Il carburante veniva venduto a prezzi “assolutamente competitivi” perché le aziende coinvolte nella maxi inchiesta “Good Platts” riuscivano ad importarlo in Italia secondo gli inquirenti con un sistema illecito, cioè non pagando l’Iva, e secondo le indagini avrebbero sottratto qualcosa come 25 milioni di euro all’Erario, la stessa somma che martedì mattina è stata sequestrata per equivalenti in beni mobili e immobili e con i conti bloccati alle 13 persone arrestate.
Gli arrestati
Tra queste c’è il 65enne Mauro Olivi notissimo imprenditore umbro, originario di Tavernelle di Panicale che, assistito dagli avvocati Fernando Mucci e Francesco Blasi, è stato interrogato dal gip. Il titolare della Olivi Gas è accusato assieme agli altri, di associazione per delinquere finalizzata alle frodi fiscali. Carcere anche per Fabio Russo, Filippo Lenzo [Aggiornamento 1], Pantaleo La Rocca, Giovanni Tanzarella, Alberto Fecchio, Filippo Gallo e Giovanni Neroni. Arresti domiciliari per Genci Nako, Danilo Tanzarella, Marco Cantalupi, Francesco Frangella e Elena Ponedelnikova.
Il ruolo della Olivi gas
In base a quanto ricostruito dal pm Manuela Comodi (titolare dell’inchiesta), e dal Gip Carla Giangamboni che ha emesso le ordinanze, il ruolo di Olivi era quello di fungere con la sua società (la Olivi Gas di Panicale) da sorta di terminal di due distinte e separate operazioni di evasione dell’Iva “un ingranaggio fondamentale del meccanismo, tramite il quale viene immesso nel mercato umbro carburante a prezzo fuori mercato”.
Intercettazioni
Per dirla con le parole del giudice: “Pur non potendosi considerare promotore o organizzatore in nessuno dei due sodalizi criminali (facenti capo rispettivamente a Fabio Russo e Giovanni Tanzarella), funge per entrambi da consapevole terminale operativo. – scrive il Gip – Egli inoltre è aduso da tempo a conseguire profitti illeciti mediante la commissione di violazioni tributarie ed è risultato in rapporti anche con altri soggetti dediti alla medesima attività illecita, da cui acquista carburante a prezzi del tutto fuori mercato”.
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I dipendenti sapevano
Ma è in una delle intercettazioni che gli inquirenti ravvisano come gli stessi dipendenti della Olivi gas fossero consapevoli di qualcosa che non andava: “… Un bilico arrivato adesso da Genova. Un’altra ditta nuova… Ma lo arrestassero! Non vedo l’ora che lo arrestano così la finisce di fare questi ‘trafughi’…” dice un dipendente parlando con un collega, tanto da far scrive al giudice nell’emissione dell’ordinanza che i “Il profilo criminale di Olivi non sfugge nemmeno ai suoi dipendenti”.
Difesa
La difesa dell’imprenditore umbro adesso punta a dimostrare che dalla perquisizione della Finanza di un anno fa (che ha dato il via all’inchiesta), Olivi non rivestiva più il ruolo di legale rappresentante dell’azienda e che aveva smesso di acquistare il carburante da quelle società finite nel mirino.
Foto di “Prezzibenzina.it”
Aggiornamenti
Il Tribunale del Riesame di Perugia ha provveduto a scarcerare il sig. Lenzo Filippo con ordinanza del 4.4.18, e in seguito ha provveduto a revocare anche la misura della dimora (provvedimento depositato il 24.5.18), eliminando così qualsiasi misura cautelare nei confronti del sig. Lenzo. [Aggiornato il 14.09.2018]