Un grido di dolore e di allarme per l’Alta Umbria, Alto Chiascio e Alto Tevere. A lanciarlo i sindacati, riuniti a Gubbio per riaccendere l’attenzione sul tema infrastrutturale.
“Passiamo dalle parole ai fatti”, è l’appello unanime rivolto alla nuova giunta regionale. “Ci sono difficoltà in tutto il territorio umbro – ha detto Maurizio Maurizi, segretario generale Fp Cgil Umbria e responsabile Cgil Alta Umbria – e il dato più importante di questo territorio è legato al fatto che il 47 per cento del reddito familiare deriva da pensioni: questo significa che c’è forte contrazione del reddito da lavoro e parte consistente della popolazione attiva non ha detto reddito”.
Da qui la richiesta degli investimenti infrastrutturali, in primo luogo sulla Pian d’Assino: “Per la quale esistono già i finanziamenti, i cantieri vanno sbloccati”.
Soldi fermi
“Sono 70 i milioni fermi per la Pian d’Assino – ha detto Antonello Paccavia responsabile Cisl Alta Umbria – e darebbero una grande boccata d’ossigeno al territorio, in un momento in cui ci apprestiamo ad avviare le trattative con i bilanci comunali di Gualdo Tadino e Gubbio. L’area, con il completamento della Pian d’Assino e quindi l’aggancio alla E45, diventerebbe più competitiva”.
Dalla Cisl anche la luce sulle Case della Salute: “Ci sono le risorse da investire, invitiamo la Regione a fare presto, per riuscire a realizzare maggiori risparmi”.
Ostaggi della burocrazia
“Stiamo morendo di burocrazia – ha detto Federico Biagioli, responsabile Uil Alta Umbria – Deve finire la politica dello spot. Chiediamo che sulla SS219 possano iniziare i lavori: chiediamo anche un investimento per questo. Le infrastrutture sono il volano per un territorio che è sprovvisto di importante arterie”.
Ma il tema delle infrastrutture è centrale su tutta l’Alta Umbria: “Dobbiamo mettere al centro delle priorità anche la E78, la prosecuzione della messa in sicurezza della E45, la piastra logistica di Città di Castello con l’erba altissima”.