“Più volte abbiamo lamentato le forti carenze di organico alla casa circondariale di Terni, che, a fronte degli attuali 210 poliziotti effettivi su un organico teorico di 241unità, ospita attualmente oltre 500 detenuti” – è quanto sostenuto dalla Cgil che, in una nota, spiega la difficile situazione nel carcere di Vocabolo Sabbione.
“Su base nazionale il rapporto è 1,64 detenuti per ogni unità di Polizia Penitenziaria, a Terni già da adesso siamo 2,77 – si legge nella nota – pertanto l’ipotesi di cui ci giunge voce dal ministero, di trasferire a Terni ulteriori 60 detenuti, rappresenta una beffa per chi da anni continua a rimarcare tutte una serie di problematiche legate alla sicurezza e all’organizzazione del lavoro”.
“Il sovraffollamento delle carceri è ormai un problema endemico che non può essere scaricato sistematicamente sul personale, costretto a continui sacrifici da un punto di vista degli orari e soprattutto della propria incolumità – affermano Giorgio Lucci, segretario generale della Fp Cgil Terni, e Claine Montecchiani, coordinatore regionale della Fp Cgil Polizia Penitenziaria, in servizio presso la casa circondariale di Terni – Senza contare poi i risvolti sulla sicurezza dei cittadini di una città che, fino a poco tempo fa, era ritenuta relativamente tranquilla”.
“Non siamo più disposti ad essere presi in giro e a sopportare tale situazione -continuano Lucci e Montecchiani – abbiamo chiesto spiegazioni alla Direzione della casa circondariale di Terni. Sulla base delle risposte valuteremo insieme alle altre organizzazioni sindacali le iniziative di mobilitazione necessarie”.
Intanto monta la protesta nel carcere di Terni, dove ieri sono stati aggrediti due poliziotti penitenziari da altrettanti detenuti in distinti eventi critici. Per Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, “sono gravi episodi, accaduti anche perché non sono stati raccolti i nostri allarmi dei giorni scorsi”. E racconta quanto avvenuto nella Casa circondariale ternana, dove il 31 agosto scorso erano presenti ben 525 detenuti rispetto ai circa 400 posti letto regolamentari: “Nel primo pomeriggio di ieri si sono contate due aggressioni alla Polizia Penitenziaria nel carcere di Terni. Intorno alle 12.30 un detenuto marocchino del Reparto di Media sicurezza, trasferito da pochi giorni dal Carcere di Perugia Capanne per motivi di ordine e sicurezza, ha aggredito un Agente per futili motivi. Poi, verso le ore 15.00, un altro ristretto, italiano, detenuto per violenza sessuale ed aggressione, sempre della Sezione Media sicurezza, si è reso protagonista di un’altra aggressione ad un altro poliziotto, poi ricorso alle cure del Pronto soccorso. Ciliegina sulla torta, nella tarda serata, dopo una perquisizione straordinaria, in sette celle perquisite sono stati trovati 4 microtelefoni cellulari. Tutto ciò è sintomatico della grave carenza di sicurezza dovuta sempre alla scarsa presenza di personale. Dal mese di giugno il penitenziario di Terni subisce passivamente assegnazioni “selvagge” di detenuti, con un picco dalla fine di luglio, che sembra non avere una fine. Con tutte le problematiche legate alla riduzione di Personale di Polizia Penitenziaria che, con tre provvedimenti normativi a partire dal 2001 per arrivare alla famigerata Legge Madia, hanno visto gli organici umbri e quello di Terni perdere pezzi, con il piano ferie ancora in atto e con tutti gli eventi critici accaduti in questa estate, è stato e continua ad essere difficile gestire tali afflussi di detenuti. Fino a quando la polizia penitenziaria deve subire queste aggressioni?”
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà ai poliziotti contusi e denuncia: “Registriamo l’ennesimo episodio di violenza nei confronti di personale appartenente al Corpo in servizio nell’Umbria Lombardia. I detenuti evidentemente sono convinti non di essere in carcere a scontare una pena ma in un albergo, dove possono fare ciò che preferiscono… ed è grave che siano stati sottovalutati gli allarmi che il SAPPE dell’Umbria solleva periodicamente sulla precaria sicurezza del penitenziario ternano. Ed è grave che la recrudescenza degli eventi critici in carcere si è concretizzata proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria”.
Il SAPPE sollecita Ministro e Capo DAP a intervenire: “Questa di Terni è l’ennesima grave e intollerabile aggressione da parte di detenuti ai danni di appartenenti alla Polizia penitenziaria. A loro va la nostra vicinanza e solidarietà nonché un ringraziamento particolare per l’intervento che nonostante le conseguenze riportare ed incuranti di qualsiasi pericolo ha permesso di bloccare i detenuti violenti. La situazione nelle nostre carceri resta allarmante e la realtà è che i nostri poliziotti continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo o ragione. Ma è evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziari, a cominciare dal ripianamento delle carenze organiche dei Reparti di Polizia Penitenziaria dell’Umbria”.