Città di Castello

“Campioni in cattedra”, il judoka Becchetti incontra gli studenti a Gubbio

Un gigante tra gli studenti. Si è svolto mercoledì mattina presso l’aula magna del liceo scientifico Mazzanti di Gubbio l’incontro tra Nicola Becchetti Campione Italiano Assoluto 2017 di Judo e finalista agli Europei 2015 e gli alunni della scuola secondaria di primo grado “Mastro Giorgio-Nelli”. L’iniziativa fa parte del ciclo di appuntamenti promossi dal Coni denominato “Campioni in Cattedra”. In queste giornate in cui il mondo della scuola e dello sport si incontrano rafforzando il loro ruolo educativo i campioni umbri, che si sono particolarmente contraddistinti per i risultati e per la propria condotta, rispondono alle domande degli studenti e raccontano la propria storia, fatta di successi e vittorie ma anche di sconfitte, difficoltà e fallimenti.

Ad aprire l’incontro è stato il tecnico del neo campione italiano, Mirco Diarena, che ha portato agli oltre 250 ragazzi presenti i saluti del Coni regionale e che ha illustrato brevemente i traguardi tagliati negli ultimi sette anni dal 23enne Nicola Becchetti.

Successivamente la parola è passata al campione del Kdk Fratta che ha spiegato ai ragazzi quanto sia stato difficile arrivare in cima alla classifica italiana e ai primi posti di quella europea (Nicola nel 2015 ha sfiorato la medaglia di bronzo agli Europei u23 di Bratislava).

Becchetti ha raccontato ad una platea sempre attenta e piena di curiosità, come agli inizi della sua carriera sportiva in molti dubitavano delle sue potenzialità. “Per alcuni personaggi illustri del nostro sport – ha raccontato Nicola – io non avrei mai potuto vincere niente di importante perché non ero abbastanza bravo. Oggi invece sono qui difronte a voi dopo aver battuto tutti gli atleti più forti d’Italia e dopo essermi giocato una medaglia agli Europei. Io non ho mi sono arreso alla mancanza di fiducia e di stima di quelle persone che ho sempre considerato come dei grandi campioni del mio sport e che guardavo con ammirazione. Ho creduto in me stesso, assieme alla mia famiglia, al mio allenatore e ai miei compagni di squadra e ce l’ho fatta”.

La storia di Becchetti, trionfatore della categoria dei pesi massimi e plurimedagliato in tutte le massime competizioni nazionali degli ultimi sette anni è piuttosto singolare. Nonostante i continui successi e la giovane età è stato sempre tenuto in disparte dall’elite del judo tant’è che Nicola ai recenti Campionati Italiani si è piazzato, da dilettante e civile, davanti a tutti i rappresentanti dei gruppi sportivi militari, professionisti pagati per rappresentare la propria squadra. Neanche la conquista del titolo sembra aver fatto cambiare idea ai dirigenti di queste importanti fucine di campioni. E così il “Campione triste” continua la sua sfida da solo, allenandosi in una piccola palestra della periferia di Umbertide con umiltà e determinazione.

Durante la mattinata si è toccato temi come il doping, i rapporti tra scuola e sport e tra compagni di squadra. Becchetti, in merito al primo punto, ha spiegato ai ragazzi “come chi si dopa sia soltanto un vigliacco. Come si fa ad esultare – ha detto ai giovani studenti – se sai di aver barato. Io onestamente non riuscirei a guardarmi allo specchio. Preferisco arrivare ultimo piuttosto che vincere con qualche espediente che mi tormenterebbe per sempre. La sconfitta fa parte del gioco, anzi, a volte è necessaria per migliorarsi. Per me conta solo dare il massimo”.

Gli studenti alla fine dell’incontro hanno strappato una promessa importante al campione umbertidese ossia quella di rivedersi a Gubbio tra quattro anni, dopo le Olimpiadi di Tokio, un altro traguardo che gli addetti ai lavori non ritengono possibile per il gigante umbro ma che per Becchetti rappresenta l’ennesima impresa impossibile da realizzare.