E' stato un confronto serrato quello tra i due leader del Psi e dell'Udc, Riccardo Nencini e Pierferdinando Casini, che ha messo sul tavolo le questioni politiche del momento. L'occasione dell'incontro su “Popolari e socialisti per amore dell'Italia” è stata la seconda giornata della Festa nazionale socialista, che si sta svolgendo in questi giorni nel parco dell'Arringatore di Pila, a Perugia.
Le distanze da Vendola– Per quanto riguarda le prossime elezioni politiche e le eventuali alleanze, il presidente Casini è stato molto chiaro sul segretario di Sel, Nichi Vendola. “Abbiamo detto chiaramente che le opinioni di Vendola sono antitetiche alle nostre – ha detto il leader dell'Udc -. Le idee antitetiche di Vendola sono l’idea di smantellare l’articolo 18 riformato dal governo Monti, l’idea di parificare due conviventi dello stesso sesso alle famiglie regolari, le opinioni che ha in materia economica e industriale”.
La sintonia con Nencini-“Credo che Riccardo Nencini stia facendo un lavoro molto serio – ha aggiunto Casini -. Io sono un amico da sempre perché credo che la tradizione del socialismo italiano debba essere valorizzata e abbia ancora molto da dire per il futuro. Il mio auspicio, dunque, è che si possano cercare di vedere i tanti punti che ci uniscono, e ce ne sono tanti”. “In base all’omogeneità dei programmi politici i partiti fanno poi le alleanze – ha detto ancora Casini -, i blocchi di destra e di sinistra, come erano rappresentati nel passato, non vanno da nessuna parte. E poi diciamocelo, cos’hanno Fassina ed Enrico Letta in comune?”.
La legge elettorale-Per quanto riguarda la legge elettorale Riccardo Nencini ha affermato che si potrebbe modificare la legge in un punto “restituire la possibilità agli italiani di scegliere attraverso il voto di preferenza oppure con i micro-collegi elettorali. Il voto di preferenza è la strada maestra”. Secondo Nencini, dunque, la modifica “sarebbe minima e non modificherebbe l’intero impianto della legge”. Per il leader dell'Udc, invece, “bisogna cercare di fare una legge elettorale che sia una risposta al bisogno dei cittadini di scegliere i propri parlamentari. Per me questo è il primo punto: l’italiano vuole scegliere col voto il suo parlamentare”. Infine, Casini ha sottolineato “mi auguro che la legge elettorale si approvi unanimemente, anche con l’appoggio delle opposizioni”.
La trattativa stato mafia, Martelli racconta quei giorni- La seconda giornata della Festa socialista è proseguita, poi, con un argomento tanto mai attuale, quale la trattativa stato-mafia. Un dibattito che ha visto direttamente i protagonisti del momento, che hanno raccontato quei giorni difficili. Un momento cruciale per la storia dell’Italia, che vide modificare i destini del Paese: l’azione giustizialista travolgeva il Parlamento e la Prima Repubblica si disfaceva sotto l’azione di manovre mai chiarite. A parlarne sono stati Claudio Martelli, ex ministro della Giustizia, il giudice Rosario Priore e Mauro del Bue, membro della segreteria nazionale del Psi, moderati dal giornalista dell’Agi Luca Mariani, che hanno dato vita ad una riflessione che ha offerto spunti di analisi su un capitolo della vita politica e della storia d’Italia ancora da scrivere. Claudio Martelli ha ricordato quei giorni, raccontando dei veleni, dei sospetti e delle divisioni che accompagnarono l’elezione di Oscar Luigi Scalfaro alla presidenza della Repubblica. “Scalfaro venne eletto presidente della Repubblica dopo l’attentato a Falcone – ha detto l'ex socialista -: fu proprio quell’attentato che accelerò i tempi della sua elezione. La prima volta che lo incontrai mi disse che aveva dubbi sulla costituzionalità del decreto che introdusse il 41bis. Poi si adoperò per sostituire Scotti con Mancino al Viminale. Cercò anche di sostituire me alla Giustizia, e Amato mi propose la Difesa. Io mi impuntai e non se ne fece nulla. L’obiettivo fu però raggiunto sette mesi dopo quando ricevetti un avviso di garanzia per una questione di 13 anni prima, il famoso 'Conto Protezione'”. L’ex Guardasigilli ha aggiunto che “dopo l’elezione di Scalfaro, fui avvicinato da 'ambienti del Quirinale', che mi fecero sapere di non apprezzare le misure introdotte con il 41bis e le norme pentiti perché ritenute dubbie dal punto di vista della costituzionalità”. Proprio quelle norme, che avevano permesso al Pool del giudice Falcone di combattere efficacemente la mafia, venivano messe in discussione e, dopo pochi mesi, il 41bis subì un duro colpo. “Eravamo vicini alla liquidazione non delle mafie – ha concluso Martelli -, ma sicuramente di Cosa Nostra e questo processo venne interrotto”. Secondo il giudice Priore i patti ci furono. “Lo Stato italiano, ai tempi della cosiddetta 'trattativa' – ha detto Priore -, non era nuovo ad accordi segreti con organizzazioni, addirittura terroristiche, come i gruppi più radicali della galassia palestinese. Con il fine di salvaguardare l’interesse nazionale, infatti, il 'Lodo Moro' permise ad organizzazioni come 'Settembre Nero' e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina di utilizzare il nostro Paese come base logistica, a patto di non compiere attentati sul suolo italiano”. Anche del Bue, che ha vissuto da parlamentare il prima e il dopo la strage di Capaci, ha aggiunto un tassello sugli avvenimenti che portarono all’elezione di Oscar Luigi Scalfaro alla presidenza della Repubblica. Del Bue ha raccontato il nervosismo dell’aula durante i giorni delle votazioni e la spaccatura interna alla Dc, con Forlani che non riuscì ad essere eletto per pochi voti a causa dell’azione dei “franchi tiratori” interni al suo stesso partito, mentre, Andreotti caldeggiava la propria candidatura. Del Bue, infine, ha ricordato, a dimostrazione della delicatezza del momento, che furono ritrovate cinque schede in più del numero dei votanti “e così si decise di introdurre il 'catafalco' per garantire la reale segretezza del voto”.
Gli appuntamenti di sabato- La Festa nazionale socialista riprende, poi, sabato 15, alle 11.30, con il dibattitto su “Giovani? In disuso” insieme alla perugina Claudia Bastianelli, segretaria nazionale della Fgs (Federazione giovani socialisti), Luigi Iorio, presidente dell'Assemblea nazionale del Forum dei giovani, Marco Furfaro di Sel, Fausto Raciti, segretario nazionale dei Giovani democratici, Gianluca Sgueo, nominato esperto specialista in comunicazione alla presidenza del Consiglio dei ministri, Gianpiero Zinzi, coordinatore nazionale dei giovani Udc, e Emiliano Belmonte, segretario Fgs Umbria. “La ricetta degli amministratori socialisti per vincere la crisi”, sarà il tema del workshop a cura della Consulta degli amministratori socialisti, che si terrà alle 15, e vedrà intervenire, tra gli altri, il sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchetta. “Il buon governo nasce dai territori”, invece, è il titolo della tavola rotonda delle 17, che vedrà protagonisti, tra gli altri, Silvano Rometti, membro della segreteria nazionale del Psi. Alle 18.30, dibattito su “Le bilance della giustizia penale”, mentre, alle 19.30, con Bobo Craxi, Tiziana Parenti, avvocato ed ex magistrato di Mani pulite, ed Enzo Carrara, si parlerà di “Italia a sovranità dimezzata? Dalle ombre di ieri alla crisi di oggi, i rischi per la democrazia”. A chiudere si terrà, alle 21, un confronto su “Merito offresi, opportunità cercasi, povertà incombe”.