Categorie: Economia & Lavoro Perugia

Cara Perugia. Affitti commerciali aumentati del 52% in dieci anni. La ricetta dell'Uniat

Sara Minciaroni

Cara Perugia, non è l'inizio di una lettera d'amore, tutt'altro. E' piuttosto la constatazione che nasce osservando i dati dell'Uniat (Unione affittuari ambiente territorio). Si perché stando alle cifre, il costo al metro quadro di un affitto per attività commerciali, nel capoluogo umbro è cresciuto di più del 52% dal 2001 al 2011. Solo Roma, Palermo, Torino e Roma hanno avuto un incremento maggiore. Se all'inizio del nuovo millennio un metro quadro aveva un costo annuo di 203 euro, nel 2011 quello stesso spazio è costato 309 euro. Ad oggi la stima media di un affitto in centro, secondo l'associazione, è arrivato a più di mille e 900 euro. La ricaduta sull'economia di questi dati è tangibile, le serrate delle saracinesche delle attività del centro ne sono la più evidente manifestazione.

Il bollettino di guerra della crisi – A settembre ha chiuso il Bar Turreno. Lo storico bar di piazza Danti, nel cuore di Perugia, il lucchetto alla serranda è stato posto da un ufficiale giudiziario. Alla base della decisione, secondo quanto noto, ci sarebbero delle pendenze arretrate relative ai canoni di affitto, poi ha chiuso Il Caffè di Perugia altro locale storico. Anche a Terni chiude il famoso Bar Rendez Vous in P.zza S. Francesco. La lista delle botteghe storiche e non costrette a chiudere i battenti negli ultimi anni a causa del caro affitti sembra diventare sempre più lunga. “Un' emorragia senza precedenti – spiega Angelo Garofalo presidente dell'Uniat Umbria – che sta dissanguando l'anima più autentica del commercio e dell'artigianato perugino per la quale, soprattutto, oggi non sembrano esserci armi di difesa adeguate”.

Gli aumenti – In dieci anni gli affitti dei piccoli negozi e artigiani a Perugia è aumentato del 52% in centro e del 39% in periferia, in Italia, Perugia è al sesto posto come caro affitti per piccoli commercianti e artigiani

La denuncia – “Nel caso del Bar Turreno – prosegue Garofalo – punto di riferimento importante di molti perugini in piazza Danti, il colpo di grazia sembra sia stato inferto da un aumento del canone di locazione, in un periodo di piena recessione e di contrazione degli affari per la maggior parte delle attività. La chiusura di botteghe commerciali e artigianali sono il segnale della profondità della crisi che attraversiamo. Chiudendo le attività diminuiscono i consumi cresce la disoccupazione e di conseguenza calano ulteriormente i consumi determinando altre chiusure, un vortice che porta all'implosione del sistema se non si corre urgentemente ai ripari. Purtroppo dobbiamo prendere atto che con i continui tagli da parte del Governo agli Enti Locali è stata intrapresa una strada senza ritorno, che impoverisce la città delle sue tradizioni migliori e dunque delle sue botteghe, a favore di attività che con la tradizione cittadina, non hanno nulla a che vedere”.

La carta piccoli negozi di Perugia – Uniat Umbria propone al Comune e alle Associazioni di categoria la realizzazione della “Carta piccoli negozi Perugia”. Una “Carta del cliente” che metta in rete i piccoli negozi di Perugia e preveda sconti sui prodotti e raccolte punti a premi per i consumatori. Potrebbe coinvolgere l'attività di un migliaio di piccole botteghe di vicinato, dislocate sia nel centro storico che in periferia, e riunite in una quarantina di centri commerciali naturali.

Come funzionerebbe – Con la carta, utilizzabile in ogni negozio che aderirà all'iniziativa, i clienti potranno avere diritto a sconti sulla merce acquistata e potranno partecipare a raccolte punti per prodotti premio. Non solo, agevolazioni sulle tariffe della sosta nei parcheggi del circuito Perugia Parcheggi e sui biglietti del bus. “Sia che la nostra proposta venga accolta o no – conclude Garofalo – la priorità è mettere a punto un insieme di norme che possano tutelare le attività commerciali e artigianali storiche e non di Perugia e dell'Umbria. Chiediamo che venga indetto al più presto un tavolo con i rappresentanti delle categorie coinvolte per decidere azioni rapide ed efficaci a tutela delle attività e in particolare per le botteghe storiche. Servono normative adeguate che ne tutelino anche le insegne e gli esterni, un patrimonio architettonico irrinunciabile per Perugia e i perugini”.