Nella mattinata di venerdì 19 novembre si è tenuto un incontro tra i sindacati di polizia (Sappe, Ugl, Sinappe, Uilpa, Fns Cisl e Cnpp) e il Prefetto di Terni, Emilio Dario Sensi; incontro chiesto con nota unitaria, allo scopo di avere un supporto per far terminare i trasferimenti nella Regione e soprattutto nella Casa Circondariale di Terni dei detenuti c.d. “ordine e sicurezza”.
“Si tratta infatti di soggetti che si sono resi responsabili di aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, o che, con i loro inqualificabili comportamenti – si legge in una nota congiunta dei sindacati – hanno messo a repentaglio l’ordine e la sicurezza di istituti penitenziari di mezza Italia, che poi ne hanno chiesto il trasferimento per difficoltà di gestione. Puntualmente il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Toscana e Umbria, ritenendo evidentemente quest’ultima una “discarica”, adotta ormai da anni provvedimenti di trasferimento nella nostra regione ed in particolare nell’Istituto ternano”.
“Troppi detenuti presenti a Vocabolo Sabbione, sono 520 a fronte di una capienza di 416; di contro invece pochi, pochissimi Poliziotti in servizio e ormai ridotti allo stremo da massacranti turni e dall’indifferenza dimostrata dalla Direzione, dal Comando e dal Provveditorato regionale rispetto alle gravissime ed irreversibili problematiche che affliggono ormai da anni il carcere di Terni – denunciano i sindacati – lavorare in emergenza da troppo tempo logora il Personale e abbassa i livelli di sicurezza già ben al di sotto del limite minimo. Abbiamo rappresentato al Prefetto che uno sfollamento di almeno 20 detenuti “ordine sicurezza” e un blocco delle assegnazioni in entrata da parte del Provveditorato che riguardano questi soggetti, nonché di detenuti con problemi psichiatrici, permetterebbero di riportare la situazione ad un livello tollerabile”.
I sindacati hanno denunciato una carenza di Poliziotti con contestuale aumento indiscriminato dei carichi di lavoro, una situazione di disagio costante, considerando le numerose aggressioni fisiche patite dai colleghi, gli insulti e le minacce di morte da parte dei detenuti che si ricevono quasi ogni giorno, rendono la situazione davvero una polveriera pronta ad esplodere, con conseguenze che, inevitabilmente, comprometterebbero finanche l’ordine e la sicurezza cittadina; motivo per cui si è ritenuto dover coinvolgere il Prefetto, Organo di Governo territoriale che “Ringraziamo della disponibilità e dell’attenzione mostrata alle problematiche esposte – si legge nella nota congiunta dei sindacati – e ancor di più per aver preso con noi l’impegno di inviare una nota ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, nonché al Capo del Gabinetto del Ministro, per dar forza alle nostre ragioni”.