Il Procuratore generale Fausto Cardella ha preso possesso questa mattina del suo nuovo incarico a Perugia nel corso della cerimonia ufficiale che si è tenuta davanti alla Corte d’appello presieduta da Mario Vincenzo D’Aprile, Cardella ha prestato giuramento. “E’ un grande onore assumere questo incarico” ha detto il nuovo procuratore generale, prima del lungo applauso dei presenti.
Per Cardella, magistrato siciliano di 65 anni, si tratta di un ritorno. Ha infatti già lavorato anche a Spoleto (Perugia), a Perugia e anche a Terni, dove è stato procuratore capo dal settembre 2007 fino al dicembre 2012. Nella sua carriera, iniziata a Marsala (Trapani), ha lavorato anche a Tortona (Alessandria), in Corte di Cassazione e nella procura distrettuale antimafia di Caltanissetta, dove nel 1992 ha partecipato per circa un anno alle indagini sulle stragi di Capaci e via D’Amelio, assieme ad Ilda Boccassini.
“Un magistrato rigoroso”. “Cardella un magistrato rigoroso e preparatissimo che ha sempre dato prova di saper risolvere qualsiasi problematica, dalla più semplice alla più complessa, in maniera molto costruttiva”, così D’Aprile ha definito il nuovo pg, “Per questo – ha aggiunto – gli do un affettuoso benvenuto a nome del personale, dei magistrati della Corte e di quelli di tutti gli uffici giudicanti del distretto. Mi complimento per questo prestigioso incarico. Le problematiche sono notevoli – ha concluso il presidente della Corte d’appello – e bisogna impegnarsi per ottenere risultati perché alcuni uffici giudiziari non si trovano in condizioni idonee”.
Sostegno e non mero controllo. “I compiti di vigilanza e di controllo possono essere declinati, in attesa delle riforme, in modo da costituire un supporto, un sostegno, da parte dell’Uffici della procura generale – ha spiegato Cardella – nei confronti del lavoro dei magistrati che sono esposti in primo piano, anziché in un modo chiuso e severo di controllo, senza alcuna possibilità di aumentare l’efficienza del sistema”.
Alla stampa. “Saluto la stampa, che ritrovo dopo anni qui a Perugia – ha evidenziato il pg -, e dico loro che nel progetto organizzativo approvato dal Csm c’è un capitoletto dedicato ai rapporti con il mondo dell’informazione. Perchè c’è la convinzione che i tempi della Giustizia e il modo di comunicarla sono sideralmente contrari alle esigenze della stampa. E anche in questo cercheremo di tenerlo presente”.