Il Calendario venatorio dell’Umbria, sostanzialmente, va bene così com’è. Anche se restano i nodi relativi alla tortora (e qui si è legati ai tempi della rendicontazione dei tesserini) e al piano nazionale per la gestione del cinghiale rispetto al rischio peste suina africana. Saltata l’ipotesi di anticipare la caccia al colombaccio, il resto delle date vanno bene così come sono. Anche se nell’area ternana si continua a lamentare la mancata diversificazione tra le province sui tempi della caccia al cinghiale.
La possibile anticipazione in tutta l’Umbria della caccia al cinghiale al 1°ottobre è stata riproposta dai consiglieri del Pd (Paparelli e Bettarelli) e della Lega (Mancini e Pastorelli), in ragione del lievitare dei costi dei danni alle colture e dei rischi di diffusione della Psa. Una proposta “irrispettosa”, la replica stizzita dell’assessore Morroni, rispetto all’accordo raggiunto, a maggioranza, in sede di Consulta faunistico venatoria sulla data del 16 ottobre per tutti.
Si attendono comunque indicazioni dal Governo nazionale, dove si sta valutando l’ipotesi di ampliare a 5 mesi in via straordinaria la caccia al cinghiale.
Proprio sul cinghiale c’è stato un ampio dibattito, anche rispetto al Piano che la Regione sta preparando per gli Atc sulla base di questo chiesto dal commissario straordinario per la Psa. Rispetto ai danni alle colture (aumentati nell’importo per l’aumento dei prodotti agricoli di questi mesi) nell’Atc 1, dove i danni ammontano a circa 670 mila euro (quasi il doppio degli altri due Atc insieme) si ripropone il problema della carenza di risorse e quindi del possibile aumento delle quote per i cacciatori. Un problema che secondo l’Atc 1 è legato all’errore in partenza nell’attribuzione di quote e risorse da parte della Regione.
L’Atc 2, con dotazione di 195mila euro ha potuto risarcire i danni al 100 per cento e trattenere risorse per fare altro. Lo stesso ha potuto fare l’Atc 3 con risorse pari a 245mila euro. Mentre l’Atc 1, pur contando su 673mila euro, ha potuto risarcire solo il 74 per cento del totale delle richieste per danni, interessando un territorio con superfici coltivate molto più estese. È stato fatto notare che con un fondo unico si sarebbe
potuto ripagare tutti.
Quanto alla tortora, gli uffici regionali stanno lavorando all’applicazione concreta in Umbria del piano nazionale. Il problema è legato ai tempi di lettura dei tesserini, per la data del 4 settembre. Alcune associazioni venatorie ritengono che tale data possa essere sacrificata, qualora questo possa portare a ricorsi contro l’intero Calendario venatorio.
Al momento il proposito resta quello di effettuare un apposito addendum, con le date del 1° e dell’11 settembre, così da avere il tempo necessario per la rendicontazione.
Dopo l’audizione delle associazioni venatorie e agricole, è arrivato il parere favorevole al testo del calendario venatorio proposto dalla Giunta da parte di tutti i componenti la commissione. Anche se i consiglieri della Lega Pastorelli e Mancini e la stessa presidente di commissione, Eleonora Pace,
hanno voluto sottolineare che le responsabilità, nel caso qualcosa dovesse rivelarsi inadeguato, ricadrebbero esclusivamente su assessore e associazioni, che si sono trovati concordi nel difendere l’intesa raggiunta nel percorso partecipativo.
Il Calendario venatorio 2022-23 ricalca lo stesso schema degli anni scorsi sia per i tempi che per le modalità: la stagione si aprirà domenica 18 settembre, altri giorni del mese saranno mercoledì 21, sabato 24, domenica 25 e mercoledì 28 settembre.
Per la restante stagione venatoria, la caccia è consentita per tre giorni alla settimana a scelta del cacciatore, fermo restando il silenzio venatorio nei giorni di martedì e venerdì. Non è prevista, al momento, la preapertura con l’inserimento della specie tortora, perché per tale specie ci sono prescrizioni molto precise che dicono di ipotizzarne il prelievo solo in presenza di dati certi, risultanti dalle precedenti stagioni venatorie, i cui tesserini sono ancora in fase di controllo. Un eventuale aggiornamento della situazione potrebbe rimettere in gioco una preapertura nelle prime domeniche di settembre. L’assessore
Morroni ha annunciato che a metà luglio vi sarà un nuovo momento di incontro e partecipazione con i rappresentanti di tutte le associazioni.
Dal 18 settembre 2022 al 31 ottobre 2022 alla QUAGLIA; dal 18 settembre 2022
al 31 dicembre 2022 alle seguenti specie: CONIGLIO SELVATICO – FAGIANO
(maschio) – MERLO – STARNA • PERNICE ROSSA- SILVILAGO; dal 1 ottobre 2022
al 31 dicembre 2022 alle seguenti specie: ALLODOLA; dal 18 settembre 2022 al
30 novembre 2022 per la specie FAGIANO femmina; dal 18 settembre 2022 al 30
gennaio 2023 alle seguenti specie: ALZAVOLA – MARZAIOLA- GERMANO REALE –
COLOMBACCIO – GHIANDAIA – CORNACCHIA GRIGIA – GAZZA – BECCACCIA-BECCACCINO
– CANAPIGLIA – CESENA – CODONE – FISCHIONE – FOLAGA – FRULLINO – GALLINELLA
D’ACQUA – MESTOLONE-MORETTA-PORCIGLIONE – TORDO BOTTACCIO – TORDO
SASSELLO-VOLPE; dal 18 settembre 2022 al 11 dicembre 2022 alla specie: LEPRE;
dal 16 ottobre 2022 al 16 gennaio 2023 alla specie CINGHIALE nelle forme
previste dal R.R.34/1999, esclusivamente nei giorni di giovedì, sabato e
domenica. Per il prelievo di questa specie si raccomanda l’utilizzo di
munizioni atossiche. Nelle aziende faunistico venatorie il prelievo delle
specie autorizzate, effettuato comunque nel rispetto dei piani di prelievo
autorizzati, inizia il 18 settembre 2022 e termina il 31 dicembre 2022, con
esclusione delle specie FAGIANO (maschio e femmina), VOLPE, GERMANO REALE,
COLOMBACCIO che possono essere prelevate fino al 30 gennaio 2023. Nelle
aziende agrituristico-venatorie il prelievo delle specie autorizzate ha
inizio il 18 settembre 2022 e termina il 30 gennaio 2023. Per la salvaguardia
delle popolazioni svernanti di beccaccia in occasione di eventi climatici
avversi l’Amministrazione Regionale si riserva la possibilità di sospendere
la caccia alla specie in occasione di ondate di gelo che si prolunghino per
più di tre giorni consecutivi, adottando un provvedimento di sospensione con
determinazione dirigenziale e relativa pubblicazione dello stesso sul sito
regionale e sui principali mezzi di informazione.
L’esercizio venatorio è consentito secondo gli orari di seguito specificati:
dal 18 settembre al 30 settembre dalle ore 6.20 alle ore 19,15; dal 1 ottobre
al 16 ottobre dalle ore 6,30 alle ore 18,45; dal 17 ottobre al 29 ottobre
dalle ore 6,45 alle ore 16.30; dal 30 ottobre al 15 novembre dalle ore 6,00
alle ore 17,15 (ora solare); dal 16 novembre al 30 novembre dalle ore 6,15
alle 17,00; dal 1 dicembre al 15 dicembre dalle ore 6,30 alle ore 16.45; dal
16 dicembre al 31 dicembre dalle ore 6,45 alle ore 17.00; dal 1 gennaio al 15
gennaio dalle ore 6,45 alle ore 17,15; dal 16 gennaio al 30 gennaio dalle ore
6,30 alle 17.30. Fanno eccezione: la caccia di selezione agli ungulati,
consentita da un’ora prima del sorgere del sole fino a un’ora dopo il
tramonto; la caccia alla beccaccia, che inizia un’ora dopo e termina un’ora
prima degli orari di cui sopra.
Per ogni giornata di caccia a ciascun titolare di licenza è consentito
abbattere i seguenti capi di selvaggina: FAGIANO- STARNA – LEPRE COMUNE –
CONIGLIO SELVATICO: due capi complessivamente di cui una sola LEPRE e una
sola STARNA; QUAGLIA, CODONE: 5 capi con un massimo di 25 capi a stagione;
TORDO BOTTACCIO – TORDO SASSELLO • MERLO e CESENA: 20 capi
complessivamente; ALLODOLA: 10 capi con un massimo di 50 capi a stagione;
ALZAVOLA- CANAPIGLIA- FISCHIONE – GERMANO REALE – MARZAIOLA – MESTOLONE –
MORETTA- FOLAGA – GALLINELLA D’ACQUA – PORCIGLIONE – BECCACCINO – FRULLINO –
COLOMBACCIO: 10 capi complessivamente; BECCACCIA: 3 capi con un massimo di 20
capi a stagione. II numero massimo complessivo di capi di selvaggina
migratoria che è consentito abbattere giornalmente è di 20 unità.