I carabinieri hanno stroncato un consistente giro di spaccio di cocaina, con un ampio volume d’affari, destinato a “clienti” di Assisi e Bastia Umbra e che coinvolgeva addirittura padri e figli. L’inchiesta, denominata “Cocktail”, ha portato all’esecuzione nella notte – da parte dei carabinieri della Compagnia di Assisi – di 7 ordinanze di misura cautelare per l’attività di spaccio di cocaina portata avanti almeno nel periodo tra marzo e novembre 2018.
Per la precisione, due persone sono ora in carcere e quattro ai domiciliari, mentre per un’altra è scattata la misura dell’obbligo di dimora. Si tratta di sei cittadini albanesi – tutti regolari, alcuni titolari di attività commerciali in zona – e di un italiano, tutti residenti nell’assisano-bastiolo. Tra loro due coppie di padri e figli coinvolti nello spaccio di cocaina.
A portare avanti l’operazione sono stati i carabinieri delle stazioni di Assisi e Santa Maria degli Angeli e quelli del Norm. Ad illustrare i dettagli questa mattina sono stati il capitano Giulia Maggi, insieme ai luogotenenti Bruno Versace (stazione di Assisi), Bruno Leo (nucleo operativo e radiomobile) e Mauro Carocci (stazione di Santa Maria degli Angeli). L’inchiesta nasce dalla segnalazione di alcuni cittadini, preoccupati per giri strani nella zona di Santa Maria, ma anche da quelle di alcuni genitori preoccupati per i loro figli. Le indagini sono state effettuate con pedinamenti, osservazione di filmati e fotografie, ma anche intercettazioni telefoniche. Ad insospettire gli inquirenti anche l’ostentazione di ricchezza da parte di alcuni degli indagati, tra cui un commerciante che andava in giro con il Porsche Cayenne.
Ampio il volume d’affari contestato agli indagati: un singolo cliente avrebbe speso in un anno circa 10mila euro per la droga. Ad uno degli arrestati vengono imputati ben 250 episodi di spaccio di cocaina. Diverse le dosi di cocaina sequestrate dopo le cessioni nel corso del tempo, con gli acquirenti segnalati come assuntori.
Un importante riscontro investigativo gli inquirenti lo hanno ottenuto a luglio dello scorso anno, quando un corriere era stato arrestato con 100 grammi di cocaina, destinati a rifornire il gruppo monitorato.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, tra gli spacciatori c’era una grande collaborazione: si scambiavano clienti, mandavano agli appuntamenti il pusher in quel momento più vicino o pronto per la consegna. Consegne che avvenivano anche a piedi o in bicicletta, interessando gente del posto. Ma gli spacciatori erano anche integerrimi: se i clienti non pagavano erano sottoposti a minacce ed intimidazioni, creando in loro paura di ritorsioni.
In carcere è così finito – su disposizione del gip di Perugia dopo la richiesta della Procura perugina – un 57enne albanese. Ai domiciliari invece l’unico italiano coinvolto, assuntore che sarebbe poi entrato nel giro di spaccio con la funzione di intermediario, procacciatore di clienti e addetto alle consegne. Un altro albanese, per il quale erano previsto l’obbligo di dimora, alla vista dei carabinieri ha cercato di liberarsi della droga che aveva in casa (19 grammi di cocaina) e di un bilancino di precisione, lanciandoli dalla finestra. Per questo è scattato l’arresto in flagranza di reato ed è stato portato al carcere di Capanne.
Durante le perquisizioni odierne, i carabinieri hanno trovato altra cocaina, una dose di hashish, materiale per il taglio e 4.300 euro in contanti.