Jacopo Brugalossi
“Non possiamo più tollerare che gli agenti di polizia penitenziaria vengano continuamente privati della loro dignità”. Con queste parole il segretario generale del Sappe (Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria) Donato Capece ha commentato i recenti fatti accaduti nel carcere spoletino di Maiano. Dove ad una situazione già complicata dal punto di vista numerico – mancano infatti diversi agenti rispetto a quelli che sarebbero necessari per una struttura così grande – si aggiunge l’escalation degli episodi di violenza nei confronti dei poliziotti, tre dei quali commessi quest’anno a breve distanza l’uno dall’altro.
Sit-in di protesta – Eccola, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e che ha indotto i vertici del Sappe a convocare un sit-in di protesta di fronte ai cancelli del carcere, col duplice obiettivo di far sentire tutta la solidarietà del sindacato agli agenti spoletini e di rivendicare i loro diritti. “I dirigenti hanno tutti l’ufficio fuori dal penitenziario – ha sottolineato Capece –, chi invece vive tutti i giorni a contatto con i detenuti sono gli agenti di polizia penitenziaria. Sono loro a subire le ripercussioni del sovraffollamento e delle condizioni di vita a volte disumane dei carcerati, anch’essi privati della loro dignità quando per 20 ore al giorno sono costretti in cella a non fare nulla, senza la possibilità di lavorare o di praticare attività di svago”.
Direzione troppo blanda – Ripercussioni che, come già accennato, per ben tre volte quest’anno si sono tradotte in deliberate aggressioni nei confronti di coloro che sono lì semplicemente per svolgere il proprio lavoro. E sempre ad opera dello stesso detenuto. “Un detenuto che aggredisce per ben tre volte agenti diversi deve essere sanzionato – ha dichiarato il segretario -. Oltretutto il soggetto si era distinto per comportamenti violenti anche nel carcere in cui si trovava prima del trasferimento a Spoleto”. Il Sappe punta senza mezzi termini il dito sulla direzione dell’istituto di Maiano, ritenuta troppo blanda nell’applicare i regolamenti e caldamente invitata a “farsi da parte”. “Altrimenti – ha sottolineato ancora Capece – prenderemo i provvedimenti che la legge ci consente di adottare, con l’obiettivo di fermare una volta per tutte i soprusi che schiacciano la dignità dei poliziotti”.
Meglio col nuovo comandante – Alle parole del segretario fanno eco quelle di due agenti, in servizio da anni a Maiano, che a Tuttoggi.info hanno raccontato in poche parole quanto la situazione sia al limite della sopportazione, “anche se – ha sottolineato uno – dopo l’arrivo del nuovo comandante qualche miglioramento comincia a vedersi”. Pure loro, però, come la stragrande maggioranza dei colleghi, auspicano un maggiore “polso” da parte dell’amministrazione nei confronti dei detenuti che danno problemi.
L’impegno di Zaffini – Solidale con i manifestanti il consigliere regionale di centrodestra Franco Zaffini che, prima di fronte agli agenti e poi ai microfoni di Tuttoggi.info (clicca qui per ascoltare la sua dichiarazione), ha manifestato tutto il suo personale disagio per la tolleranza nei confronti dell’autore delle aggressioni, di cui chiederà spiegazione alla direzione. “In Regione – ha poi dichiarato Zaffini – siamo impegnati in una discussione sterile per scegliere il futuro garante dei detenuti. A mio avviso i primi e più importanti garanti sono proprio gli agenti di polizia penitenziaria, che per 1300 euro al mese fanno anche loro la vita dei reclusi, e devono quindi essere tutelati sotto ogni aspetto”.
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