Cronaca

Cani lanciati dalla finestra, Le Iene e la gogna mediatica | “Placare l’odio sui social”

Che ci sarebbero andati con i piedi di piombo già lo si immaginava, ma forse non fino a questo punto. La visita a Foligno della troupe de Le Iene, il programma di Mediaset, aveva come obiettivo quello di raccontare l’agghiacciante vicenda che si è consumata nelle scorse settimane in una via della città della Quintana. Mamma e 4 cuccioli di pochi giorni, infatti, sono stati uccisi e gettati dalla finestra di un condominio folignate.


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La troupe de Le Iene

Così Filippo Roma e il suo staff, dopo aver preso testimonianze di alcune vicine di casa del presunto responsabile,  nonché proprietario delle bestie uccise, ha atteso sotto casa anche il querelato nel tentativo di strappargli una qualche confessione. Un pregiudicato residente a Foligno, con obbligo di firma dai carabinieri e che avrebbe, secondo le testimonianze raccolte dalle telecamere di Mediaset, sparso terrore nella palazzina che abita. Davanti alle telecamere, l’uomo ha respinto le accuse di colpevolezza di maltrattamento dei suoi animali e le Iene gli hanno fatto perdere le staffe, fino a quando, dopo essersi rifugiato nella caserma dei carabinieri dove ha l’obbligo di firma, ha minacciato l’inviato: “Via via che t’ammazzo”.


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L’ombra delle fake news

Insomma, il risultato del servizio della famosa trasmissione tv è stato solo quello di far infuriare il querelato, proprietario anche di un pitbull che sarebbe ancora in suo possesso e per cui le due associazioni animaliste denunciatarie hanno richiesto il sequestro.

Ma a poche ora dalla messa in onda della puntata, trasmessa domenica in prima serata, l’avvocato Annalisa Campagnacci, difensore dell’associazione “Il grande Sogno” che per prima ha depositato alla procura di Spoleto la denuncia per maltrattamento di animali, uccisione e simulazione di reato, ha inviato a Mediaset una richiesta di rettifica per il servizio “Giustizia per il cane Asia e i suoi cuccioli”. Un servizio assolutamente inconcludente e che ha sortito solo l’effetto di mettere alla gogna un soggetto (il presunto responsabile n.d.r.), senza prima sapere se la procura abbia aperto o meno un procedimento su di lui“. Ma l’avvocato Campagnacci spiega come “La notizia verte su una circostanza venuta alla luce solo grazie alla denucia fatta dall’associazione “Il grande sogno”, il cui nome non si è fatto né è stata menzionata la denuncia e la richiesta di aiuto per salvare l’altro cane ancora con il presunto colpevole“. Questa omissione, continua Campagnacci porta ad una insufficiente ricostruzione dei fatti, tali da rendere il racconto non doverosamente completo. Secondo Campagnacci, durante la visita folignate, Le Iene avrebbero anche intervistato la polizia veterinaria che avrebbe potuto chiarire l’origine dell’indagine. “La sottoscritta ha prestato il consenso ad apparire in tv come legale dell’associazione, mentre nel servizio sono stati descritta come difensore dei condomini. Chieste spiegazioni, il giornalista della redazione di Mediaset avrebbe risposto che era un “errore calcolato“.

No alla gogna mediatica

Intanto, dopo le immagini che hanno mostrato a tutto il pubblico di Mediaset, non solo il volto del presunto responsabile ma anche la via del centro storico di Foligno dove risiede, l’odio e l’indignazione dei cittadini venuti a conoscenza del fatto tramite la tv  si sono riversati sui social. E’ stato anche creato un evento dove centinaia di persone da tutta Italia, con l’organizzazione di pullman e viaggi in compagnia sul treno, si sono dati appuntamento sotto l’abitazione di Foligno del presunto responsabile del maltrattamento ai 5 cani. “Insieme all’associazione animalista che difendo – conclude l’avvocato Campagnacci mettendo i puntini sulle i – vogliamo sottolineare che ci discostiamo nella maniera più assoluta dall’odio e dai proclami di linciaggio pubblico che nei giorni scorsi si sono scatenati sui social, invitando a placare l’animo di vendetta nei confronti di una persona che va aiutata affinché non nuoccia più a sè e a chi gli sta intorno. Grazie alle denunce fatte dalle due coraggiose associazioni e dalle testimonianze dei testimoni, sarà la giustizia a fare il suo corso“.