Si è conclusa con una sentenza di improcedibilità, da parte del Consiglio di Stato, la guerra tra le associazioni ambientaliste da una parte e la Regione Umbria e le associazioni venatorie dall’altra.
L’appello era stato proposto dalle associazioni ambientaliste nei confronti della sentenza del Tar Umbria n. 670-2024 che aveva riconosciuto la correttezza del Calendario Venatorio per l’anno 2024-2025.
Oggetto di giudizio erano i provvedimenti con cui la Regione Umbria aveva adottato il Calendario venatorio per la stagione 2024-2025. Ma l’eventuale accoglimento delle censure mosse da parte degli ambientalisti avrebbero creato un precedente anche in vista delle date di chiusura per la caccia alle specie beccaccia e tordo relativamente ai futuri Calendari venatori.
Il Consiglio di Stato ha però deciso che, finita l’efficacia del Calendario venatorio 2024-25, risulta inutile un giudizio di merito. E questo perché, come si legge nel provvedimento, “la parte appellante, con la richiesta di passaggio in decisione della causa, si è limitata ad insistere per l’accoglimento dell’appello deducendo genericamente ‘la perdurante attualità delle censure mosse’.
Decisione che, dunque, non fissa in tal senso paletti particolari sulle date di chiusura delle specie per le quali gli ambientalisti avevano mosso censure.