C’è una nuova offerta per la maggioranza delle quote della Cassa di Risparmio di Orvieto. A comunicarlo è la Banca Popolare di Bari in una nota diramata nella tarda serata di mercoledì.
“Si comunica che in data odierna Banca Popolare di Bari S.p.A. in A.S. ha ricevuto – da un gruppo di professionisti composto dai signori Pierangelo Merati, Luigino Rigamonti e Antonio Coeli, quali promotori, tra l’altro assistiti da LBS Advisory & Investments (per i temi di natura strategica e finanziaria) e da Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners (per i temi legali e fiscali) – una offerta non vincolante di acquisto della partecipazione di controllo (pari al 73,57%) nella Cassa di Risparmio di Orvieto”. Questa la stringata nota di Banca Popolare di Bari.
Un anno fa c’era stata un’altra offerta per il pacchetto di maggioranza della CariOrvieto, quella di Sri Group dell’imprenditore Giulio Gallazzi. Con le trattative andate avanti anche nei mesi successivi. Ora, arriva la nuova offerta, sempre non vincolante.
E del futuro della Cassa di Risparmio di Orvieto si era parlato un paio di giorni fa in consiglio regionale. I consiglieri della minoranza, Andrea Fora (Patto civico), Michele Bettarelli, Tommaso Bori, Simona Meloni, Fabio Paparelli e Donatella Porzi (Pd), Vincenzo Bianconi (Misto), Thomas De Luca (M5S) hanno infatti chiesto alla Giunta regionale aggiornamenti circa il futuro della Cassa di Risparmio di Orvieto.
Nell’illustrazione dell’atto, Fora ha ricordato che “la Banca Popolare di Bari, che detiene il controllo della Cassa di Risparmio di Orvieto, sta vivendo una situazione ‘complessa e difficile’ ed è al centro di un’azione di ristrutturazione e rilancio all’attenzione del Parlamento e del MEF e della Banca d’Italia. La Cassa di Risparmio di Orvieto conta circa 300 dipendenti, quasi 50 filiali, oltre 2,5 miliardi di euro tra raccolta ed impieghi e con un sano bilancio. Visti i dati economico-patrimoniali della Cassa di Risparmio di Orvieto, i correntisti non corrono alcun pericolo. Lo stesso si può dire per le migliaia di piccoli risparmiatori dell’Orvietano e della regione che hanno investito in azioni della Banca Popolare di Bari. Per lo sviluppo economico della regione e per le tante imprese e microimprese del territorio l’accesso al credito è fondamentale, perciò è importantissimo che la Regione e le istituzioni locali seguano con attenzione lo sviluppo del futuro della banca affinché possa continuare a rappresentare un riferimento riferimento verso la clientela privata di piccoli risparmiatori e piccole e medie imprese, mantenendo quindi anche in prospettiva gli attuali livelli occupazionali. A prescindere dal futuro asset proprietario della Cassa di Risparmio di Orvieto è dunque necessario vigilare affinché il futuro ‘core business’ della banca orvietana resti quello di banca retail a sostegno del territorio, dei risparmiatori e delle piccole e medie imprese”.
La presidente della Regione Umbria Donatella Tesei ha risposto che “si tratta di questioni di natura privatistica. CariOrvieto ha una forte importanza per la nostra regione. Dal 2013 ad oggi le banche si sono fortificate e riequlibrate dal punto di vista degli impieghi e della raccolta e al tempo stesso è stato tolto ossigeno alle imprese perché sono sparite dall’orizzonte regionale le banche territoriali. Quelle esistenti sono controllate da grandi gruppi. Abbiamo seguito le vie istituzionali nel prestare attenzione alla vicenda, con riservatezza e nei modi che il momento richiedeva. Prima del Covid mi sono incontrata con CariOrvieto e Banca d’Italia. Abbiamo richiesto di essere informati e consultati. Il rapporto con Bankitalia è stato molto proficuo. Guardiamo con interesse allo scorporo di CariOrvieto da Popolare Bari. Ma ciò richiede mezzi finanziari e un piano industriale e un partner forte. L’auspicio è che venga individuato un progetto che restituisca autonomie solidità alla banca, salvaguardando i livelli occupazionali”.