Cronaca

Capanne, tre detenuti sequestrano un agente usando anche una lametta

Un agente di Polizia penitenziaria in servizio nel carcere perugino di Capanne è stato sequestrato nella tarda serata di ieri da alcuni detenuti, tre cittadini stranieri (un tunisino, un cubano e un francese) che hanno anche incendiato un materasso e alcune lenzuola. I tre carcerati – secondo la ricostruzione del Sappe, il sindacato degli agenti di polizia penitenziaria – avrebbero tenuto ostaggio l’agente (scaraventato a terra dopo averlo colpito da dietro) per circa due ore (in altre ricostruzioni si parla invece di circa mezz’ora), usando anche una lametta alla gola.

Dopo una trattativa, a cui hanno presenziato anche direttore e comandante, il poliziotto penitenziario è stato liberato e portato in ospedale; la prognosi è un trauma cranico, che guarirà in circa quindici giorni. Per il Sappe si tratta di un “fatto gravissimo” e il sindacato sollecita il ministero della Giustizia a intervenire “con fermezza verso i tre detenuti che hanno posto in essere il grave evento e ad attivare da subito un tavolo di confronto sulle criticità carcerarie”.

I tre avrebbero agito perché scontenti del lavoro e perché volevano partire da Perugia. Ora i tre detenuti sono in isolamento, e sono state avviate le pratiche per il trasferimento dal carcere di Perugia. La polizia penitenziaria ha inviato un’informativa alla procura della Repubblica di Perugia ipotizzando il reato di sequestro di persona.

A rendere noto l’accaduto (non il primo del genere a Perugia) è Fabrizio Bonino, segretario nazionale Sappe per l’Umbria: “Ieri sera, verso le 22, al Reparto Penale della Sezione 2 del carcere – si legge in una nota – tre detenuti hanno incendiato un materasso e lenzuola. Quando l’assistente capo di Polizia Penitenziaria di servizio se ne è accorto, è andato sul posto ma, mentre ritornava al box per dare l’allarme, con violenza è stato preso da dietro e scaraventato a terra. Nella caduta ha avuto la lucidità e la prontezza di lanciare le chiavi delle celle verso il box dove il preposto le ha prese e immediatamente ha chiuso il box dando l’allarme. Il collega è stato preso dai detenuti e portato in fondo alla sezione, con una lametta alla gola. Successivamente, dopo una trattativa di circa due ore a cui hanno presenziato anche direttore e comandante, si è riusciti a liberare il poliziotto penitenziario sequestrato, che è stato poi portato in ospedale e dal quale è uscito successivamente con una prognosi di 15 giorni per trauma cranico“.

Il Sappe, oltre a esprimere solidarietà al collega, tramite il segretario generale del sindacato, Donato Capece, chiede con urgenza “un tavolo di confronto sulle criticità penitenziarie al ministero della Giustizia, anche visto che a livello nazionale “la situazione si è notevolmente aggravata rispetto agli anni precedenti. I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti tra le sbarre nel primo semestre del 2019 sono inquietanti: 5.205 atti di autolesionismo, 683 tentati suicidi, 4.389 colluttazioni, 569 ferimenti, 2 tentati omicidi. I decessi per cause naturali sono stati 49 ed i suicidi 22. Le evasioni sono state 5 da istituto, 23 da permessi premio, 6 da lavoro all’esterno, 10 da semilibertà, 18 da licenze concesse a internati“.