuse di vessazione e violenza formulate dalla Knox nei confronti della Polizia, sul fatto di non aver fornito un legale d’ufficio alla stessa e sulla questione dell’inteprete professionale. Su questo aspetto specifico va chiarito che nel famoso interrogatorio del 6 novembre, un interprete era presente, ma il suo ruolo sarebbe andato oltre il semplice fatto della traduzione arrivando ad influenzare le risposte della Knox.
L’Italia è stata condannata a risarcire Amanda Knox con 10.800 euro, più altri 8mila euro di spese legali.
Maggiori dettagli nel corso della giornata.