Volendola sdrammatizzare con una battuta verrebbe da dire che la Giostra della Quintana si è beccata una bella ‘pizza’ dalla Commissione Italia per l’Unesco.
La corsa verso il riconoscimento della massima manifestazione di Foligno, quale candidata italiana per entrare a far parte della lista ufficiale del Patrimonio immateriale dell’Umanità, si è infatti bruscamente interrotta, proprio quando sembrava aver imboccato la strada per il rush finale.
La delusione è servita, tanto per restare in tema: sarà la pizza l’unica candidata italiana, a sceglierla, nell’anno dell’Expo 2015 è stato lo stesso Governo, accogliendo la proposta sostenuta dal Ministero delle politiche agricole. Sotto il Vesuvio esplode la gioia per l’indicazione dell’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani’ supportata anche dall’ex ministro dell’agricoltura Pecoraro Scanio e da oltre trecentomila firma.
Sotto il torrino invece si resta con l’amaro in bocca. Oltre al danno c’è chi parla anche di beffa: documentandosi a fondo sulla vicenda, emerge chiaramente che la Giostra della Quintana era già stata scavalcata dalla Luminaria di Pisa, sotto l’egida ufficiale del ministero dei Beni culturali, tanto che in sede di esame, l’evento pisano è arrivato in una sorta di derby con la pizza napoletana.
Nella città della torre pendente lo sapevano da tempo: almeno dallo scorso undici marzo, quando lo stesso presidente della commissione italiana per l’Unesco, Giovanni Puglisi confermò pubblicamente la competizione finale tra la rievocazione storica e la bandiera della gastronomia italiana nel mondo. I pisani sottolinearono anche il fatto di aver ‘sbaragliato il campo storico culturale, superando altre due pretendenti’ ovvero il Rito dello scigiolimento del voto e della secolare festa di Sant’Efisio di Cagliari e la Giostra della Quintana di Foligno.
Nel frattempo a Palazzo Candiotti il lavorio stava proseguendo e sino a ieri i supporter hanno continuato a sostenerla votando l’apposita petizione on line. Ormai il dado è tratto: l’Italia, in verità, inoltrerà a Parigi una richiesta ‘e mezzo’ dando supporto anche all’arte della Falconeria, che ha ricevuto però sostegni pure da altre nazioni. Dal primo aprile al quindici novembre del prossimo anno, i valutatori indipendenti dell’Unesco dovranno dire l’ultima parola, intanto l’amministrazione comunale di Pisa non molla, e annuncia di riprendere l’iter per la prossima occasione.
La reazione dell’Ente Giostra, soltanto ieri a tarda serata attraverso una nota ufficiale.
“Siamo sorpresi della mancata candidatura della Quintana a patrimonio immateriale dell’Unesco e, anche se non abbiamo ricevuto ancora nessuna comunicazione ufficiale, prendiamo atto della scelta effettuata in favore dell’arte dei pizzaioli napoletani, ma siamo pronti a riprovarci”. Ha commentato così il Presidente dell’Ente, Domenico Metelli, l’esclusione della Quintana dalla candidatura a patrimonio dell’Umanità.
“L’Ente Giostra – ha dichiarato – ha vissuto comunque un’esperienza esaltante grazie al lavoro della speciale commissione coordinata dall’architetto Luciano Piermarini. E’ stata una bella esperienza che ci ha permesso di crescere culturalmente. Non molliamo e ci ricandideremo perché la Quintana merita questo riconoscimento. La corsa verso Parigi ha consacrato la nostra manifestazione perché abbiamo ricevuto il sostegno di tutte le istituzioni dell’Umbria, di tanti prestigiosi esponenti della cultura e di tantissima gente che ha dimostrato interesse e attaccamento nei nostri confronti”.
“Voglio ringraziare di cuore tutti – ha aggiunto – dal Presidente della Regione, Catiuscia Marini fino al più giovane quintanaro. Oggi – ha concluso il Presidente – non siamo nella lista del patrimonio immateriale dell’Unesco, ma abbiamo la certificazione che la grande Festa di Foligno è nel cuore di tutti gli umbri”.