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Carcere Spoleto, allarme del garante “detenuti puniti severamente”

E’ piuttosto allarmante il quadro della situazione che il garante dei detenuti umbri, il professor Carlo Fiorio, traccia del penitenziario spoletino di Maiano. Una situazione “gravissima”, stando alle sue parole, “connotata da un’ingiustificata rigidità oltre che da un illegittimo ricorso al potere disciplinare”. “La conseguenza di questa gestione – scrive Fiorio – è stato lo ‘sciopero pacifico’ che ha interessato le due attività più preziose per i detenuti: quelle scolastiche e quelle lavorative”. Con un comunicato diffuso a tutte le autorità operanti nel contestoregionale, le persone detenute presso il carcere spoletino preannunciavano (con congruo anticipo rispetto all’effettiva esecuzione) «l’astensione dalle attività lavorative, scolastiche, universitarie» e «dall’acquisto di generialimentari e/o prodotti di genere diverso acquistabili tramite servizio disopravvitto», motivando tale forma di protesta civile, pacifica e non violenta con la necessità di veicolare all’esterno talune criticità della gestione di quell’istituto. Il problema, secondo Fiorio, è che “a fronte di tale legittima scelta la direzione ha optato per la via dello scontro frontale, limitando drasticamente i diritti costituzionalmente garantiti alle persone detenute.

Tagliate telefonate e colloqui – A tuttoggi – scrive il garante – si registra la generalizzata riduzione, in chiave punitiva, delle telefonate (improvvisamente diminuite da 4 a 2 mensili) e dei colloqui. Con particolare riferimento a questi ultimi, la direzione ha illegittimamente imposto la fruizione di unora di colloquio settimanale, violando palesemente il combinato disposto degli artt. 18 comma 3 ord. penit. e 37 comma 10 reg. es.e vessando in modo particolare non solo i residenti fuori regione, ma altresì tutte le persone incondizioni economiche disagiate. A ciò si aggiunga che sono stati esclusi tout court i colloqui con terze persone”.

Procedimento disciplinare a chiunque scioperi – “Inoltre – prosegue il garante – viene utilizzata una sanzione disciplinare atipica: si è previsto, con ordine diservizio, lassoggettamento a procedimento disciplinare a carico di chiunque scioperi. Tale previsione, illegittima ed odiosa allorquando essa venga rivolta a persona libera, assume significati ben più inquietanti nei confronti del detenuto, posto che leventuale provvedimento disciplinare sortirà ricadute negative sia sulla liberazione anticipate che sui permessi premio. Nondimeno, in una più ampia prospettiva, listituto spoletino ha registrato, nel corso degli ultimi mesi, un singolare incremento dei procedimenti disciplinari per i motivi più disparati e talora per fatti non costituenti infrazione disciplinare, in palese violazione del principio di tassatività operante in subiecta materia (a mero titolo esemplificativo sono stati sanzionate condotte totalmente incolpevoli quali: la rottura di un fermaporta di una cella cagionato dallo sbattere della porta a causa del vento; la puntura di un agente causata da un ago da cucito, legittimamente detenuto e custodito in un portaoggetti, nel mentre effettuava una perquisizione).

Isolamento – A ciò si aggiunga – sottolinea Fiorio – che alcuni detenuti riferiscono di provvedimenti disciplinari irrogati de plano, senza la necessaria partecipazione del detenuto al relativo procedimento. In tale prospettiva, si registra un utilizzo sproporzionato della sanzione disciplinare dell’isolamento, applicato quasi sempre nella sua massima durata consentita e in un contesto assolutamente eterodosso rispetto alle coordinate legislative e regolamentari: ci si riferisce al fenomeno delle celle lisce, prive di qualunque oggetto o mobilio, senza televisione o radio, senza fornellino anche per un caffè, con il divieto di far spesa e, dulcis infundo, con il blindato chiuso giorno e notte. Sarebbe prevista infine una riduzione drastica del vitto a danno di chi sciopera: i detenuti incontrati dal prof. Fiorio il 10 novembre avrebbero riferito di aver ricevuto, quale pasto per l’intera giornata, oltre al latte mattutino, esclusivamente 30 gr di coniglio ed 1 wurstel; inoltre avrebbero lamentato l’insufficiente erogazione dell’acqua calda e del riscaldamento della struttura penitenziaria, oltre alla mancanza di forniture per l’igiene della cella.

Le richieste dei detenuti – Questa l’illegittima reazione, secondo il professore , “ma vediamo cosa chiedevano i detenuti nel loro comunicato. In via di estrema schematizzazione, le richieste erano le seguenti: 1) maggiore trasparenza in ordine alle modalità di organizzazione del lavoro (artt. 20 ss. ord. penit.), sia con riferimento alla composizione ed alle attività della relativa commissione, sia con riguardo al rispetto dei contratti collettivi; 2) rispetto della dignità dei familiari in attesa di colloquio, costretti a stazionare allaperto, senza possibilità di porsi al riparo dalle intemperie; 3) possibilità, per idetenuti cosiddetti AS, di iscriversi allIstituto Alberghiero; 4) riordino delle modalità di ricezione e consegna pacchi (postali e colloquio); 5) rispetto delle esigenze sanitarie di base; 6) maggiore efficienza nel processo di elaborazione della sintesi trattamentale; 7) sistemazione e valorizzazione infrastrutture esistenti; 8) ripristino del possesso dei personal computer nelle camere di pernottamento; 9) rispetto dellart; 3 CEDUS 10) fornitura di generi prima necessità a fronte di trattenute in busta paga; 11) rivisitazione del servizio sopravvitto”.

Invito a controllare –Alla luce di tanto, non solo la reazione amministrativa risulta sproporzionata (e talora, siinsiste, illegittima) rispetto alle richieste, ma, a parere del Garante, è necessario che lamministrazione penitenziaria adempia agli obblighi previsti da leggi e regolamenti. In questo senso, tutti gli Organi dellAmministrazione sono richiesti di provvedere. Nondimeno, il Garante invita la Magistratura di Sorveglianza ad esercitare un più penetrante controllo sugli atti amministrativi lesivi dei diritti soggettivi della persona detenuta.