Ritirare l’obbligo del tesserino venatorio digitale, tramite l’app “Mira Caccia Umbria” per gli under 65 che praticano la caccia di selezione. E’ quanto ha chiesto formalmente la Libera Caccia dell’Umbria, attraverso l’istanza presentata dal proprio legale, avv. Marzio Vaccari.
Ma dopo l’avvio della stagione della selezione, Libera Caccia riscontra criticità anche nei tesserini cartacei. Problemi pratici, che l’associazione chiede di risolvere celermente. Lasciando comunque la possibilità a tutti i cacciatori che praticano selezione di scegliere ed utilizzare indifferentemente uno dei due canali (cartaceo o telematico), indipendentemente dall’età anagrafica.
“Discriminazione”
Nella lettera dell’avv. Vaccari, si evidenzia la “discriminazione in ragione sia dell’età che della competenza telematica”.

Quanto alle indicazioni contenute nel sito di Punto Zero circa l’utilizzo dell’app, l’avv. Vaccari sottolinea che l’imposizione prevista “lede la Legge 157/1992 nonché tutte le norme regionali in materia venatoria, nessuna delle quali subordina l’esercizio venatorio alla conoscenza dell’informatica né all’utilizzo della App”.
Disparità di accesso
Si rileva, inoltre, che non tutti dispongono di uno smartphone compatibile o funzionante. E “non è corretto presumere che ciascuno possa sostenere i costi di un dispositivo personale, aggiornato e connesso”.
Tutela della privacy e dei dati personali
Scrive l’avv. Vaccari: “L’utilizzo di dispositivi personali per attività istituzionali può comportare il trattamento improprio di dati personali, spesso tramite app o piattaforme che non garantiscono adeguati standard di protezione. Non vi è certezza che attraverso l’app ci si possa introdurre nella memoria del telefono carpendo dati e numeri personali. La crescente quantità d’informazioni sensibili conservate sugli smartphone rende imperativo assicurarsi che ogni azione intrapresa dalle autorità rispetti pienamente i diritti alla privacy degli individui”.

Diritto alla libera scelta dei mezzi tecnologici
Nessuna normativa vigente – si lamenta ancora – impone l’utilizzo di smartphone privati per lo svolgimento di attività pubbliche o istituzionali. “Qualora venga posto in essere un obbligo strumentale, è onere dell’ente impositore fornire ad ognuno le attrezzature necessarie. Non è regolata l’ipotesi di una rottura dello smartphone (ad es. caduta) o smarrimento oppure se si scarica la batteria dello stesso.
Omessa previsione in caso di attività venatoria spesso esercitata in zone non coperte da segnale
Non viene poi data alcuna regolamentazione nel caso in cui il cacciatore stia cacciando in una zona non coperta da segnale che possa impedire l’uso corretto della app., soprattutto in relazione alla circostanza, prevista dalla legge, secondo la quale la registrazione del cacciatore debba avvenire con immediatezza.
Omessa informazione della cacciatore circa il proprio diritto di richiedere l’assistenza legale ove sia richiesto il controllo del cellulare
Prima che gli agenti possano procedere con il controllo del cellulare, devono informare la persona della possibilità di nominare un difensore. “Naturalmente, come da orientamento della Corte di Cassazione – rileva l’avv. Vaccari – senza prove concrete del commesso illecito da parte del cittadino, gli agenti non hanno il potere legale di sequestrare dispositivi personali come smartphone. La sentenza ha altresì evidenziato come gli atti degli agenti debbano sempre rispettare criteri di legalità e proporzionalità; qualora ciò non avvenga, tali attività possono essere considerate arbitrarie. Di conseguenza, il rifiuto da parte del cittadino a consegnare il proprio dispositivo mobile in queste circostanze non può essere configurato come reato”.
Mancata formazione delle Guardie volontarie al controllo della App
“Non è stata mai effettuata una formazione delle guardie volontarie al controllo della app. Non vi sono procedure né linee guida – prosegue l’avv. Vaccari – che possano tutelare il cacciatore e, anche la Guardia Volontaria così che non compia alcun atto improprio”.
I disagi col tesserino cartaceo
Ma anche tra i cacciatori over 65 che hanno potuto utilizzare il tesserino cartaceo non sono mancati i disagi nel primo fine settimana di avvio della selezione al capriolo e al cinghiale.

I tesserini sono stati infatti consegnati il venerdì precedente negli uffici regionali del Broletto. Orari degli uffici pubblici che però, a stretto giro, non erano compatibili con quelli di diversi cacciatori, che quindi non hanno potuto uscire in selezione.
E questo, proprio mentre il presidente dell’Atc2 invitava i cacciatori di selezione ad aumentare gli abbattimenti, per limitare i danni provocati dagli ungulati.
Lo spazio per altri Atc
E’ stato poi rilevato un problema formale sui tesserini cartacei. Barrato, infatti, lo spazio per l’indicazione di ulteriori Atc.
Il tutto, mentre la Consulta si appresta a discutere le modalità di distribuzione del tesserino cartaceo.