E’ Fausto Cardella uno dei nomi buoni da lanciare come candidato civico superpartes in grado di mettere insieme M5s e Pd. Un nome, quello del procurato generale di Perugia, che circolava già da qualche giorno, con le quotazioni che sono schizzate in alto dopo il no di Brunello Cucinelli all’offerta di Luigi Di Maio.
Un profilo, quello di Cardella, che rispecchierebbe quello tracciato dal capo politico del Movimento 5 stelle. Ed al quale il Pd e gli altri partiti del centrosinistra, così come i movimenti civici sul campo, difficilmente potrebbero dire di no nel caso in cui il procuratore generale decidesse di accettare la candidatura. Per l’alto profilo istituzionale ed anche per la storia, personale e professionale, di Fausto Cardella, tutore della legalità ma anche impegnato in tante iniziative sociali. Le inchieste da lui seguite contro la Mafia in Sicilia e poi quelle sul sisma quando era procuratore a L’Aquila rappresenterebbero una garanzia per una regione chiamata, tra le altre priorità, ad arginare l’ingresso della ndrangheta calabrese, la corruzione ed alle prese con la gestione della ricostruzione post sisma in Valnerina e nelle altre zone terremotate.
Un colpo che sarebbe una risposta alle accuse rivolte ai cinquestelle di volersi accordare con il Pd dello scandalo Sanitopoli. Non a caso, dopo il rifiuti di Cucinelli (imprenditore di levatura internazionale, di fronte al quale anche Andrea Fora avrebbe fatto un passo indietro) i cinquestelle hanno sondato l’ambiente universitario, soprattutto tra il Dipartimento di studi giuridici. Per un’operazione simile a quella fatta un anno fa quando, come garante del Patto di Governo con la Lega, fu scelto Giuseppe Conte.
Un nome indicato dai cinquestelle e gradito al Pd ed agli partiti del centrosinistra, dunque. Cosa che a quel punto consentirebbe ai dem di far cadere le pregiudiziali poste da Di Maio sulla candidabilità dei consiglieri Pd uscenti, evitando ulteriori problemi ad un partito già alle prese con la scissione decretata da Matteo Renzi.
Andrea Fora, intanto, continua a giocare la sua partita. Sapendo che il tempo – a dieci giorni dalla scadenza del tempo utile per presentare le liste, ma è chiaro che entro giovedì, venerdì al massimo, il nodo del candidato presidente deve essere sciolto – gioca dalla sua parte. Anche da contatti avuti con lo stesso Di Maio avrebbe avuto la rassicurazione che, qualora non si arrivasse ad u altro nome spendibile, la pregiudiziale nei suoi confronti potrebbe essere fatta cadere. Ma i pentastellati in Umbria (tra cui il deputato Filippo Gallinella) premono perché il nome nuovo venga fuori ed il Movimento 5 stelle non sia costretto a ripiegare su un candidato civico ma “già scelto dal Pd“.