Campionessa in campo e fuori, Naomi Osaka regina Us Open - Tuttoggi.info

Campionessa in campo e fuori, Naomi Osaka regina Us Open

ItalPress

Campionessa in campo e fuori, Naomi Osaka regina Us Open

Dom, 13/09/2020 - 12:00

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Un primo set da dimenticare, prima di rialzare la testa e mettere le mani sul terzo Major della sua giovanissima carriera. Due anni fa, nella finale contro Serena Williams, il mondo del tennis femminile applaudiva il suo nuovo astro nascente, Naomi Osaka, giovane nippo-haitiana che qualche mese dopo si sarebbe confermata vincendo anche a Melbourne. Arrivata al vertice della classifica Wta, Naomi sembrava destinata a inaugurare una nuova era prima di una flessione che la vedeva uscire di scena anzitempo negli altri Slam. Anche il 2020 non era iniziato nel migliore dei modi, fuori al terzo turno degli Australian Open per mano della baby-prodigio Cori Gauff ma dopo il lockdown ecco la rinascita, in campo – finale al Western&Southern Open poi non disputata per un problema muscolare – e fuori, impegnata nella lotta al razzismo e alle diseguaglianze sociali al punto da costringere gli organizzatori del Premier newyorkese a sospendere gli incontri per una giornata. Un impegno proseguito a Flushing Meadows, dove prima di ogni match ha indossato una mascherina nera dedicata di volta in volta alle vittime della brutalità della polizia statunitense, l’ultima la 12enne Tamir Rice rimasta uccista nel 2014 in Ohio. “Il punto è far sì che la gente ne cominci a parlare e volevo che più persone vedessero più nomi possibili”. Mancava il sigillo finale sul campo, che è arrivato puntualmente all’Arthur Ashe Stadium. Viktoria Azarenka, altra ex numero uno in risalita dopo anni bui dovuti a problemi familiari, ha accarezzato a lungo il sogno di tornare a vincere uno Slam a oltre sette anni di distanza dall’ultima volta: 6-1 2-0 dopo meno di un’ora il parziale per la 31enne di Minsk. “A quel punto ho pensato che sarebbe stato molto imbarazzante per me perdere così”, rivela a fine match la Osaka, che come d’incanto ritrova colpi e continuità. E compie una rimonta che sa d’impresa: l’ultima a vincere una finale dell’Us Open dopo aver perso il primo set era stata Arantxa Sanchez contro Steffi Graf nel 1994. Delusa la Azarenka, che al “Western&Southern Open”, complice il forfait della stessa Osaka, era tornata a vincere un titolo nel circuito maggiore a quattro anni dall’ultima volta. “Ma non parlerei di delusione. Fa solo male, fa male perdere”, confessa la bielorussa, che si presentava forte di 11 successi di fila e appena due set persi a Flushing Meadows. Stasera l’ultimo atto del torneo, con la finale maschile fra Dominic Thiem e Alexander Zverev: pronostico leggermente a favore dell’austriaco in quella che sarà la finale più “giovane” in uno Slam (50 anni in due) da quella fra Djokovic e Nadal all’Australian Open 2012.
(ITALPRESS).

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