(Jac. Bru.) – A pochissimi giorni dalla notizia dell’interessamento della Corte dei Conti sulle vicende della Casina dell’Ippocastano, con tanto di acquisizione di documenti da parte della Guardia di Finanza, il Comune di Spoleto mette a punto un nuovo bando per la gestione. Lo storico locale, chiuso ormai da due anni, ha vissuto mesi quantomeno turbolenti: dall’esposto che i consiglieri di opposizione presentarono in marzo (leggi qui) ai lavori di qualificazione per 45 mila euro deliberati dall’amministrazione (qui), fino al primo bando per la locazione commerciale andato deserto (qui).
Similitudini – Ora, la Casina torna sul mercato, e i soggetti interessati dovranno presentare la propria offerta entro il 19 novembre 2012. Ma il rischio è che come nel primo bando, chiusosi in luglio, la busta rimanga vuota. Il nuovo progetto appare infatti, ad una prima lettura, piuttosto simile al precedente: stesso importo a base di gara (13.200 euro), stessa durata del contratto di locazione, 6 anni. Rimangono anche i vincoli, per l’aggiudicatario, di destinare il locale a pubblico esercizio per la somministrazione di alimenti e bevande, di provvedere a sue spese a rendere i locali idonei allo svolgimento di tale attività e di dotarli di attrezzature conformi alle vigenti normative in materia.
Differenze – Tuttavia, qualche differenza c’è. Già, perché questo secondo bando non sembrerebbe più obbligare il futuro gestore a mettere a punto un programma di eventi ed iniziative culturali a proprie spese per tutti e sei gli anni. Il primo da presentare già in sede di offerta, gli altri cinque da far pervenire in Comune il primo gennaio di ogni anno. Basterà attendere il 19 novembre, a questo punto, per capire se era stata solo questa condizione a scoraggiare qualsiasi interessamento al locale durante l'estate.
Investimento “antiremunerativo” – Stando alle parole rilasciate a Tuttoggi.info dal presidente Ascom Andrea Tattini all’indomani della scadenza del primo bando, non basterà l’eliminazione del vincolo sugli eventi a far tornare appetibile la Casina. I problemi che Tattini individuava, infatti, erano di altra natura. “Così come è stato predisposto quel bando è antiremunerativo”, disse secco. “Dentro la struttura non c’è nulla, servirebbero tanti soldi solo per rimettere in sesto cucina e bar. Senza contare – aggiunse – che non è previsto un adeguato spazio di pertinenza esterno dove disporre tavoli durante l’estate. Quindi, oltre al canone di affitto, l’eventuale gestore dovrebbe pagare anche l’occupazione di suolo pubblico”.
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