Salute & Benessere

Cascia, Rsa dopo mesi ancora inutilizzata | Funziona solo la riabilitazione

Inaugurata in pompa magna, con tanto di concerto-spettacolo di solidarietà, a settembre 2018, dopo quasi un anno è ancora inutilizzata la struttura sanitaria di Cascia, salvo la riabilitazione. A denunciarlo è il consigliere regionale della Lega Valerio Mancini, che in questi giorni ha effettuato un sopralluogo nella struttura.


Cascia, riapre la riabilitazione ospedaliera e la Rsa


Se, infatti, la riabilitazione è perfettamente funzionante, lo stesso non è per la Rsa (residenza sanitaria assistita), che non ha mai aperto i battenti, così come per altri spazi e strumentazioni.

 “Pochi giorni fa mi sono recato di persona presso la struttura sanitaria Usl Umbria 2 di riabilitazione e Rsa di Cascia – spiega Mancini -. A fronte del reparto di riabilitazione perfettamente funzionante, con personale medico-sanitario altamente qualificato, l’Rsa, nonostante sia munito di ottima strumentazione e spazi idonei, è ancora oggi inutilizzato. Stesso discorso per la radiologia e per la cucina: a quanto sembra stiamo pagando due cuochi che non possono lavorare, ma facciamo arrivare il cibo da Spoleto e ciò appare paradossale”.

“Sono stati presi in giro i cittadini – incalza il consigliere leghista – promettendo l’apertura di una residenza sanitaria assistita e arrivando ad inaugurare qualcosa che non è stato mai utilizzato pienamente fino ad oggi.  Non bastava il terremoto a complicare la vita ai cittadini della Valnerina, ancora una volta presi in giro dalla sinistra e privi di un presidio ospedaliero degno di tale nome”.

Mancini ricorda che “per realizzare il presidio ospedaliero sono state utilizzate anche risorse provenienti dalle donazioni effettuate da alcune Fondazioni. Inoltre, nella conferenza stampa di inaugurazione, l’ex direttore dell’Usl Umbria 2, Imolo Fiaschini dichiarò che il canone di locazione del complesso ammonta a 156mila euro annui. Vuol dire che si spendono circa 13mila euro al mese di soldi pubblici per utilizzare una struttura che non è mai entrata in funzione e di cui ancora oggi non si conosce il destino. Un altro motivo in più per il quale il piano sanitario recentemente presentato in pompa magna da Paparelli necessita già ancora prima di essere votato di una profonda rivisitazione. Tutto questo al fine di avere una sanità pubblica vicino a tutti i cittadini specialmente quella dei territori più svantaggiati rispetto ad altri”.