Pochi agenti di polizia penitenziaria al carcere di Spoleto, con la situazione che sta diventando insostenibile. A lanciare l’appello è stato il comandante del corpo cittadino, il dirigente aggiunto Marco Piersigilli.
L’occasione è stata la tradizionale festa della polizia penitenziaria in occasione del 204° anniversario di fondazione del corpo.
Un momento per – come ha spiegato il direttore reggente del penitenziario Chiara Pellegrini – “fermarci, alzare la testa, guardarci negli occhi e riconoscere il nostro valore. Perché c’è tanto valore in ciascuno di voi e in quello che fate ogni giorno e bisognerà pure che almeno una volta l’anno ve lo si dica”.
“Sentiamo che questo lavoro – ha osservato – diventa ogni giorno più difficoltoso e faticoso, un po’ come la tela di Penelope, ci si complichi mentre lo facciamo, tra le mani. Siamo sempre di meno, e se andiamo avanti così, ai prossimi annuali rischiamo di essere più pensionati che personale in servizio“. “Questo annuale – ha detto ancora la dottoressa Pellegrini rivolta al personale del carcere di Spoleto – è per voi, il comandante ed io ve lo dobbiamo. Il valore e i valori di cui ciascuno di voi è portatore, sono una risorsa che nessuna carenza numerica può affievolire“.
Ad entrare nel dettaglio della situazione del carcere di Spoleto, delle attività effettuate nella difficoltà dell’emergenza Covid e dei problemi della struttura è stato il comandante della polizia penitenziaria, Marco Piersigilli.
Nel dettaglio, alla data del 15 giugno 2021, erano presenti nella casa di reclusione di Maiano 414 detenuti. Di questi 64 nel circuito della media sicurezza, 16 media sicurezza in sezione protetta, 234 in alta sicurezza, 17 in alta sicurezza sezione protetta, 79 sottoposti al regime del 41bis e 4 in semilibertà.
Grande è stato l’impegno del personale – ha sottolineato il comandante – nell’affrontare l’emergenza Covid. Grazie anche alla collaborazione dell’Usl Umbria 2 e del direttore del distretto sanitario Simonetta Antinarelli e dei magistrati di sorveglianza (presenti alla cerimonia i giudici Grazia Manganaro e Nicla Flavia Restivo). Questo ha permesso di mantenere il carcere di Spoleto “Covid-free”. “Ciò intercettando – ha spiegato Piersigilli – con procedure puntuali ed incisive casi in entrata di detenuti nuovi giunti e situazioni esterne che hanno riguardato il personale, il quale, con responsabile senso di prevenzione, ha posto subito in essere misure di auto isolamento”.
E’ stata poi ricordata la collaborazione con l’Arma territoriale dei carabinieri (rappresentata alla cerimonia dal comandante della Compagnia di Spoleto, capitano Aniello Falco) per i colloqui telefonici tra detenuti in 41bis e familiari.
Ma la polizia penitenziaria si è anche rimboccata le maniche manualmente, nella manutenzione ordinaria dell’edificio, per “rinforzare i varchi e circoscrivere settori in caso di rivolte” e proteggere obiettivi sensibili come l’infermeria.
Il reparto di polizia penitenziaria, uomini e donne, in forze al carcere di Spoleto – ha ricordato il comandante – è composto da 3 Dirigenti Aggiunti, 5 Sostituti Commissari, 25 Ispettori nelle varie qualifiche, 63 Sovrintendenti nelle varie qualifiche, 164 Agenti e Assistenti per un totale di 260 unità a cui vanno aggiunti per la vigilanza dei detenuti sottoposti al regime speciale di cui all’art. 41 bis O.P. 51 unità del G.O.M..
“Oggi ciò che affligge il Reparto – ha denunciato – è la grave carenza di personale del ruolo Agenti-Assistenti. Inoltre, 88 unità dei diversi ruoli di appartenenza usufruiscono dei benefici previsti dalla legge 104/92 e di questi ben 54 appartengono al ruolo Agenti-Assistenti, incidendo fortemente nella programmazione del servizio tenuto conto dei vincoli che la predetta norma fissa. Occorre rammentare inoltre che da oltre 5 anni non vi è stata nessuna assegnazione di Agenti, mentre nel medesimo periodo ben 50 unità sono state collocate in quiescenza.
Tale situazione, a breve e medio termine diventerà insostenibile e si ripercuoterà negativamente, ancor più rispetto ad oggi, nei confronti del personale con il consistente aumento dei carichi di lavoro, con ripercussioni senza dubbio anche sulla popolazione detenuta con la riduzione delle attività trattamentali, oggi grande punto di forza di questa struttura. Questo grande disagio e stato di inquietudine, se non anche parzialmente alleviato, diverrà di difficile governo da parte della direzione e del sottoscritto. Non è accettabile ammettere ritardi nella assegnazione di personale del ruolo Agenti Assistenti”.
Oltre che a fare il punto della situazione attuale della casa di reclusione, la cerimonia è servita anche a ringraziare formalmente numerose persone che si sono impegnate in questo difficile anno per il funzionamento della struttura: il direttore del distretto sanitario Antinarelli, il personale medico ed infermieristico (Simone Bernelli, Silvia Ceppi, Sandra Magnoni ed Alessio Mandoloni), i magistrati di sorveglianza Manganaro e Restivo.
Riconoscimenti sono stati consegnati anche ai poliziotti penitenziari andati in pensione ed un pensiero è andato nel corso della cerimonia anche a coloro che, tra il Corpo, non ci sono più.
In particolare, sono state consegnate le medaglie di commiato in argento al personale del Corpo cessato dal servizio per limiti di età: il commissario coordinatore Antonio Sebis, il sovrintendente capo coordinatore Pietro Filippi e l’assistente capo Gianni Fiorani.
Sono state poi consegnate le note di compiacimento al personale recentemente cessato dal servizio che si è distinto per le capacità professionali e lo spiccato senso del dovere e di appartenenza al Corpo nel corso della propria carriera: l’ispettore superiore Stefano Segoni, l’assistente capo coordinatore Giuseppina Tardocchi Plini, l’assistente capo coordinatore Maurizio Carlini e l’assistente capo coordinatore Pietro Cretoni.