Due anni fa le “regole” di don Paolo per impartire la benedizione in vista della Pasqua (via i simboli della superstizione, offerte subito e cani legati) avevano creato ampio dibattito nella comunità di Castiglione del Lago.
Il prete e le regole per la benedizione
Quest’anno, nel messaggio inviato ai parrocchiani non si fa cenno alle offerte, né a cornetti o ferri di cavallo appesi alle pareti delle case da benedire. Ma sugli animali si torna a fare raccomandazioni, argomentate. Scrive il parroco: “Non me ne vogliate se torno ancora una volta su di un argomento del quale ho già scritto in precedenza, perché i cani vanno tenuti a distanza dal ministro (sacerdote o suora), il quale è autorizzato – chiarisce – a non entrare qualora non si senta sicuro“.
Poi don Paolo si avventura in una spiegazione faunistico-teologica che ha fatto infuriare gli ambientalisti: “A proposito degli animali,il Catechismo della Chiesa Cattolica (al numero 2418) dice che si possono amare ma non si devono far oggetto di quell’affetto che è dovuto soltanto alle persone“. Una sottolineatura che ha finito con il peggiorare le cose. Tanto valeva, allora, la richiesta della “cortesia di tenere i cani legati” fatta due anni fa.