Dopo le perplessità, le polemiche e l’ironia sui social, il caso delle “strane” abitazioni in costruzione in via Pierluigi da Palestrina, zona ‘Aldo Moro’ (Gubbio), è approdato in Consiglio comunale.
L’interrogazione di Angelo Baldinelli (Gruppo misto), sollecitata anche da alcuni residenti, è scaturita in primis dall’evidente “contrasto” delle moderne case in costruzione con il contesto immobiliare circostante. “Siamo in una zona dove per anni si sono costruite abitazioni a due piani, la maggior parte con il mattoncino a vista. Quindi, almeno per quello che vediamo io e gli eugubini, siamo di fronte ad una specie di novità nella conformazione urbanistica della nostra città”.
“Ovviamente non è in discussione la regolarità di quello che è stato fatto ma occorre chiarezza per capire cosa si può fare o non fare in determinate aree. Quali norme urbanistiche sono state adottate per autorizzare a costruire un’abitazione assolutamente in contrasto con l’estetica e la bellezza degli edifici presenti da anni? Se un norvegese volesse il tetto a punta di legno potrebbe averlo anche in questa zona residenziale di Gubbio?”.
La risposta ai dubbi di Baldinelli e dei residenti è arrivata direttamente dall’assessore all’Urbanistica Alessia Tasso, che ha ricordato come “l’attivazione di questa precisa area sia passata all’unanimità in Consiglio comunale e in Commissione per ben due volte, durante i quali sono stati mostrati elaborati, progetto planivolumetrico, schema di convenzione e tutto quello che riguardava la lottizzazione. Non si tratta del permesso di costruire di un cittadino isolato, che magari può avere un gusto più o meno stravagante, ma di un programma urbanistico di iniziativa pubblica che dà titolo a poter realizzare le abitazioni”.
L’assessore ha poi aggiunto come ci sia stata anche una fase di pubblicità, “dove tutti i cittadini, in particolare quelli della zona, avrebbero potuto esprimere rimostranze e non da bar, formalizzando tutte le perplessità su questo intervento e delle quali il Comune sarebbe stato obbligato a tenerne conto“. La Tasso ha poi letto in aula le parole verbalizzate dell’ex consigliere Stefano Pascolini (agente immobiliare), durante l’approvazione definitiva: “Un’ottima lottizzazione che va incontro ai cittadini e che va a sanare gli errori, recuperando la zona che era stata negli anni abbandonata”.
Sulle valutazioni estetiche degli immobili in costruzione l’assessore si è astenuto da qualunque parere, “anche perché – ha detto – non sono assolutamente in grado di dire se quelle abitazioni sono fuori contesto, belle o brutte. A me importa che sia tutto regolare e che siano state realizzate con regolare titolo. Va pure detto che oltre ai permessi, abbiamo pure, essendo questa una zona sottoposta a vincolo, il parere positivo della Soprintendenza sul progetto. Quindi io come amministratore e come cittadino mi sento tutelata e serena, poi se quelle abitazioni sono brutte o meno lo deciderà il mercato e chi deciderà eventualmente di acquistarle per andarci a vivere”.
Baldinelli ha voluto chiarimenti anche sul possibile abbattimento delle piante sul marciapiede, “anch’esso ristretto di recente. Almeno uno di questi alberi è stato sicuramente tagliato di recente“. “In una prima proposta progettuale – ha risposto Tasso – era stato richiesto di poterli abbattere tutti ma non sarà fatto. I soli alberi che devono essere abbattuti sono quelli che si trovano proprio di fronte all’ingresso dell’abitazione. Comunque sia anche in questi casi c’è il vincolo ambientale, quindi la Soprintendenza ha rilasciato parere positivo e l’abbattimento di alberi è consentito, a patto però che ci siano delle nuove delle nuove piantumazioni“
“Io non sono contrario alle novità – ha concluso il consigliere del Gruppo misto – ma in molte città quando scelgono di costruire diversamente lo fanno in determinate zone, come quella di Fontevole a Gubbio ad esempio. Per quello che ho capito ora basta ora un’autorizzazione a costruire in zone della città dove uno costruisce come vuole. A me una ‘città Arlecchino’ non piace! L’impatto visivo per me non è bello. Preferisco che ogni amministrazione individui zone della città dove venga attuata una scelta architettonica innovativa, per mantenere una certa uniformità nella costruzione delle abitazioni residenziali”.