I timori rappresentati del consigliere di amministrazione Rai, Riccardo Laganà, sono diventati concreti nel pomeriggio di oggi.
Durante i lavori della Terza Commissione, infatti, è stato comunicato che il Capodanno “L’anno che verrà” è stato annullato e rimandato al 2021 in seguito alle norme restrittive contenute nel nuovo Dpcm presentato in conferenza stampa nella giornata di ieri dal premier Conte.
Secondo quanto si apprende, Terni avrebbe un diritto di prelazione sull’evento dell’anno futuro, ma rimane da sciogliere il nodo relativo ai 150mila euro che la Fondazione Carit avrebbe concesso al Comune per sostenere economicamente l’evento.
“Con la consigliera Rita Borioni abbiamo condiviso alcune preoccupazioni legate alla produzione di fine anno che dovrebbe svolgersi in Umbria, precisamente a Terni presso le acciaierie” – sono le parole del consigliere di amministrazione della Rai Riccardo Laganà che, preoccupato per le voci che vorrebbero a rischio l’evento per la possibile assenza di pubblico, ha chiesto chiarimenti all’amministratore delegato Rai Fabrizio Salini.
“Regione Umbria e Comune di Terni insieme a RAI Com hanno dato vita ad una convenzione che è un ticket per guardare lontano verso la ripresa economica e sociale del nostro paese.
Le acciaierie, – prosegue Laganà – luogo di nobili operai, luogo simbolico dove è importante che RAI sia presente, nonostante le difficoltà, per declinare il profondo significato del servizio pubblico”.
Rispetto alla questione della presenza di pubblico Laganà scrive: “Da fonti interne ed esterne all’azienda, pare che si stia nuovamente mettendo in discussione la location umbra, dopo sopralluoghi logistici, valutazioni sanitarie e titoli sulla stampa di plauso alla Rai per la scelta, a causa di presunte pressioni di alcuni collaboratori Rai che avanzerebbero pretese legate alla presenza o meno del pubblico. Se queste voci dovessero essere confermate – si legge ancora nella lettera indirizzata all’ad Rai – ci troveremmo di fronte a una grave ingerenza che, se sostenuta, si tradurrebbe in danno di immagine nonché erariale perché perderemmo l’importante contributo economico che il buon lavoro di Rai Com ci ha permesso di ottenere”.
Ultimo aggiornamento alle ore 17.15