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Calendari venatori in ordine sparso | “Ma non sparate sulle associazioni”

Calendari venatori, si va in ordine sparso sulle preaperture. Con il prelievo della tortora che, dopo Campania e Umbria, salta anche in Toscana, Lazio ed Emilia Romagna. In Venato il Tar ha sospeso in via cautelare la preapertura alla tortora, mentre in Abruzzo è stato sospeso completamente il Calendario venatorio fino all’8 settembre.

Ma c’è ci sono Regioni che hanno fatto altre scelte. E’ il caso delle Marche, dove è stato dato il via libera con un carniera limitato. E lo stesso hanno fatto, pur con modalità di prelievo differenti, altre Regioni, come la Calabria (carniere dimezzato), la Puglia, la Sicilia (pur in attesa di definizione delle specie cacciabili nelle cinque giornate di preapertura), la Basilicata, la Sardegna, Piemonte (niente tortora, ma cinque giornate per il colombaccio).

Le associazioni venatorie: serve una soluzione entro il 30 agosto

Le associazioni venatorie riunite nella Cabina di regia nazionale (Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia, Ente Produttori Selvaggina)  hanno scritto quest’oggi (giovedì 26 agosto) una lettera a indirizzata al presidente della Conferenza Stato-Regioni Massimiliano Fedriga e al ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini affinché si trovi una soluzione, entro il 30 agosto, al problema della mancata approvazione del Piano nazionale di gestione della tortora. E questo nonostante un accordo sul prelievo di questa specie fosse già stato concordato lo scorso aprile.

Da allora, però, il Piano non è stato esaminato e diverse Regioni, per non rischiare l’annullamento dei Tar, hanno tolto le preaperture per la caccia a questa specie dai loro Calendario venatori.

Sparvoli: non sparate sulle associazioni venatorie

La delusione dei cacciatori che hanno visto saltare le preaperture, in alcuni casi si è trasformata in rabbia e critiche verso la politica, ma anche verso le associazioni venatorie. Che replicano ricordando di non avere potere decisionale e di essersi mosse anche a livello nazionale, appunto attraverso l’azione della Cabina di regia.

“Dopo tutte le amarezze e le delusioni provate in questi ultimi anni – commenta il presidente nazionale della Libera Caccia, Paolo Sparvoli – è comprensibile che nei cacciatori subentri una sorta di scoraggiamento e monti una grande rabbia. Ciò che non è accettabile, però, è il fatto che alcuni cacciatori accusino i loro rappresentanti di tutti i torti che sono costretti a subire, specialmente durante la preparazione dei calendari venatori”.

Sparvoli parla del “comportamento remissivo di assessori che non hanno gli attributi per contrastare le posizioni dei soliti ben noti dirigenti che seguono l’andazzo della moda anticaccia”.

La Cabina di regia

Per questo ritiene che “scaricare sulle associazioni venatorie queste colpe è ingiusto e diventa insopportabile se le lamentele coinvolgono anche la nostra associazione che viene accusata di non lottare abbastanza in difesa della caccia e di essersi appiattita nella Cabina di regia”.

“Far parte di questa struttura interassociativa – spiega – è una necessità di natura tecnica, logistica e organizzativa, e la grande importanza di questa posizione comune è sotto gli occhi di tutti, specialmente quando c’è la necessità (come è accaduto recentemente con l’ennesima proposta referendaria) di fare fronte comune contro minacce che nessuna associazione potrebbe fronteggiare da sola”.

Tuttavia ribadisce che l’adecisione della Libera Caccia “non è certamente né rinunciataria né passiva ma sempre estremamente critica e attenta affinché non vadano persi i principi che sono alla base del nostro Statuto e della nostra tradizione”.

Mobilitazioni contro Regioni e Ispra

E mette in guardia dalle divisioni tra cacciatori, di cui possono beneficiare proprio i nemici della caccia. “Chiediamo a tutti i cacciatori – è perciò l’appello di Sparvoli – di non arrendersi di fronte alle difficoltà e, soprattutto, di continuare a dare fiducia a chi non ha mai svenduto ad interessi di partito la dignità e la libertà dei cacciatori italiani. Da parte nostra confermiamo di essere pronti ad avviare una vera e dura protesta contro quelle Regioni così rinunciatarie, e contro un Ispra troppo politicizzato che continua ad avere atteggiamenti anticaccia pregiudiziali di stampo più ideologico che scientifico e spesso del tutto incomprensibili”.