Calendario venatorio, Gunnella: serve più coraggio - Tuttoggi.info

Calendario venatorio, Gunnella: serve più coraggio

Redazione

Calendario venatorio, Gunnella: serve più coraggio

Dom, 14/04/2024 - 20:47

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In queste ore, dopo la Consulta e come si legge sulla stampa, la Regione Umbria invia alle associazioni di categoria ben “capate” il testo del Calendario venatico 2024/2025.

Semmai, ciò che noi di CONFAVI vorremmo è che, dopo averlo adottato, presentato, discusso, aggiornato, redatto, lavato & stirato, esso venisse pubblicato entro e non oltre il 15 di giugno così come dispongono tassativamente i postulati nazionali e regionali da oltre trent’anni!

Perché dico questo? Semplicemente perché in Umbria, per motivi comprensibili solamente a pochi eletti, il Calendario venatorio regionale viene reiteratamente pubblicato con ritardi a dir poco censurabili.

Le conseguenze? Gli ambientalisti gongolano, il TAR dell’ Umbria si ritrova ogni anno a districare ricorsi tanto bislacchi da far scompisciare dalle risate perfino i nostri cani da caccia e i membri dei chiacchieratoi regionali si limitano a far spallucce, tanto se sospendono l’ attività venatica a loro che a caccia non vanno, che gliene cale? E i cacciatori che hanno già pagato la licenza? Fanno la calzetta in attesa che finisca la quaresima. Bene; abbiamo detto che il “nuovo” almanacco è già in circolo per gli “aggiustamenti” e al vaglio della cabina di regia blasonata.

Oddio, in verità, per qualcuno di questi cortigiani, il blasone risulta un po’ sdrucito, usurato da anni e anni di sudditanza. Ma tant’ è. Perché, come ben sappiamo anche la minestra più gustosa, se riscaldata più volte, finisce per diventare stantia. Così accade pure nel palinsesto venatico di casa nostra, dove le abitudini, se maldestre, finiscono per portare tutti all’ assuefazione tombale. Ci avete fatto caso? Nessun cacciatore fa più incontri, né tantomeno manifestazioni di piazza per resuscitare la caccia. Chissà perché solo un collega mi scrive in queste ore da una regione al di sopra di ogni sospetto chiedendomi: ma il tuo Calendario venatorio di quest’ anno non ti sembra un tantino complicato? Mi vien da ridere. Tuttavia, il rispetto che mi lega al mio amico d’ infanzia, mi suggerisce una risposta maliziosa: ti ricordi cosa diceva ai giornalisti che seguivano il Giro d’ Italia il “Ginaccio nazionale”, rivale di Fausto in bici, ma amico suo in caccia? “L’ è tutto sbagliato. L’ è tutto da rifare!”. A cominciare dal nome: Calendario venatorio. Chi, avvezzo alla caccia cacciata, identificherebbe mai “venaria” in un almanacco plasmato anche quest’ anno da chi non si alza mai alle cinque per andare a caccia e che, da politici regionali senza licenza quali sono, non potranno mai verificarne, de visu, l’ applicazione pratica? Voglio far notare a lor signori che i postulati della L. 157/92 furono discussi trentuno anni orsono da gente che, pur con i loro difetti e fuori dal Parlamento, perlomeno ne conoscevano per filo e per segno ogni segreto, semplicemente perché vivevano le loro proposte sul campo.

Come fate voi, invece, a spiegare tutte le sbadataggini, le invenzioni e le omissioni contenute nel “vostro” Calendario regionale che dovrebbe normare di per sé la “Pianificazione del territorio” e la “Programmazione del prelievo della fauna omeoterma” della nostra regione? Politici della politica non venatoria! Studiate! Voi che vi ostinate a parlare di un territorio libero che non esiste più da oltre trent’ anni! Ripassatevi i criteri espressi dal libercolo edito dall’ INFS e voluto dalla riforma del 1992, piuttosto, prima di parlare di caccia con chi la conosce perché la pratica.

Lasciate perdere le app, i tesserini elettronici o, peggio l’ intelligenza artificiale, che con la caccia cacciata ci capano come i cavoli a merenda. Sappiate che noi della venaria vera, a differenza di tanti altri, siamo stanchi di tracciar crocette per confermare che “non siamo dei robot”. Noi e i nostri cani cerchiamo il campo con selvaggina presente, non il “campo” del telefono! Ai cacciatori queste cose fanno venir l’ orticaria, perché fanno a pugni con l’ etica umana e l’ istinto animale. In fondo la Natura, come asseriva Eraclito da Efeso, altro non è che “lo sfondo immutabile che nessun dio fece e che a nessun uomo è dato di modificare”.

Meno sudditanza da ISPRA, quindi in Calendario. E più coraggio. Più potere contrattuale su ciò che è obbligatorio, ma non vincolante. Usate a tutto tondo e con consapevolezza le “Deroghe” (storno e fringuello). Stanziale & migratoria: prima domenica di settembre. Interventi sulle specie opportunistiche e pericolose tutto l’ anno. A ben guardare, perfino le normative aiutano in tal senso. Al contrario dei Calendari che ci fate ingollare tutti gli anni! Ricordatevelo: nessun cacciatore vorrebbe mai modificare una Natura con la quale ne condivide le sorti a ogni uscita! E allora…W Eraclito!

Sergio Gunnella ACR-CONFAVI UMBRIA

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