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Cardarelli choc, il tonfo di Rossi&Pd / Totoassessori e trombati eccellenti / Foto, chi brinda e chi piange

Non ha solo rimontato 13 punti e vinto lo scranno più alto della Città del festival. Fabrizio Cardarelli, il prof con la fascia tricolore, conquistando la fiducia degli elettori, ha spazzato via anche una intera generazione di politici e politicanti che per almeno 3 lustri ha imperversato in città e ridimensionato, quando non disintegrato, fior fiore di Partiti dai “mezzi” e dalle possibilità molto più consistenti di quelli delle due liste civiche (Rinnovamento e Spoleto Popolare) che lo sostenevano. Così, dopo 70 anni di dominio ‘rosso’ – con l’unica eccezione della Giunta Tulipani quando la Dc preferì al “compromesso storico” l’alleanza con Psi, Pri, Pli e quel Cpa proprio di Cardarelli (antesignano delle liste civiche odierne) – gli eredi di Pci e Dc, meglio Margherita, sono stati costretti a gettare la spugna ed inchinarsi al “prof”. E non solo loro.

Ma sono i democratici a pagare il prezzo più alto, con l’intera segreteria comunale che con ogni probabilità dovrà valutare le dimissioni (la neoeletta Carla Erbaioli ha già fatto sapere di essere di questo avviso, idem lo stesso segretario Andrea Bartocci che ha pagato anche la mancata elezione in consiglio). Di comunicati, per il momento, neanche a parlarne. Il ko è stato forte e prima di giovedì, quando sarà convocata l’assemblea comunale, non se ne saprà nulla.

Lo strano destino – E’ un pò più di una semplice coincidenza quella che in pochi mesi siano caduti, per storie e vicende diverse, quel potere del centrodestra cui era da sempre affidata la gestione della locale Popolare e il centrosinistra che ha governato il Comune. Due istituzioni, due edifici, distanti appena qualche decina di metri e accomunate dallo stesso destino. Segno che è finito lo scellerato patto mai scritto che ha visto i grandi manovratori dell’una e dell’altra sponda spartirsi le vicende della citta.

Una campagna di errori – di certo il piddì non ne ha azzeccata una che sia una. A partire dalla pugnalata inferta all’uscente Daniele Benedetti che doveva pagare il prezzo per tutti, specie per quella stessa segreteria che da almeno 15 anni ha abdicato al suo ruolo di controllo (per diverso tempo tenuto anche nelle mani di Rossi). Discontinuità non è solo sinonimo di rottamazione ma anche e soprattutto di “rinuncia” (alle proprie idee), di ripensamento: come dire, “scusate ci siamo sbagliati” o, peggio, “eravamo quelli sbagliati”. Concetto che non deve aver sfiorato neanche l’anticamera del cervello a viale Trento e Trieste, ma che all’elettorato non è sfuggito. Così si è preferito il rinnovamento delle persone che da solo però non basta a salvare la faccia. Semmai la facciata, come il noto adagio di gattopardiana memoria. Forse Spoleto si attendeva una azione di miglioramento più che di cambiamento, di rinuncia. Sarà per questo che Dante (Alighieri) ipotizza il Cocito per i colpevoli di malizia e fraudolenza contro chi si fida. A farne le spese è stato proprio Dante Andrea Rossi, tirato per la giacchetta dagli strateghi del Partito secondo i quali il segretario provinciale del partito, il n. 2 dell’Umbria, non avrebbe mai potuto perdere. Dimentichi che con Benedetti aveva governato per un anno e mezzo come vicesindaco. Peraltro su questo aspetto deve ancora spiegare bene perché preferì, dopo così poco tempo, abbandonare lo scranno per la segreteria provinciale.

Flop comunicazione – ma una volta sancita la scelta, il piddì e il suo candidato, c’hanno preso la mira per puntare sul bersaglio sbagliato. Lasciando perdere i primi, tetri manifesti, dove i boccoli di Rossi non avevano certo bisogno del fondale nero pece, gli spin doctors si sono superati con il promo video accompagnato dal celebre brano dei Talking Heads “Road to nowhere”, Una strada verso il nulla. Poi dice che a un elettore del centrosinistra non viene la voglia di andare dallo psicanalista. Fuori tempo anche l’annuncio a reti unificate di nominare vicesindaco Sergio Grifoni, annuncio che ha mandato in tilt lo stesso partito e che si è tramutato in boomerang una volta confermato il flop elettorale delle lista Prima Spoleto Sì.

La collana di ‘perle’ – la prima è quella, indimenticabile quella di Guglielmo Epifani che incitò il pubblico piddino a strappare il comune alla destra uscente. A seguire dichiarazioni, volantini e comunicati al limite della decenza. Specie quelli delle ultime due settimane quando la coalizione, in vista del ballottaggio, ha compreso il rischio della sconfitta ed ha alzato minacciosamente i toni. Da ridere gli attacchi all’avversario che per il Pd sarebbe stato ‘politicamente corresponsabile’ del fallimento della Banca Popolare: proprio a quel Cardarelli – Fabrizio, tanto per non sbagliare – che aveva ricevuto l’elogio della Vigilanza di Bankit e che aveva denunciato alla Procura quegli illeciti finiti poi nella maxi-inchiesta che ha portato all’azzeramento dei vertici. Per non parlare dell’invito, messo nero su bianco su migliaia di volantini, di votare Rossi “l’unico a poter garantire i finanziamenti della Regione e dello Stato”. Un volantino che ha fatto sobbalzare più di uno anche a palazzo Donini (non è forse un caso che stamani la governatrice Catiuscia Marini, nell’augurare “buon lavoro” al prof, gli ha confermato “fin da ora la mia collaborazione istituzionale”). Né la segreteria ha mosso un dito per fermare gli esaltati, simili a rudi ultrà, che sui social network sono arrivati a ironizzare il sovrappeso di Cardarelli o il suo voto di laurea (in fisica con 103/110), dimentichi che il proprio candidati vanta il diploma liceale. Dimenticando, se ce ne fosse bisogno, che proprio l’onorevole Bocci e Rossi avevano offerto a Cardarelli di guidare la coalizione del centrosinistra, prima di tornare sui propri passi e mandare al macello il segretario provinciale. Come dire, di involontari favori all’avversario ne sono stati fatti, eccome. Come è una follia, come qualcuno già commentava ieri, scaricare ancora una volta le colpe sugli “ultimi 5 anni di amministrazione”. Fra il primo e il secondo turno, vale ricordarlo, Rossi ha perso 750 voti, segno non solo che non è riuscito a intercettare quello degli astenuti e delle altre coalizioni, ma che non ha mantenuto neanche i propri.  A pesare su tutto l’assenza di un qualsivoglia progetto per la città.

Cardarelli tra molte luci, poche ombre e qualche accordo – Il prof nella sua campagna ha usato toni decisamente più moderati, un linguaggio facile e diretto ma, soprattutto, abbastanza interessante sotto il profilo della progettualità, dei contenuti. Nonostante un look per così dire sportivo e un quasi inesistente ufficio stampa (da bocciare le foto dei manifesti, efficaci invece gli slogan), è riuscito comunque a convincere la maggioranza dei votanti. Grazie ad una lista trasversale (Rinnovamento) alla quale hanno aderito anche ex dirigenti della Cgil o personaggi da sempre vicini al centrosinistra. A Cardarelli basterà guardarsi da qualche nostalgico del ventennio per dimostrare realmente la bontà del suo progetto civico. Ma a promuovere la lista sono stati anche alcuni accordi tessuti nei giorni scorsi con il M5S, con cui Rinnovamento ha combattuto per 5 anni dai banchi dell’opposizione, e con Spoleto Vince di Massimo Brunini. Ad entrambi potrebbe affidare due assessorati (Vincenza Campagnani per la lista dei bruniniani, Elisa Bassetti per il M5S, se i grillini decideranno di sostenerlo). “Ai grillini vorrei dare quello all’ambiente perché hanno dimostrato di avere a cuore il tema e di aver acquisito una invidiabile conoscenza”. Due donne che dovrebbero aggiungersi alla professoressa Maria Elena Bececco cui Cardarelli pensa di affidare il settore scolastico, riuscendo così a mantenere la quota rosa in caso di giunta a 7.

Totoassessori – i 4 posti da assegnare potrebbero andare a esponenti di Rinnovamento e Spoleto Popolare, anche se il neosindaco pensa ad una squadra di alto profilo. Insomma gli assessori saranno scelti in base ai propri meriti e curricula. Fra i papabili  l’imprenditore Zefferino Monini, fortissimamente voluto allo Sviluppo economico (ma per lui si potrebbe profilare, salvo cambiare Statuto, la presidenza della Fondazione Festival), Angelo Musco al bilancio e probabilmente Angelo Loretoni. Sembra scontato che a ricoprire la carica di presidente del Consiglio comunale, la seconda autorità della città, andrà Giampiero Panfili.

Riordino dirigenza – poi toccherà ai dirigenti, alcuni dei quali già sembrano preoccupati dall’arrivo della nuova squadra. Per il momento, fa sapere Cardarelli, verrà confermato per 3 mesi il dirigente alla cultura Sandro Frontalini visto l’imminente avvio del Festival dei 2 Mondi. Difficile pensare ad una ulteriore proroga, come pure potrebbe chiamare il segretario generale del Comune Ruggeri.

In comune – sia come sia, neanche il tempo di aver festeggiato e Cardarelli, accompagnato da Cappelletti e Loretoni, si è presentato stamani in Municipio per richiedere copia dello Statuto dell’Ase e il contratto stipulato con l’amministratore unico Roberto Loretoni. Una iniziativa che fa pensare già ad un prossimo, imminente cambiamento nella partecipata comunale. Domani, a quanto si apprende, ci sarà la proclamazione e il passaggio di consegne  tra Daniele Benedetti (che venerdì scorso ha salutato il personale nel corso di una commovente cerimonia) e Fabrizio Cardarelli. L’allievo che lascia il posto al prof.

Vincitori e ‘trombati’ – con una sola elezione spariscono così diversi schieramenti. Il più clamoroso è quello dei Socialisti con Enzo Alleori fuori dalla mischia a meno che non si dimetta uno degli eletti del piddì (difficile da credere atteso che i democratici entreranno con ‘soli’ 5 consiglieri). Fuori dai giochi anche il duo Sergio Grifoni e Maurizio Hanke di Prima Spoleto Sì, Massimo Brunini di Spoleto Vince (che però piazza un assessore). Questi gli eletti della maggioranza. Rinnovamento: Zefferino Monini, Giampiero Panfili, Angelo Loretoni, Marina Morelli, Stefano Proietti, Maria Rita Dell’Anno, Sandro Cretoni, Angelo Musco e Silvia Rastelli. Spoleto Popolare: Gianmarco Profili, Maria Elena Bececco, Antonio Cappelletti, Gianluca Speranza, Enrico Armadoro e Francesco Saidi (all’interno di queste liste potrà cambiare qualcosa dopo la nomina degli assessori). L’opposizione. Partito Democratico: Dante Andrea Rossi, Laura Zampa, Stefano Lisci, Massimiliano Capitani, Paolo Martellini e Carla Erbaioli. Forza Italia Alessandro Cretoni, Lista civica Due Mondi Giampaolo Emili, Movimento 5 Stelle Guido Grossi.

I primi messaggi – fra le prime note arrivate nelle redazioni, quelle di Confcommercio e ConSpoleto. “Ci congratuliamo con il nuovo sindaco per il risultato elettorale ottenuto. Il compito che lo attende non è facile – scrivono dalla Confcommercio – è stato infatti chiamato a guidare per i prossimi cinque anni una città ridotta “ai minimi termini”, che ha vissuto momenti di grave stallo ed incertezza.  Spoleto ha bisogno  di un progetto di sviluppo condiviso da tutti i protagonisti della vita economica e sociale della città”, sottolinea Tattini….Auspico che la nuova amministrazione sia disponibile ad accogliere le nostre proposte, che saranno concrete, qualificate  e rappresentative di una parte importante del tessuto produttivo e sociale del nostro territorio”. Ed ancora: “Il Consiglio Direttivo del Con Spoleto si congratula con il nuovo Sindaco di Spoleto Fabrizio Cardarelli. Il Con Spoleto ha sempre collaborato con l’amministrazione comunale affinché si potessero creare le migliori condizioni per attrarre turismo nella nostra città. Proseguendo su questa linea, si augura una proficua collaborazione con il Sindaco e la nuova giunta. Il Con Spoleto si rende fin d’ora disponibile in qualità di supporto operativo e tecnico per attuare tutte le politiche turistiche necessarie al rilancio di una città che ha come sua prima vocazione quella turistica. Buon lavoro”.

La curiosità – C’è qualcosa in queste elezioni che ha legato e legherà per i prossimi cinque anni le città di Spoleto e Perugia: è la parentela, acquisita, tra i due nuovi primi cittadini. Il neosindaco del capoluogo Andrea Romizi, infatti, è il nipote del cognato del collega spoletino Cardarelli.

Aggiornamento h 09,46 del 10 giugno- Il segretario del Pd, Andrea Bartocci si dimette. Ecco la nota inviata alla stampa:

Il risultato delle elezioni amministrative 2014 non è soggetto ad interpretazioni e distinguo: la coalizione di centro-sinistra ha perduto con un margine di 10 punti percentuali che costituiscono sia un giudizio inequivocabile sull’operato dell’Amministrazione e dei Partiti che l’hanno sostenuta, che sulla capacità di portare avanti un progetto di cambiamento e di sviluppo della nostra Città.

Il Partito Democratico è sempre la prima forza politica della Città, con ampio margine su tutte le altre, ma il fatto che non sia maggioritaria segna anche il momento della riflessione su cosa non ha funzionato, sul perché la proposta politica, fatta di programmi e persone, non sia stata accettata.

Gli anni dal 2009 al 2014 sono stati segnati da oggettive difficoltà per tutte le Amministrazioni locali, colpite dalla crisi e dalla carenza di risorse, ma questa non può essere una giustificazione, altre Città a noi vicine hanno visto confermata la loro guida, segno che anche in un contesto difficile si può ottenere il consenso dei cittadini. Ciò che fa la differenza è dato dal modo in cui ci si rapporta di fronte ai problemi della Città e dei suoi Cittadini. L’assenza ha pesato sulla passata Amministrazione tanto quanto l’oggettiva gravità dei problemi. Sul Partito Democratico hanno pesato la mancata forza nell’imporre all’Amministrazione e a chi la incarnava al massimo livello una maggiore decisione nell’affrontare questi problemi, dalla riorganizzazione al deficit di bilancio, al modello di sviluppo di Spoleto.

Crediamo con forza nella bontà delle nostre proposte programmatiche così come crediamo che esistano i presupposti per un rilancio del progetto di rinnovamento della società, ad ogni livello. Tuttavia è giusto e corretto che coloro i quali questo progetto non sono riusciti a farlo apprezzare all’elettorato si facciano da parte ed è per queste ragioni che rassegno le mie dimissioni immediate ed irrevocabili da segretario del Partito Democratico di Spoleto, continuando la mia attività di militante.

Infine voglio formulare al Sindaco Fabrizio Cardarelli  i miei migliori auguri di operare per il bene della Città.

 

(Ha collaborato Jacopo Brugalossi)

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(Aggiornato alle 23.55)

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