K4Up, Overing, Aria, Cesd: sono queste le ultime vertenze sindacali che la Cgil ha sollevato nel mondo dei call center in Umbria. Siamo “nel completo silenzio delle istituzioni regionali” lamenta Marta Melelli, del direttivo nazionale della Cgil, di fronte ad una “situazione di grave precarietà, a cui si deve immediatamente far fronte“. Quanto accade a Terni e Perugia dunque per il sindacato è situazione di “estremo disagio“, che non deve “più essere tollerata“: è come se si fosse scoperchiato il vaso di Pandora lavoro out-bound e in-bound “sottopagato e a garanzie zero“.
Per la Cgil, i call center sono popolati anche da “giovani, ma soprattutto lavoratori non di prima occupazione, esclusi e poi rientrati nel mondo del lavoro, in maggioranza donne, ricattabili e da anni precari, molto spesso sottopagati e con condizioni lavorative surreali e disumane. Un esercito di lavoratori ignorati, non sindacalizzati, privi di informazioni e tutele. Le voci umbre dei call center iniziano a farsi sentire, rivendicando contratti adeguati alle reali mansioni e che garantiscano stabilità, dopo continuativi rinnovi, contro malcelate ristrutturazioni aziendali o delocalizzazioni alla ricerca di un ancor più basso costo del lavoro”.
E ce n’è anche per Renzi e la sua squadra di governo, che “esulta per i primi discutibili risultati del Jobs Act, mentre in Umbria appare sempre più evidente una diffusa flessibilità contrattuale, che non porta certo la nostra Regione a ripartire per il verso giusto e garantire un futuro solido a famiglie e giovani. Per prevenire gli abusi e intervenire non solo quando i lavoratori sono posti di fronte al ricatto, alla marginalità e all’incertezza, è necessario innanzi tutto mappare la geografia dei telemarketing in Umbria, e mettersi al servizio dei lavoratori portando loro informazioni, contro le prevaricazioni di grandi aziende che sfruttano frantumazione e basso potere contrattuale di questi, criticità ampliate ancor più dal Jobs Act. La precarietà produce effetti sociali gravissimi, e la Regione non può restare insensibile di fronte a tali richieste di aiuto”.