Una forzatura, un aggiramento, in sostanza, delle normative vigenti in materia urbanistica, interpretando erroneamente le disposizioni emergenziali post terremoto del 2016. Sarebbero queste le contestazioni che la Procura della Repubblica di Spoleto muove al sindaco di Norcia Nicola Alemanno, al presidente della Pro loco Venanzo Santucci e all’ingegner Riccardo Tacconi (direttore dei lavori) per la realizzazione di “Casa Ancarano”.
I tre sono stati infatti raggiunti nelle ultime ore da un avviso di garanzia per via della struttura in corso di realizzazione (a cui sono stati apposti i sigilli) nella frazione di Ancarano. Una struttura che servirà alla popolazione del piccolo centro e delle località limitrofe come spazio aggregativo ma soprattutto in caso di nuove emergenze sismiche.
Per realizzare il centro polivalente – reso possibile da tante donazioni, tra cui quelle della comunità di Laives, nel Trentino, e per cui si è speso anche il calciatore Antonio Candreva (pronto a finanziare un campo di calcio accanto alla struttura) – si sono utilizzate le normative previste dallo stato di emergenza, tuttora vigente per il territorio interessato dalla crisi sismica iniziata il 24 agosto 2016.
Le stesse normative che hanno permesso la realizzazione di altre strutture emergenziali, come casette per gli sfollati, scuole, edifici di culto, bypassando permessi ed autorizzazioni altrimenti necessari, o per lo meno una parte di essi. Con una differenza: “Casa Ancarano” non serve per ospitare chi attualmente è senza una casa, ma vuole essere soprattutto una struttura utile ad affrontare eventuali future emergenze. E visti i suoi fini, secondo l’ipotesi della Procura – che è stata poi avallata dal giudice per le indagini preliminari di Spoleto che ha disposto il sequestro del cantiere – non si sarebbero dovute applicare le procedure straordinarie, ma quelle ordinarie. Solo il prosieguo dell’inchiesta permetterà di capire se quanto è stato fatto era legale oppure no.
L’indagine in corso fa parte dell’attività portata avanti dalla Procura spoletina – ed in particolare dai pm Gennaro Iannarone e Patrizia Mattei – relativa ai controlli sul post sisma del 2016 in particolare in Valnerina. Inchiesta che ha portato nei mesi scorsi ad accertamenti e sequestri su alcuni edifici crollati a seguito del terremoto, come la struttura di Porta Romana che ospitava il Coc dal 24 agosto al 30 ottobre (qui l’articolo in cui Tuttoggi.info dava in anteprima la notizia) e le case popolari di via dell’Ospedale. Non sarebbero gli unici immobili sotto la lente dei magistrati, che si stanno avvalendo di consulenti tecnici per valutare eventuali ipotesi di reato.
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Nel mirino della magistratura però ci sarebbe l’ordinanza comunale 762 del 1 agosto 2017 a firma del sindaco Nicola Alemanno con oggetto “Installazione di una struttura polivalente temporanea di Protezione Civile e Presidio di Sicurezza donata da parte della PRO-LOCO di ANCARANO”, che costituisce anche titolo abilitativo all’esecuzione delle opere. Un atto che bypassa, appellandosi alle ordinanze del capo dipartimento della protezione civile (OCDPC) relative a “strutture temporanee per assicurare la continuità dei servizi pubblici e del culto”, le normative urbanistiche ordinarie, compresi vincoli ambientali (l’area ricade all’interno del Parco nazionale dei monti Sibillini e dei siti Natura 2000).
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Ma quello che soprattutto gli inquirenti contesterebbero è l’applicazione dell’ordinanza di protezione civile numero 394/2016, che parla di strutture temporanee ad usi pubblici, specificando: “municipi, scuole, sedi delle forze dell’ordine, strutture sanitarie, nonché luoghi di culto”. E che quindi non sarebbe riferibile allo stabile temporaneo in corso di realizzazione ad Ancarano di Norcia.
Nel mirino, quindi, per il Comune di Norcia, è finito – proprio per l’ordinanza di cui sopra – soltanto il primo cittadino e nessun altro della sua Giunta, come conferma lo stesso Nicola Alemanno. Il quale spiega che gli viene contestato l’atto a sua firma, che sarebbe “una mia ‘interpretazione’ dell’ordinanza 394/2016 CDPC“. “Secondo il pm – spiega il sindaco – quella struttura doveva essere autorizzata in ordinario”. Ma Alemanno ricorda anche come nelle riunioni del Comitato istituzionale dell’Umbria (l’organismo che coinvolge i vari enti e guidato dalla presidente della Regione Catiuscia Marini) e nella Cabina di regia nazionale “si è deciso di utilizzare i fondi degli sms degli italiani per queste strutture. Questa è l’Italia. Ma sono certo che tutto si chiarirà presto. Dobbiamo continuare ad avere fiducia!“. Per questo il primo cittadino nursino ha intenzione di chiedere di essere sentito al più presto dagli inquirenti.
A dare manforte al sindaco Alemanno ed a quanto fatto dalla Pro loco di Ancarano è la presidente della Giunta regionale, nonché vice commissario straordinario per la ricostruzione, Catiuscia Marini. In un lungo post su Facebook, si dice “davvero esterrefatta“. “Sono 16 mesi – scrive – che i Sindaci, i funzionari comunali e regionali, tanti dipendenti pubblici stanno gestendo quest’anno difficile di fase emergenziale. Ci sono state oltre 70.000 scosse sismiche in questi mesi, di cui ben 7 superiore al 5 grado di magnitudo e ben 1000 tra 4 e 5. La popolazione di Ancarano è stata ricoverata per alcune settimane in una struttura precaria con bagni igienici esterni. Ora grazie ad una donazione di privati si sta realizzando una struttura che serve ancora alla fase emergenziale della vita di comunità”.
Dalla presidente arriva anche la solidarietà nei confronti delle altre due persone raggiunte da avviso di garanzia: il presidente della Pro loco di Ancarano, Venanzo Santucci, “una persona perbene che si è data da fare dal primo giorno del sisma per la sua comunità“, ed il direttore dei lavori, l’ingegner Tacconi. A loro anche “la richiesta di non smettere di credere alla generosità e all’impegno civico“.
La relazione illustrativa, a firma dell’ing. Tacconi, spiega che il sito, di proprietà della Pro loco, si trova nella frazione di Ancarano – Sant’Angelo, in una posizione baricentrica rispetto ai 4 nuclei che costituiscono la frazione. Prima del terremoto, l’area era attrezzata a parco per bambini e ad area sportiva, data la presenza di campetti sportivi. Scopo dell’intervento è creare una struttura in grado di accogliere la comunità in caso di emergenza sismica, soprattutto negli immediati frangenti successivi il sisma, i quali si è costatato, sono i più critici per la popolazione. Il progetto prevede la realizzazione di un complesso di funzioni di pubblico interesse, predisposto per essere convertito quando necessario in presidio di sicurezza, e altrimenti utilizzato dalla collettività per molteplici funzioni a fine socio – ricreativo – sportivo, sempre legate al periodo di emergenza.
In caso di emergenza sismica l’edificio può assumere una configurazione tale per cui non solo il blocco principale si trasforma in dormitorio, ma anche il bar e il magazzino possono diventare mensa e spazio di aggregazione, mentre la palestra può ospitare altri letti e diventare un secondo dormitorio. In questo caso il blocco spogliatoi verrebbe anch’esso impiegato dalla comunità ivi rifugiata, la quale avrebbe così a disposizione un numero di servizi igienici adeguato alle effettive esigenze.
La Superficie Utile Netta di progetto è di 618.97 mq, inclusi gli spazi esterni porticati. La SUC (superficie utile complessiva), è invece di 675.75 mq. La struttura portante sarà costituita da setti portanti in legno lamellare, copertura in capriate lignee, e tamponature in x-lam, con isolante e finitura in intonaco. L’infisso interno sarà in pvc e quello esterno in alluminio effetto legno. Il manto di copertura sarà costituito da isolamento termico e tegole.