Spoleto

Capitale italiana della cultura 2026, l’Unione dei Comuni “Terre dell’olio e del sagrantino” in corsa

Sfida umbra per la Capitale italiana della Cultura 2026. Oltre a Todi ha inviato la propria manifestazione di interesse l’Unione dei Comuni “Terre dell’olio e del Sagrantino”.

“Una grande opportunità”

Sarà una bella vetrina – ha spiegato la sindaca di Castel Ritaldi, Elisa Sabbatini, che è presidente dell’Unione – i territori hanno caratteristiche diverse ma facciamo parte di una parte dell’Umbria con caratteristiche culturali, storiche e ambientali simili. Mettere insieme tutto questo ci farà essere competitivi nel progetto che costruiremo“. I candidati sono chiamati ora a costruire il dossier, da presentare entro il 27 settembre. “Punteremo ovviamente sulle nostre peculiarità – ha continuato Sabbatinie quindi sul nome: olio e sagrantino sono eccellenze di cui possiamo andare fieri e che fanno conoscere le nostre radici. Ma siamo pronti anche sul fronte della storia e della cultura, puntando sullo sviluppo turistico dei nostri territori“.

Le eccellenze

La sinergia con cui stiamo lavorando – ha aggiunto la sindaca – ci da un’altra grande opportunità. Ogni comune ha identità propria e che mantiene ma lavorando associando i servizi ci saranno opportunità diverse. I piccoli borghi da soli non hanno futuro. In sinergia diamo futuro al territorio che merita di averla“. Elisa Sabbatini è pronta ai prossimi mesi: “Si tratta di una opportunità importante e la competizione con Todi è relativa. Non siamo in gara. Se vince l’Umbria, vinciamo tutti. Siamo una regione con 800mila abitanti e chiunque vinca porterà beneficio a tutta la regione. Noi comunque faremo di tutto per presentare un progetto vincente”.

Che cos’è

Nello specifico, l’iniziativa “Capitale italiana della cultura” ha l’obiettivo di sostenere, incoraggiare e valorizzare la capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo”. Tra gli obiettivi specifici dell’iniziativa ci sono: il miglioramento dell’offerta culturale, la crescita dell’inclusione sociale e il superamento del cultural divide; il rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociali, nonché dello sviluppo della partecipazione pubblica; il rafforzamento degli attrattori culturali per lo sviluppo di flussi turistici, anche in termini di destagionalizzazione delle presenze; l’utilizzo delle nuove tecnologie, anche al fine del maggiore coinvolgimento delle giovani generazioni e del miglioramento dell’accessibilità; la promozione dell’innovazione e dell’imprenditorialità nei settori culturali e creativi; il conseguimento di risultati sostenibili nell’ambito dell’innovazione culturale; il perseguimento degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU”.

Il dossier entro settembre

Le scadenze prevedono che, una volta inviate le manifestazioni di interesse, entro il 27 settembre 2023, pena l’esclusione dalla procedura di selezione, i Comuni, le Città metropolitane e le Unioni di Comuni, che hanno presentato manifestazione di interesse alla partecipazione al bando, inviino un dossier di candidatura secondo le modalità indicate dalle Linee guida. Il dossier di candidatura deve contenere:
a) il titolo del dossier di candidatura; b) il progetto culturale della durata di un anno, inclusivo del cronoprogramma e delle singole attività previste; c) l’organo incaricato dell’elaborazione e promozione del progetto, della sua attuazione e del monitoraggio dei risultati, con l’individuazione di un’apposita figura responsabile; d) la valutazione di sostenibilità economico-finanziaria del progetto culturale proposto; e) gli obiettivi perseguiti, in termini qualitativi e quantitativi, e gli indicatori che verranno utilizzati per la misurazione del loro conseguimento. Unitamente al dossier di candidatura, i Comuni, le Città metropolitane e le Unioni di Comuni trasmettono due sintesi, una breve e una estesa, del progetto culturale corredata da un’immagine esemplificativa ad alta risoluzione in formato JPEG e, ove presente, dal logo della candidatura.

Le scadenze

Entro il 15 dicembre 2023, la Giuria esamina le candidature ammesse e seleziona un massimo di dieci progetti finalisti. Ai finalisti potranno essere richiesti ulteriori materiali. Entro il 14 marzo la giuria convoca ciascuno dei Comuni, delle Città metropolitane e delle Unioni di Comuni responsabili della predisposizione dei progetti finalisti a un’audizione pubblica di presentazione e approfondimento del dossier di candidatura. Entro il 29 marzo 2024 la giura raccomanda al ministro della Cultura la candidatura più idonea, dandone opportuna motivazione. Su proposta del ministro, il conferimento viene deliberato dal Consiglio dei ministri.

I criteri

I criteri della scelta sono: coerenza del progetto rispetto alle finalità di legge e alle altre iniziative di valorizzazione del territorio, nonché coordinamento e sinergia degli interventi proposti; efficacia del progetto come azione culturale diretta al rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale, in termini di crescita della domanda e dell’offerta culturale; previsione di forme di cofinanziamento pubblico e privato, condivisione progettuale con altri enti territoriali e con soggetti pubblici e privati portatori di interesse presenti sul territorio, da attuarsi nel rispetto della vigente normativa in materia di appalti e terzo settore; efficacia della struttura incaricata per lo sviluppo e l’attuazione sostenibili del progetto contenuto nel dossier di candidatura e per il monitoraggio dei risultati; innovatività e capacità delle soluzioni proposte di fare uso di nuove tecnologie, anche al fine del maggiore coinvolgimento dei giovani e del potenziamento dell’accessibilità; capacità del progetto di incrementare l’attrattività turistica del territorio, anche in termini di destagionalizzazione delle presenze; realizzazione di opere e infrastrutture di pubblica utilità destinate a permanere sul territorio a servizio della collettività; coerenza del cronoprogramma; effetto di „completamento‟, inteso quale capacità di favorire la piena realizzazione di progetti già avviati ma non ancora conclusi; coerenza degli obiettivi del progetto con quelli stabiliti dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU.