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Carabinieri chiudono cerchio su furto pannelli fotovoltaici – In manette altri 3 della “banda”

La notte di domenica 10, i militari della Stazione Carabinieri di Trevi, unitamente ai colleghi della Stazione CC di Santa Cecilia di Eboli (SA), a conclusione dell’indagine che ha preso il via dal furto di un autocarro e di circa 300 pannelli fotovoltaici avvenuto la notte del 21 febbraio scorso ai danni di due aziende di Trevi e Giano dell’Umbra, hanno eseguito 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettanti cittadini marocchini per il reato di ricettazione in concorso.

I tre stranieri, M.R. di 23 anni, M.M. di 35 anni, entrambi domiciliati a Montefalco e con precedenti e B.D., di anni 36, incensurato e domiciliato ad Eboli (SA), all’esito degli accertamenti eseguiti dai militari della Stazione Carabinieri di Trevi, sono risultati tra coloro che la notte del 28 febbraio stavano caricando i 300 pannelli rubati su un furgone unitamente ai due marocchini già sottoposti a fermo (convalidato dal GIP di Spoleto che ha disposto la custodia cautelare in carcere per entrambi).

Per i tre era quindi stata richiesta la custodia cautelare in carcere dal P.M. dott.ssa Federica Albano, ordinanza emessa in data 8 marzo dal GIP Daniela Caramico D’Auria, per il reato di ricettazione in concorso, aggravata dall’ingente valore della refurtiva (circa 120.000 €). Le ordinanze sono state eseguite contemporaneamente in Trevi ed Eboli, grazie alla collaborazione dei colleghi salernitani, nella prima mattinata di domenica 10 marzo. Gli stranieri sono stati quindi associati due al carcere di Spoleto ed uno a quello di Salerno-Fuorni, a disposizione dell’A.G.

Nuovo business – L’operazione effettuata dalla Stazione Carabinieri di Trevi ha costituito una novità dal punto di vista investigativo, legata alle nuove fonti di energia rinnovabili. E’ stato infatti scoperto un nuovo business per le organizzazioni criminali, che ormai si muovono sempre più oltre i confini nazionali, rappresentato dal traffico di pannelli dall’Italia verso il Marocco, ove evidentemente vi è una crescente richiesta di energia elettrica, che con queste modalità illecite, viene prodotta a costo quasi nullo. Le indagini proseguono al fine di verificare eventuali episodi analoghi commessi dalla banda di marocchini.