Lo scorso 12 gennaio, nel corso della celebrazione per il Santo Patrono, San Ponziano che Mons. Arcivescovo, Renato Boccardo, ha voluto organizzare presso il Carcere di Maiano portando addirittura in loco la santa reliquia, un detenuto di nazionalità tunisina, è stato fermato prima dell’ingresso nella chiesa del carcere, perchè in possesso di una arma impropria, un sorta di taglierino composto dal manico di un rasoio a cui era stata posta in cima, verticalmente, una lametta di 3 centimetri.
L’uomo, insieme ad altri connazionali, tutti di religione musulmana e sospettati di essere dei radicalizzati, aveva fatto richiesta di assistere alla messa celebrata da Mons. Boccardo, cosa questa che ha destato forti perplessità tra gli uomini della penitenziaria proprio perchè i radicalizzati non partecipano mai a nessuna occasione di incontro che abbia a che fare con altre religioni.
Una nota stampa dell’Osapp, organizzazione sindacale della Polizia Penitenziaria, riferisce che il detenuto si sarebbe avvicinato all’ingresso della chiesa, dove stava per avere inizio la messa, ma quando si è accorto del sistema di controlli di sicurezza organizzato dagli agenti, che stavano perquisendo chiunque entrasse, ha tentato di allontanarsi frettolosamente cercando anche di disfarsi del “taglierino” rudimentale. Bloccato dagli agenti su una scala attigua alla chiesa del carcere, il tunisino aveva ancora in mano l’arma impropria.
Sull’esatta dinamica dei fatti sono in corso le indagini della Penitenziaria, ma nel frattempo tutte le ipotesi sul movente vengono tenute aperte, dal possibile gesto autolesionistico in un contesto aperto come la celebrazione in corso con le autorità presenti, l’aggressione ad altro detenuto in chiesa, fino ad arrivare a quella più grave dell’aggressione a qualcuna della autorità presenti.
Il trambusto e il fermo del detenuto non è stato avvertito dai presenti che erano intenti a seguire l’inizio della messa celebrata da Mons. Boccardo con il cappellano del carcere, Don Eugenio Bartoli.
Nel frattempo la direzione della casa di reclusione ha chiesto l’immediato trasferimento ad altro luogo di detenzione del detenuto coinvolto e di altri 4 connazionali, anche loro sospettati di essere musulmani radicalizzati.
Mons. Boccardo è stato poi informato solo al termine della celebrazione dell’episodio accaduto. Il Presule e gli altri celebranti non si sono accorti di nulla.
“Ringrazio la polizia penitenziaria della casa di reclusione di Spoleto – ha affermato l’Arcivescovo di Spoleto nonchè a capo della Conferenza Episcopale Umbra – per l’efficienza dimostrata e per avere garantito il normale prosieguo della celebrazione eucaristica senza farci accorgere di nulla. La presenza della reliquia di San Ponziano – ha concluso monsignor Boccardo – è stato un bel momento di preghiera, molto apprezzato dai detenuti presenti”.