“Non perdete la speranza, perché chi si svuota della speranza riempie il proprio cuore di paura, di terrore, di odio, di buio; è come se spegnesse tutta la luce interiore“. Con queste parole il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha augurato buon Natale ai detenuti, al personale di sorveglianza e a quanti svolgono opera di volontariato nella Casa Circondariale di Capanne (Perugia), sabato 23 dicembre, nel corso della sua visita a questa struttura penitenziaria culminata con la messa celebrata insieme al neo cappellano padre Francesco Bonucci e al cappellano emerito mons. Saulo Scarabattoli, a cui hanno preso parte più di 200 persone. “Non perdete la speranza – ha aggiunto il porporato –, perché, chi perde la speranza, è un paralizzato: non si muove più, non cammina più, non pensa più. Non perdete la speranza perché la luce del mondo è venuta per salvarvi!”.
“C’è una libertà che nessuno può togliervi – ha ricordato Bassetti –, quella della vostra mente, del vostro cuore, dei vostri affetti; la libertà di amare la persona amata, di amare la famiglia, i figli… Pensando alla ricchezza e alla sofferenza dei vostri affetti in questo periodo del Natale, voi, più di altre persone, avete bisogno di non perdere la speranza, perché per i credenti – e non mi rivolgo solo ai cattolici, anche alle persone di altre confessioni – ha fondamento in Dio. Quando le soluzioni umane sembrano impossibili, non perdete la speranza, perché nulla è impossibile a Dio“.
“Il Natale è una impossibilità umana che non è stata impossibile a Dio – ha evidenziato il presule –. Il Natale cristiano è uno scambio di doni. Dio ha reso partecipe l’uomo della sua natura divina e ha preso su di sé la natura umana facendosi così vicino all’uomo e portando come doni la luce, la gioia e la speranza”. Commentando poi il presepe realizzato dai detenuti, il cardinale ha sottolineato come sia una metafora della vita di ciascuno di noi. “Lo avete fatto – ha detto – con tante scale, tanti sali e scendi che rappresentano tutta la fatica della vita. La vita è davvero un sacrificio è una fatica”, perché anche chi non è detenuto “porta dentro di sé i suoi tormenti, i suoi problemi, le sue angosce”.
Il cardinale Bassetti ha raccontato la sua esperienza vissuta il giorno prima (il 22 dicembre) all’aeroporto della base militare di Pratica di Mare, dove ha atteso insieme al ministro dell’Interno Marco Minniti l’arrivo, da Tripoli (Libia), di 162 persone (tra cui diversi minori), individuate dall’UNHCR grazie all’iniziativa del corridoio umanitario rientrante nel quadro degli accordi tra il Governo italiano e la CEI. 120 di queste persone saranno accolte a Natale in alcune Diocesi della Penisola attraverso la rete della Caritas.
L’arrivo in sicurezza di tante persone, soprattutto di donne e bambini, ha commentato il cardinale Bassetti, “è una bella notizia per Natale. Questo corridoio umanitario (tra i primi attivati in Italia e in Europa, n.d.r.), ha permesso a queste persone di arrivare da noi senza essere umiliate, senza essere sfruttate. Grazie a Dio l’umanità va avanti…“, anche se viviamo “in una società di parole, di parole che stordiscono, in una società in cui non c’è più dialogo, non c’è più comunicazione cuore a cuore, dove ognuno è terribilmente solo… Nel nostro mondo non c’è più pace. Abbiamo bisogno di pace, ma la situazione, purtroppo peggiora, anche nel Mediterraneo e ognuno di noi dovrebbe farsi un esame di coscienza”.