Perugia

Caos asili e materne, i sindacati aprono lo stato d’agitazione contro il Comune

Caos asili, i sindacati aprono lo stato di agitazione. Patrizia Mancini e Tatiana Cazzaniga per la Fp Cgil di Perugia, Luca Talevi per la Fp Cisl e Andrea Russo per la Uil Fpl hanno scritto al prefetto, richiedendo le procedure di conciliazione con il Comune di Perugia.

I sindacati esprimono “preoccupazione per l’incertezza sulla riapertura delle strutture educative del Comune di Perugia” e chiedono che le scelte su un “servizio essenziale per bambine e bambini e genitori” siano “non solo attentamente ponderate, ma condivise con tutti gli attori in campo, non ultimi i rappresentati dei lavoratori per la sicurezza (Rls) e le organizzazioni sindacali”.

Il caos innescato dal ricorso

Asili e materne, chiuse con ordinanza della Regione, erano stati “riaperti” con pronunciamento del Tar, che sabato aveva parzialmente accolto il ricorso presentato da alcuni genitori del Comitato “A Scuola”. Domenica sera il Comune di Perugia aveva annunciato un’ordinanza per disporre comunque la chiusura fino al 21 febbraio di asili e materne sulla base dei dati del Cts sui Covid contagi dei bambini. Provvedimento assunto da gran parte dei Comuni del Perugino.

Lunedì, poi, il Consiglio di Stato a cui si era appellata la Regione, ha mantenuto valido il provvedimento di chiusura in tutti i comuni zona rossa, giustificato da esigenze sanitarie.


Perugia, contagi Covid tra i bambini
triplicati in un mese e mezzo


Dopo le prime ordinanze con cui alcuni Comuni, su richiesta di Regione e sanità, avevano chiuso le scuole, i sindacati avevano lamentato l’assenza delle condizioni di sicurezza per le insegnanti dei servizi per l’infanzia.

Riapertura sicura: le regole dei sindacati

Secondo Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl “le ipotesi di riapertura, apprese da voci che si rincorrono all’interno del Comune e oggetto di riunioni continue, non possano prescindere da una serie di azioni volte alla tutela della salute e sicurezza”.

Tra queste i sindacati indicano in particolare: le sanificazioni degli ambienti prima della riapertura e periodicamente; tamponi per tutto il personale che opera nei servizi educativi ripetuti almeno ogni 15 giorni; tamponi per tutti i bambini, alla luce delle notizie relative alle varianti che vedono interessati anche i piccoli dal rischio di contagio; invio dei dati sul numero dei contagi agli Rls e alle organizzazioni sindacali ad oggi e con cadenza settimanale; attivazione di una campagna vaccinale per tutto il personale dei servizi educativi, compreso il personale di cooperativa.

Genitori da informare nelle chat Whatsapp

I sindacati rimarcano poi la “totale mancanza di organizzazione nel veicolare le informazioni agli utenti e al personale a cui, in questi giorni, viene chiesto, senza alcun filtro, di farsi carico di informare i genitori attraverso ‘chat di Whatsapp’. Ma come noto – sottolineano Mancini, Cazzaniga, Talevi e Russo – l’informazione della pubblica amministrazione deve sempre seguire una precisa linea gerarchica, che in base all’organizzazione esistente nella direzione Educazione del Comune di Perugia, vede in posizione apicale un dirigente e una posizione organizzativa, e deve avvenire attraverso circolari e canali di informazione ufficiali, a maggior ragione nella grave situazione che affronta la città di Perugia”.

Chiesto il tentativo obbligatorio di conciliazione col Comune

“Siamo convinti però – concludono i tre sindacati – che spetti al sindaco Andrea Romizi e al vice sindaco, nonché assessore all’Educazione, Gianluca Tuteri informare i genitori delle decisioni dell’amministrazione in merito all’apertura dei Servizi educativi. E per le ragioni sopra esposte e per la mancanza di qualsiasi informazione e convocazione d’incontro siamo a chiedere l’espletamento del tentativo obbligatorio di conciliazione”.