di Giulia Argenti
“È cambiata stagione, ma siamo sempre qui” ironizza una di quei 70 operatori del call center Key for up-Overing che a rientrare per “lavorare gratis” non ci pensano proprio dopo la sospensione del pagamento degli stipendi e che si sono ritrovati ancora questa mattina di fronte ai locali dell’azienda, in via Bramante, per ribadire la loro posizione.
Quella dei 70 collaboratori, zoccolo duro della protesta vs Key for up-Overing, è una battaglia che si trascina ormai da mesi, tra presidi, riumioni fiume e promesse non mantenute.
Era il 28 febbraio quando i lavoratori del call center ternano, appoggiati dalle rappresentanze sindacali, si riunivano per la prima volta a presidio dell’azienda per reclamare il pagamento delle mensilità dovute. A quel giorno di presidio ne sono seguiti molti altri e numerosi sono stati anche i tavoli in Prefettura alla presenza del prefetto Gianfelice Bellesini e dei vertici dell’azienda. Incontri questi che secondo i collaboratori si sono susseguiti, a colpi di rimandi e annunci mai rispettati, senza portare a nulla di concreto e facendo crescere ulteriormente l’esasperazione dei lavoratori. “L’azienda” spiega un’operatrice “si è sempre mossa addossando ad altri le colpe, senza mai assumersi le proprie responsabilità, ha continuato a fare il bello e il cattivo tempo. Il pagamento della metà di gennaio lo abbiamo ricevuto solo a fine marzo, entro il 30 aprile ci era stato promesso il pagamento della mensilità di febbraio, ma ad oggi ancora non abbiamo visto nulla”. Sempre a detta degli operatori che protestano, parte della responsabilità di questa situazione andrebbe imputata alle rappresentanze sindacali che avrebbero preferito continuare a proporre nuovi e ben poco concreti incontri con i vertici aziendali, ragionando l’ipotesi di un “possibile cambio della tipologia contrattuale” piuttosto che puntare i piedi chiedendo prima di tutto l’immediato pagamento degli stipendi (come chiedevano a gran voce i lavoratori in sciopero).
Tutto ciò ha portato ad una profonda spaccatura tra fronte sindacale e maggioranza dei colaboratori, che anche oggi hanno voluto ribadire la loro distanza rispetto alla posizione delle Rsa. “I sindacati sono stati senza dubbio la nostra più grande delusione, ci hanno lasciati soli, come hanno fatto anche tutte le istituzioni che avevano promesso di impegnarsi in prima linea per risolvere la vertenza, se lo avessero voluto davvero, si sarebbero mossi diversamente” affermano i lavoratori.
La posizione dei collaboratori è ormai chiara, tutti sono d’accordo nell’affermare che anche se alcuni, dei loro colleghi sono rientrati sul posto di lavoro, loro proprio non ci stanno: “Tornare? E per cosa? Per lavorare gratis? L’azienda è indebitata e continua a ventilare l’ipotesi di un finanziamento, ma non ci fidiamo più. La nostra situazione lavorativa con contratto a progetto era già di per sé penalizzante. Ci sono persone che hanno un affitto, un mutuo da pagare, famiglie da mantenere, piuttosto che lavorare gratis preferiamo continuare la nostra battaglia” spiegano, tenendoci inoltre a precisare che alcuni dei colleghi, pur condividendo le loro posizione, non sono potuti essere presenti alla protesta di oggi poiché data la situazione, hanno iniziato a cercare un impiego altrove.
“Fossimo stati in cinque o sei a non voler rientrare, si sarebbe potuto pensare che eravamo noi a sbagliare, ma siamo in più di settanta, possibile che siamo tutti impazziti? Non saremo le Acciaierie di Terni, ma siamo pur sempre 70 dipendenti praticamente disoccupati”.