Bettarelli chiede alla Regione Umbria di seguire l'esempio di Emilia Romagna, Toscana, Marche e Basilicata
Istanza per consentire anche in Umbria di cacciare, nei giorni arancioni, all’interno del proprio Atc e non solo nei confini regionali. Ad annunciare la presentazione di un’interrogazione è il consigliere Bettarelli (Pd). Che chiede “come mai la Regione Umbria non sia ancora arrivata a pronunciamento sulla possibilità di praticare attività venatoria
al di fuori del proprio comune di residenza in zona arancione, se sia stata
presa in considerazione dall’Assessorato competente l’opportunità di
prolungare il periodo di prelievo della specie cinghiale e di valutare la
riduzione della tassa regionale per la stagione 2020/2021”.
Critiche alla caccia durante “L’eredità”:
il caso Insinna segnalato ai vertici Rai
L’esempio di Emilia, Marche, Basilicata e Toscana
“Dopo mesi di mancate risposte – spiega Bettarelli – alla richiesta di
consentire l’attività venatoria oltre il proprio comune nei periodi di
‘zona arancione’, mentre anche la Regione Toscana ha consentito, tramite
ordinanza, l’attività venatoria in area arancione nell’Atc di residenza
anche per il periodo festivo natalizio, i cacciatori umbri vedranno a breve
la chiusura della stagione. Questo con ovvie ricadute in termini di obiettivi
raggiunti del Piano di prelievo annuale 2020-21, e con il rischio conseguente
di sanzioni alle squadre cinghialiste o di rimborsi economici per danni alle
colture agricole. Emilia Romagna, Marche, Basilicata e Toscana – ricorda Bettarelli hanno disposto da tempo la possibilità di praticare l’attività venatoria anche in zona arancione. I cacciatori umbri stanno ancora aspettando la Commissione annunciata dalla Lega per poter andare a caccia il 26 dicembre. Dopo tutto ciò l’immobilismo di questa amministrazione regionale rischia di costare caro alla nostra Regione, sia in termini di danni che per le tasche dei tanti cittadini umbri che praticano l’attività venatoria”.
“Viste le quote annuali versate dai cacciatori umbri per poter praticare
l’attività annuale – conclude Bettarelli – visto il periodo economicamente complesso che tutto il tessuto sociale sta attraversando e la rilevanza dell’attività venatoria sia in termini di prevenzione ai danni
provocati in agricoltura dalla specie cinghiale che per la pubblica
incolumità, ho deciso di presentare questa interrogazione alla Giunta”.
Lo scontro tra Morroni e Mancini
In una delle ultime sedute del Consiglio regionale l’aula aveva respinto l’istanza presentata da Mancini (Lega) affinché fosse consentito di cacciare nel giorno di Santo Stefano. Una possibile, era stato rilevato, superata dal decreto Natale.
In quell’occasione l’assessore Morroni aveva ricordato di aver effettuato un quesito al prefetto di Perugia per un’eventuale interpretazione estensiva dei divieti, ricevendo una risposta negativa.