La Cascata delle Marmore è stata aperta, ma con un ritardo di circa mezzora. È stato solo il primo di una serie e ovvi problemi che i dipendenti comunali dirottati alla gestione del sito hanno dovuto affrontare nella giornata di oggi; la prima senza i lavoratori di “Marmore Falls 165” che non ha partecipato al bando di concessione perché ha ravvisato “profili di illegittimità” nello stesso bando.
Bagni chiusi, senza luce, area camper senza ticket, biglietteria nel caos, sentieri chiusi, turisti disorientati. Questo il bollettino di una giornata campale che certo non è stata un bello spot per il più importante sito naturalistico della regione.
Dopo la conferenza stampa di ieri, convocata dai lavoratori dell’Ati che rischiano il posto di lavoro, nella mattina di oggi è stato il M5S ad intervenire sulla vicenda.
“Terni sarebbe la città più ricca del Centro Italia, ma ancora non lo sa. Infatti, a prescindere dal colore politico, la Regione Umbria e il Comune di Terni proseguono col solito asservimento alle grandi corporation dell’energia che decidono vita e morte delle Marmore, un’autentica politica di rapina fin qui assentita dagli stessi eletti ternani in Comune e in Regione.
E’ una sudditanza non solo culturale, con gravi conseguenze per Terni: solo negli ultimi 15 anni, sono stati sottratti alla città decine e decine di milioni di euro di canoni incassati dalla Regione e mai restituiti a Terni” – queste le parole del consigliere regionale Andrea Liberati, che poi affonda: “Per parte sua, il Comune, anziché affondare nelle consuete beghe di cortile, dovrebbe aprire vertenze politiche e giudiziarie di alto livello, sia contro la Regione Umbria che contro il concessionario idroelettrico. Inoltre, seguendo i migliori modelli del Nord Italia, bisogna fare in modo che le nostre aziende pubbliche costruiscano le condizioni per partecipare -e vincere- le future gare per le concessioni: dobbiamo puntare alla ‘reconquista’ delle centrali, vivendo di rendita idroelettrica e, dunque, di enormi investimenti per il sito e per la città. E’ invece assurdo che, ancora nel 2019, la multinazionale di turno, grazie alla subordinazione degli Enti Locali e a regolamenti del tutto illegali, si permetta di stabilire se e quando aprire la Cascata, come fosse cosa propria. Tutto questo pregiudica la valorizzazione del sito che, se adeguatamente rilanciato con servizi di qualità, attrazioni e attività ricreative, potrebbe generare non decine, ma centinaia di posti di lavoro aggiuntivi, sia direttamente che nell’indotto del turismo”.
Thomas De Luca (pres. Comm. di garanzia e controllo, Comune Terni) che solleva altre questioni rilevanti: “Invierò una richiesta al Segretario generale. Vogliamo sapere se, tra coloro che hanno partecipato alla redazione del bando, ci siano soggetti in potenziale conflitto d’interesse, con incarichi ricoperti in aziende private o dipendenti pubblici sotto processo nell’Operazione Spada. Una volta concluse le operazioni di gara avvieremo un’istruttoria per verificare bando, capitolato e modalità di pubblicazione.
Non possono essere infatti i cavalli a guidare la carrozza, ma il cocchiere: la politica non può menar il can per l’aia. Il nostro primo obiettivo resta quello di tutelare i lavoratori. Ormai la frittata è fatta, ma è indubbio che si stia procedendo nelle medesime modalità della precedente amministrazione: bandi pubblicati pochi giorni prima della scadenza, capitolati che non tutelano in alcun modo lavoratori e interesse pubblico: stando alle indiscrezioni di stampa, sarebbe grave se, per la gestione di un sito naturalistico e turistico di tale rilevanza non solo nazionale, avesse partecipato un solo offerente”.
Stefano Lucidi (senatore M5S) porterà la questione in Parlamento: “Metteremo in campo iniziative parlamentari volte a superare l’attuale regime orario della Cascata, pure tramite interrogazioni. L’assetto idrografico e idroelettrico deve essere rivisto nel senso della valorizzazione di un bene necessariamente comune: proprio il contrario di quanto fatto finora. Le cose cambieranno!”
Luca Simonetti (capogruppo M5S Comune Terni): “Non è più tollerabile che, mentre questa città cade a pezzi, ci sia chi guadagna mediamente € 17.000 ogni ora, sfruttando senza limiti anche la nostra Cascata, tenendola chiusa, senza consentire alla nostra comunità il giusto ristoro economico. Questo tema va affrontato con determinazione: non permetteremo al Sindaco e alla Giunta di fare i pesci in barile, cincischiando di fronte alle legittime richieste del nostro territorio. La Cascata delle Marmore non può più essere la cassaforte di pochi: qui si gioca il futuro della nostra Terni e su questo fronte si misurerà la reale volontà di cambiamento della classe politica ternana. Sul piano culturale, presto presenteremo un atto per fare in modo che il Comune di Terni attivi un gemellaggio con le città di Niagara Falls del Canada e degli Stati Uniti”.
Claudio Fiorelli (consigliere M5S Comune Terni): “Bisogna che il Comune riconosca i gravi danni anche materiali che l’idroelettrico sta generando su Piediluco, con molteplici perizie che hanno già certificato le responsabilità dei concessionari nell’ipersfruttamento del Lago. Regione e Comune devono dunque non solo classificare Piediluco come ‘area di frana’, ma devono anche smettere di far utilizzare lo specchio d’acqua come bacino di carico, alle spalle dei residenti, delle famiglie e delle imprese locali”.