Dall’audizione con le associazioni venatorie umbre e le Province di Perugia e Terni sui contenuti del Calendario venatorio 2011-2012, organizzata a Palazzo Cesaroni dalla terza Commissione consiliare, sono emersi dubbi sulla ipotesi di un'unica apertura al 18 settembre. Alla commissione che domani pomeriggio esprimerà il parere obbligatorio sul documento è stato chiesto da più parti di valutare l'ipotesi di tornare alla preapertura come negli anni passati, cercando il più possibile accordi con le regioni confinanti. Rilievi sono stati fatti anche sui carnieri annuali per alcune specie e sulla concomitanza della caccia al cinghiale con la selvaggina migratoria.
Sulla data di apertura unica della caccia in Umbria che nella proposta di Calendario venatorio 2011-2012 dovrebbe scattare domenica 18 settembre, cominciano ad affiorare i dubbi delle stesse associazioni venatorie che quasi unanimemente l'avevano caldeggiata, negli incontri con la stessa Giunta regionale, e che ora appaiono più orientate a ripristinare la doppia apertura.
E' quanto è emerso nella audizione dei rappresentanti delle associazioni e delle due Province di Perugia e Terni, svoltasi questa mattina a Palazzo Cesaroni, su iniziativa della terza Commissione consiliare, presieduta da Massimo Buconi, alla vigilia del voto sul parere obbligatorio, previsto per domani alle 15,00. In apertura dei lavori lo stesso Buconi ha inviato i singoli rappresentanti ad “esprimersi con assoluta chiarezza ed in modo univoco, in modo tale che la posizione delle singole associazioni fosse chiara per i commissari stessi”.
Dai sei gli interventi sui contenuti della proposta di Calendario venatorio2011-2012, fatti alla presenza dell'assessore regionale alla agricoltura e caccia Fernanda Cecchini e di quasi tutti i membri della terza Commissione è emerso una sostanziale richiesta di riproporre la doppia apertura come negli anni passati, con ulteriori aggiustamenti su date, carnieri e specie cacciabili.
Ha aperto gli interventi, a nome della Provincia di Perugia il presidente della terza Commissione Luca Baldelli, illustrando un documento in sette punti che riassume la volontà dell'ente di: “tornare alla preapertura in un giorno festivo della prima metà di settembre; armonizzare il calendario con le Regioni confinanti, spostando la caccia al cinghiale al primo ottobre per evitare rischi legati alla concomitanza della apertura unica; evitarecarnieri annuali per allodole e tortore”. Baldelli ha anche auspicato l'utilizzo di dati umbri sulla consistenza della selvaggina, da contrapporrea quelli dell'istituto nazionale Ispra e la possibilità di una legge regionale che “riduca i margini annuali di discrezionalità sulle scelte del calendario”.
Ritorno alla preapertura anche per Wladimiro Boschi Cavu (Coordinamento associazioni venatorie umbre), “da individuare in un giorno della prima decade di settembre su tutte le specie cacciabili, con accordi con le Regioni confinanti sulle date di apertura e di chiusura, e con la possibilità per i cacciatori umbri migratoristi di poter cacciare in tutti gli Atc regionali”.
Per Giulio Piccioni (Federcaccia regionale) “Prioritari su tutto devono essere gli accordi con le Regioni confinanti, anche ripristinando la preapertura al primo giorno utile a tortora ed altre specie consentite. La Regione studi una deroga per la caccia al tordo dal primo giorno utile”. Stefano Tacconi (Libera Caccia) “All'origine di tutti i problemi c'è la mancata firma di un documento nazionale che avrebbe portato in tutta Italia ad una apertura generale fra il 1 e il 10 settembre. Al momento la Regione può solo aprire alla prima domenica di settembre a tutte le specie cacciabili. Se questo non fosse possibile, dica quali specie non possono essere cacciate e comunque fissi l'apertura alla tortora al primo settembre. Come Libera caccia presenteremo una proposta di legge regionale per la caccia in deroga a fringuello, peppola e frosone, sulla base della esperienza di alcune Regioni del nord che di fatto ci sono riuscite facendo valere i dati sulla consistenza delle specie, forniti dall'Ispra nel 2005”. Anche Francesco Ragni (Enalcaccia) si è espresso per l'apertura a tutte le specie cacciabili dalla prima domenica di settembre, precisando però che “non può limitarsi alla sola tortora e che vengano rivisti i carnieri annuali per quaglia, allodole e tortora”.
Priorità di accordi con le Regioni confinanti sulle date di apertura è stata posta in ultimo dall'assessore provinciale di Terni Filippo Beco che si è comunque dichiarato contrario ad un'apertura unica, in contemporanea con il cinghiale, che “sarebbe troppo invasiva se mischiata con quella alla tortora. Meglio cacciare il cinghiale dal primo novembre: una scelta che negli ultimi anni, unitamente alle selezioni mirate fatte fuori periodo in collaborazione con le squadre, ha consentito nel territorio della Provincia di Terni di ridurre i danni da rimborsare all'agricoltura del 400 per cento,passando da una spesa di 738mila del 2009 ai 178mila di quest'anno”.