Assisi

Calendimaggio di Assisi, dopo quasi 50 anni la vittoria del ’72 è Nobilissima

È “storicamente accertato” che la Nobilissima Parte de Sopra abbia vinto il Palio del 1972, mentre non è altrettanto certo e documentabile che la modifica fatta nel 1996 dietro richiesta della Magnifica Parte de Sotto fosse una modifica ufficiale. Per questo motivo, il Collegio dei Saggi ha deciso che il Palio del 1972 del Calendimaggio di Assisi, che da decenni fa discutere i Partaioli della città serafica, è da considerare non un ex aequo, come avvenuto dal 1996 ad oggi, ma blu. Ossia, una vittoria della Nobilissima.

La decisione è stata festeggiata, nella prima serata dell’11 settembre (giorno in cui è stata resa nota) con una scampanata dalla Cattedrale San Rufino, con tanto di Palio e partaioli Nobilissimi; non è un segreto infatti che il parroco di San Rufino, don Cesare Provenzi, sia uno sfegatato tifoso blu. Presente anche una rappresentanza dei Partaioli del 1972, forse quelli che più di altri hanno un motivo di festeggiare.

E se il Nobilissimo Priore Maggiore Aleardo Pelacchi si rallegra (“Siamo contenti di veder confermato il nostro diritto, in cui abbiamo sempre creduto. Un pensiero a chi non è più con noi, ma che ha sempre lavorato per lo stesso obiettivo“), è infuriato il Magnifico Priore Maggiore Massimiliano Della Vedova. “Dopo 47 anni – la sua nota – tre persone appartenenti al collegio dei Saggi, che peraltro sono in scadenza di mandato tra una settimana, così come i vertici del Calendimaggio e i consigli di Parte, hanno deciso di riscrivere la storia, dando una sentenza per poi lavarsene le mani. Venerdì sera, all’assemblea di Parte, manifesterò la volontà di lasciare nell’immediato e di non essere più a disposizione della Parte per la massima carica, rimettendo incarico ai partaioli. A una settimana di distanza dal termine dell’incarico dei Saggi, trovo la decisione davvero una presa in giro. Chi vuole fare la festa con questi paletti la faccia, ma così non è una Festa“.

Ma cosa dice il Collegio dei Saggi? Considerata la delicatezza della vicenda, la memoria finale è di ben 15 pagine, in cui tra l’altro si spiegano le motivazioni del ritardo – la decisione è attesa da aprile, ma ci sono state delle lungaggini burocratiche  – e si cassano alcune proteste, come quelle relative a delle parentele tra alcuni dei Saggi, tre in totale, e alcuni vertici della Nobilissima. In estrema sintesi, la Parte de Sopra vince la ‘causa’ e il Palio del 1972 perché ha saputo dimostrare una verità “storica”; ossia che detto è “ufficialmente” stato vinto, ma non altrettanto “ufficialmente” revocato. I Saggi hanno scelto di “privilegiare i documenti scritti assistiti da una plausibile ufficialità ovvero corroborati da una pluralità di fonti”, ma senza  “procedere ad audizioni testimoniali, pur richieste dalle parti, siccome oggettivamente inidonee a contrastare le suddette risultanze documentali, anche in considerazione del tempo trascorso dagli accadimenti”. Peraltro le stesse Parti hanno permesso di decidere in tal senso, visto che “Parte de Sotto contesta il valore probatorio delle pubblicazioni prodotte dalla Parte de Sopra, ove il Palio risultava a tale ultima assegnato, proprio perché prive di tale ufficialità, la Parte de Sopra, da parte sua, lamenta che quanto dedotto dalla Parte de Sotto circa gli accadimenti del 1996 non troverebbe riscontro in alcuna documentazione ufficiale”.

Il primo fatto ‘storico’ da accertare – si legge tra l’altro nelle motivazioni – è la vittoria della Parte de Sopra nella edizione 1972 del Calendimaggio. Il punto, invero, non sembra neppure effettivamente controverso poiché la contestazione, fin dalle prime battute, ha riguardato l’operato anomalo della Giuria ed il
‘modo’ — per sorteggio o per punteggio – con cui ha assegnato il Palio alla Parte de Sopra. Su tale vicenda – rilevano i Saggi – vi sono copiose risultanze documentali e tutte univoche, nell’evidenziare l’estrema incertezza causata da una votazione della Giuria che vedeva dapprima vittoriosa la Parte de Sopra, corretta però all’ultimo momento da uno solo dei due giurati della ‘recitazione — scenografia’ e determinante la parità; poi il sorteggio che vedeva nuovamente vittoriosa la Parte de Sopra ed infine il rifiuto del ‘sorteggio’ come modalità di assegnazione, da parte di entrambi i rappresentanti delle Parti. Insomma, ve n’era abbastanza – considerando la ‘sensibilità’ delle Parti al riguardo – per trascinare le polemiche fino ai giorni nostri. Tuttavia, molto opportunamente, il Presidente dell’Ente Calendimaggio di allora, Renato Angeletti, pensò bene di porre quanto prima un rimedio a tale stato di gravissima confusione, convocando in via d’urgenza il ‘Comitato’ dell’Ente (l’attuale ‘Consiglio Direttivo’) lo stesso giorno 2 maggio, alle ore 19 e 30 (i verbali della giuria erano stati chiusi alle ore 1,10 dello stesso giorno), ed ottenendo di mettere un punto fermo sulla vicenda. Come si legge nel verbale della riunione 2.5.1972 del Comitato, il Presidente propose ‘pur dando atto alle parti di non volere il Palio per sorteggio, di consegnare il Palio alla Parte de Sopra’ e, sia pure con gli anzidetti ‘distinguo’ dei rappresentanti delle Parti, alla fine la proposta venne accettata: il verbale così si conclude: ‘/a seduta viene sciolta e il Palio viene consegnato alla Parte de Sopra’“.

Nel caso del 1996, invece, quando avvenne la novazione che fece diventare il Palio ex aequo, Parte de Sotto non ha saputo dimostrare che tale decisione fosse ufficiale. “La Magnifica lamenta come non siano più rinvenibili i verbali delle riunioni del Consiglio dell’Ente di quel periodo (ed ipotizza addirittura che non siano andati distrutti per mera casualità). Ciò è in parte contraddetto dalle produzioni della Parte de Sopra che, in controprova, ha depositato numerosi avvisi di convocazione di quel periodo, sempre reperiti presso l’Archivio di Stato; avvisi in cui non compare tale argomento. Va precisato come non possano valere quale ‘prova’ idonea le varie pubblicazioni che, a partire dall’Annuario/Albo d’oro del 1996, riportano lo ‘ex aequo’ per l’edizione 1972 del Calendimaggio. Ed infatti, gli anzidetti dati di fatto, pur di per sé assodati, non appaiono possedere quel significato sufficientemente univoco, atto a dimostrare la presunta ed ufficiale ‘volontà’ dell’Ente Calendimaggio di modificare quel risultato. I fatti medesimi potrebbero essere stato il frutto di un mero errore, più o meno ‘colpevole’“. Peraltro, secondo i Saggi, viste le numerose polemiche che il Palio del 1972 ha portato con sé nel corso degli anni, anche in assenza di una documentazione dell’Ente certa sul 1996, “ove il Consiglio Direttivo dell’Ente fosse stato veramente convocato per affrontare una simile decisione, ciò non sarebbe potuto passare sotto silenzio ed anzi, avrebbe suscitato un clamore sicuramente memorabile; e dunque, e facilmente dimostrabile“.

In virtù di questa decisione, dunque, i Saggi stabiliscono “l’esecuzione del ricamo della data “1972” sul vecchio stendardo custodito presso il Comune, a cura e spese della Parte de Sopra; la correzione delle pubblicazioni online riconducibili all’Ente Calendimaggio ed alle due Parti, con l’indicazione della attribuzione alla parte de Sopra della vittoria per sorteggio nella edizione del 1972; che nelle future pubblicazioni riportanti le vittorie nella Festa del Calendimaggio, l’edizione del 1972 venga annoverata fra quelle appannaggio della Parte de Sopra, per sorteggio“.