La stazione di Spoleto non riesce a ritrovare la sua identità. Ma sopratutto non riesce ancora ad offrire il minimo dei servizi che una stazione che serve una città di 38mila abitanti oltre a tutto il bacino circostante, compresa la Valnerina, dovrebbe avere come pacchetto minimo per agevolare chi passa per quella stazione, sia un turista, un viaggiatore saltuario o un pendolare, che con il treno va a lavorare.
Dopo aver perso la biglietteria gestita direttamente da FS ed essere poi stata sostituita – non senza un lungo periodo chiusura per il “trasloco” – con la biglietteria gestita da BusItalia, sempre di proprietà di Ferrovie dello Stato, l’ultimo disservizio in ordine di tempo è oggi la mancata possibilità di poter rinnovare la Carta Tuttotreno, utile ai tanti pendolari che si recano al lavoro fuori regione.
La Carta Tuttotreno è un’integrazione dell’abbonamento mensile o annuale ai treni regionali per poter usufruire anche dei mezzi di categoria Intercity e Frecciabianca. La Carta vale per una tratta interregionale e l’integrazione è parzialmente pagata dal pendolare che utilizza il treno e in parte sostenuta dalla regione con contributo economico e che sarà parametrata in base ai “pricipi di equità”, ossia in rapporto al proprio Isee.
Ma la Carta Tuttotreno a Spoleto non si può acquistare perché la nuova biglietteria gestita da Busitalia non è autorizzata a erogare questo tipo di servizio. Alla biglietteria, all’interno della stazione della Città del festival si può dunque rinnovare un abbonamento mensile o annuale ma non si può acquistare l’integrazione a questi legata. Per poter acquistare l’integrazione il pendolare si deve dunque recare presso una delle biglietterie gestite direttamente da Trenitalia e quindi recarsi nelle stazioni più vicine di Terni, Foligno o Perugia
E’ evidente il disagio arrecato ai pendolari che normalmente lavorano fuori dalla propria città proprio negli orari di apertura delle biglietterie. Senza contare, oltre al tempo, anche lo spostamento necessario e a volte l’inefficienza delle biglietterie non di pertinenza territoriale, che arrivano addirittura a sostenere che il Frecciabianca a Spoleto non ferma.
Non si è fatta attendere la reazione dei pendolari, raccolta da Cittadinanzattiva. La sezione umbra del movimento si è rivolta così, subito, con una lettera datata il 30 gennaio all’assessore regionale ai trasporti Giuseppe Chianella e per conoscenza a Busitalia e Trenitalia, portando all’attenzione la questione del disagio e della difficoltà creata ai lavoratori che usufruiscono del treno come mezzo di spostamento, rimarcando quello che sembra essere “un disservizio incomprensibile”.
In primo luogo Cittadinanzattiva si chiede “perché Busitalia che gestisce attualmente la biglietteria di Spoleto non possa erogare il servizio facendo anche già parte del gruppo di Ferrovie dello Stato, esattamente come Trenitalia”. In secondo luogo l’associazione rileva che “sulla sulla base di quanto recita il documento di Trenitalia ‘Tariffa 40/19/Umbria’, l’abbonamento regionale mensile può essere acquistato da tutti i venditori autorizzati anche non FS e l’integrazione all’abbonamento, essendo nominativo così come l’abbonamento, diventa un prodotto dello stesso genere”.
Oltre ad altri rilievi Cittadinanzattiva dichiara che “appare illogico il fatto di aver previsto riduzioni di prezzo della carta per soggetti con reddito basso e poi costringerli a spendere soldi per andare ad acquistarla. Anche l’accessibilità dell’acquisto è una forma di sostegno alle situazioni di difficoltà economica”.
Ora non resta che attendere la replica degli interpellati, con l’augurio che prendere il treno da Spoleto per andare a lavorare diventi presto e finalmente un servizio e non un continuo calvario.