Si aprirà il 25 giugno davanti al giudice Luciano Padula il processo relativo al crollo delle case popolari di via dell’Ospedale a Norcia in seguito al terremoto del 30 ottobre 2016. Tre gli imputati: un dirigente dell’Ater Umbria e due responsabili di una società di costruzioni privata responsabili dei lavori di realizzazione delle palazzine di edilizia residenziale pubblica, edificati all’indomani del terremoto del 1979.
A tutti vengono contestati il crollo di costruzioni ed il danno colposo per le modalità costruttive delle case popolari in questione, che non sarebbero state rispondenti alle normative edilizie allora vigenti (la legge 64 del 1974 su Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche ed il decreto ministeriale del 1975 sulle norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche). In sostanza sono accusati di imprudenza, negligenza, imperizia e non avrebbero tenuto conto, nella realizzazione della fodera esterna degli edifici, dell’elevato indice di deformabilità longitudinale della struttura e delle caratteristiche sismiche della zona, realizzandola senza adeguati presidi e collegamenti sia alla fodera interna che alle strutture portanti. Proprio le scelte progettuali e le modalità costruttive secondo l’accusa avrebbero provocato, in occasione del sisma del 2016, il crollo della fodera esterna degli edifici, con i laterizi che la componevano che hanno invaso lo spazio antistante alle palazzine, con pericolo per la pubblica incolumità.
Giovedì mattina gli imputati (difesi dagli avvocati Filippo Teglia, David Zaganelli, Cesare Gai e Silvia Saba) sono comparsi davanti al collegio penale del tribunale di Spoleto – Magrini Alunno presidente, Cercola e Marini a latere – che però non ha potuto far altro che accogliere un’eccezione preliminare della difesa sull’attribuzione della causa. Trattandosi di reati colposi, infatti, la competenza non è del collegio ma del giudice monocratico. Si tornerà quindi in aula, questa volta davanti al giudice Padula, quindi, il 25 giugno.
Nel processo si sono già costituiti parte civile 7 cittadini che abitavano negli appartamenti poi inagibili.
Non è l’unica inchiesta giudiziaria che la Procura di Spoleto ha avviato in seguito al terremoto di due anni e mezzo fa per il crollo di edifici. Ce n’è infatti anche un’altra relativa al crollo dell’edificio antistante Porta Romana che ospitava il Coc e vari sfollati dopo il primo sisma del 24 agosto 2016, reso inagibile dalla successiva scossa del 30 ottobre.