Infuria la polemica dopo la pubblicazione, da parte del Comune tifernate, della graduatoria provvisoria per l’assegnazione degli alloggi di Edilizia residenziale pubblica (o case popolari) a Città di Castello.
Tra le 132 domande ammissibili, consultabili nell’Albo Pretorio del sito web dell’Ente altotiberino dallo scorso 29 maggio, compaiono infatti solo 21 umbri e 26 italiani da fuori regione.
Gli altri 85, quasi il 65% del totale, sono stranieri provenienti soprattutto dal Maghreb (Marocco, Algeria e Tunisia) e dai Balcani (Albania e Romania). La graduatoria, inoltre, parla chiaro: nei primi 30 posti figurano ben 24 forestieri mentre nei primi 9 spiccano solo nordafricani. Sulle 15 strutture disponibili, dunque, solo 2 potranno essere affidate ad altrettanti italiani.
Il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Enea Paladino, a proposito di queste “curiose” statistiche ha voluto dire la sua: “La nostra politica è sempre stata chiara: prima gli italiani. La sinistra di governo, che ha sempre cavalcato l’onda del buonismo e della presunta tolleranza, è la prima responsabile di questa situazione di allarme sociale, oramai difficilmente gestibile. Si rifletta sul fatto che 45 italiani abbiano il diritto ad ottenere alloggi di edilizia residenziale pubblica, ma che solo 2 potranno beneficiarne. Tutto ciò, a mio avviso è una grave e intollerabile discriminazione nei confronti dei nostri concittadini“.
Anche il Capogruppo tifernate del medesimo partito, Sandro Busatti, si allinea al pensiero di Paladino: “Pretenderò chiarimenti in proposito nel primo Consiglio comunale utile, intanto chiedo che siano subito rivisti i parametri e criteri, di competenza comunale, per l’assegnazione degli alloggi popolari“.
L’ex Consigliere regionale Gianluca Cirignoni coglie invece l’occasione per ricordare la sua proposta di inserire il requisito di “almeno 5 anni di residenza in regione” per accedere alle case popolari, prima inserita in legge ma poi abrogata “grazie” al governo Monti.