Incrementare l’offerta culturale cittadina, far vivere anche la parte alta di Assisi spesso percepita come luogo di passaggio. È questo l’obiettivo della riapertura del campanile di San Rufino, avvenuta domenica 15 ottobre 2017, una struttura che permette una vista mozzafiato di Assisi da uno dei punti più alti della città, finora inaccessibile al grande pubblico e oggetto di un recupero funzionale e oggetto di un recupero funzionale che ne ha permesso di nuovo la fruizione.
Grazie alla collaborazione tra la parrocchia di San Rufino e la Fondazione della Cassa di risparmio di Perugia, viene così restituito alla città un punto di interesse straordinario e panoramico, situato in un’area che solitamente rimane esclusa dai flussi turistici più cospicui ma che riveste una straordinaria importanza dal punto di vista spirituale, archeologico e storico-artistico.
L’accesso, da parte dei visitatori, sarà possibile sia dal sagrato del Duomo, adiacente al luogo che viene indicato come casa paterna di Santa Chiara, sia da via del Turrione; poi la salita, tramite scale, fino alla cella campanaria. Il campanile di San Rufino, cui si arriva dopo aver salito 130 gradini che sono stati messi in sicurezza mediante il montaggio di ringhiere di protezione e successivamente al restauro delle superfici calpestabili, sarà in seguito arricchito da due schermi che racconteranno la storia dell’Assisi romana e della Cattedrale.
All’apertura del campanile sono intervenuti, oltre a don Provenzi che ha detto “È con grande gioia che riapriamo il campanile, un sogno realizzato”, il vescovo Domenico Sorrentino (secondo cui anche attraverso opere come queste la Chiesa può essere vicina alla comunità), il vicesindaco di Assisi Valter Stoppini accompagnato dalla presidente del consiglio Donatella Casciarri e dagli assessori Simone Pettirossi e Veronica Cavallucci, Giampiero Bianconi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, l’ingegnere Claudio Menichelli che ha illustrato il restauro del campanile, figuranti, sbandieratori e tamburini della Compagnia Balestrieri, che ha restaurato l’orologio della Torre Campania, fermo da anni.
Elevata sopra una cisterna romana del II secolo a.C., la torre campanaria della Basilica Ugoniana era posizionata un tempo a sinistra dell’abside dell’antico edificio. Con la costruzione della nuova Cattedrale di San Rufino su progetto di Giovanni da Gubbio la torre, che venne a trovarsi a fianco facciata, fu sopraelevata. Oggi presenta cinque ordini (i primi due sono quelli che risalgono all’XI secolo, e all’interno del primo ordine si può ammirare l’antico meccanismo dell’orologio con una sola lancetta visibile poi sulla facciata esterna, sino all’arrivo dove è posto il ‘castello’ con le campane, anch’esso visitabile), segnati da cornici marcapiano e scanditi da paraste ed archetti pensili. Nella prima zona c’è un orologio, mentre la cella campanaria ha doppie bifore molto ampie, con archi a tutto sesto. La campana più antica, proveniente dall’Abbazia di San Benedetto sul Subasio, riporta il nome di Bono da Pisa e la data 1287.