La Giunta regionale ha preadottato la proposta di Piano faunistico venatorio, passaggio fondamentale per evitare i ricorsi degli ambientalisti sul nuova Calendario venatorio, come è invece avvenuto nella tribolata stagione 2018-19.
L’assessore Fernanda Cecchini ha convocato nella sede del suo Assessorato la consulta faunistico venatoria, con l’obiettivo di illustrare il Piano ed avviare la discussione sul calendario venatorio 2019-20.
“Il Piano faunistico venatorio 2019-2023 nel giro di pochi mesi ci porterà ad avere un nuovo e aggiornato punto di riferimento per coordinare e armonizzare tutti gli interventi di gestione e pianificazione che riguardano la fauna selvatica presente sul territorio regionale – ha affermato l’assessore – Il processo di approvazione che si avvia a conclusione – ha aggiunto – è cominciato nel 2015, innestandosi in un percorso di riordino delle funzioni tornate in capo alla Regione dopo la riforma delle Province. Ha comportato perciò la necessità di una rivalutazione, con un lavoro complesso che ha tenuto conto dei due Piani faunistici provinciali, portandoli a sintesi e fusione in un unico Piano, con gli obiettivi prioritari della tutela e della gestione della fauna sia di interesse naturalistico che venatorio”.
Cosa è confermato e le novità
“Vengono confermati i contenuti del precedente Piano, ritenuti ancora validi ed efficaci – rileva l’assessore – e si procede a un aggiornamento legato alle modifiche delle legislazione regionale e nazionale e all’ampliamento delle basi conoscitive sullo stato della fauna selvatica e degli habitat, sugli effetti e risultati della pratica venatoria. Il Piano contiene infatti una analisi della situazione faunistica, degli ambiti protetti e della loro classificazione, aggiornata al 31 dicembre 2018, acquisita con studi diretti e monitoraggi attraverso l’Osservatorio faunistico regionale e con il contributo scientifico di varie Università, che costituisce la base per l’ottimale pianificazione faunistica venatoria”.
“Per il perseguimento degli obiettivi del Piano – prosegue – sono previste anche nuove forme di gestione del territorio con il coinvolgimento maggiore degli Atc, gli Ambiti territoriali di caccia, così come il coinvolgimento e il coordinamento di tutte le forze presenti nella collettività regionale, sia di quelle istituzionali che del mondo scientifico sia dei soggetti fruitori, con particolare riferimento all’associazionismo venatorio e ambientalista, il cui ruolo e le potenzialità vengono promossi e valorizzati per quanto riguarda il contributo alla programmazione, la promozione della corretta pratica venatoria, la collaborazione nella raccolta di dati faunistici e nella vigilanza sul territorio”.
“Di grande importanza – aggiunge l’assessore – è il poter disporre anche di un quadro aggiornato della situazione ambientale del territorio umbro con l’acquisizione delle nuove cartografie della Reru, la Rete ecologica della Regione Umbria, in base al quale è stato introdotto nel nuovo Piano uno studio sulla vocazione e l’idoneità nel territorio delle varie specie”.
La novità: cacciatori “a scuola”, lupi e cinghiali
“Nel Piano – dice ancora l’assessore Cecchini – sono stati aggiunti anche alcuni capitoli integrativi. Riguardano la formazione e aggiornamento, poiché avvertiamo con forza la necessità di diffondere una più approfondita conoscenza dei fondamenti tecnico-scientifici che stanno alla base di una moderna gestione faunistico-venatoria, poiché cacciatori formati e motivati possono essere determinanti per il conseguimento degli obiettivi della legge, la filiera della selvaggina, linee guida per il controllo della fauna selvatica critica e inoltre indirizzi per l’elaborazione dei calendari venatori”.
Il Piano, dopo la definizione degli obiettivi, dei soggetti attuatori e del loro ruolo, delle funzioni dell’Osservatorio faunistico regionale, prende in esame lo status delle conoscenze sulla fauna selvatica con vari approfondimenti fra cui quelli dei monitoraggi su lupo, cervidi e cinghiale, i criteri generali di riferimento per le destinazioni d’uso del territorio, la costituzione e gestione degli ambiti territoriali, i centri di recupero della fauna selvatica, gli interventi di miglioramento ambientale, le pratiche agricole volte alla tutela e all’incremento della fauna. E, inoltre, i principi generali per i ripopolamenti, la prevenzione e il controllo dei danni provocati dalla fauna selvatica e interventi di controllo degli squilibri faunistici, le specie di fauna autoctona oggetto di particolare tutela e di interesse venatorio, la filiera delle selvaggina, le carte della vocazione faunistica, indirizzi per la elaborazione dei calendari venatori, formazione e aggiornamento.
I prossimi passaggi e dove trovare “le carte”
Completano il Piano il Rapporto ambientale, la Valutazione di incidenza ambientale e la Sintesi non tecnica. Sul Piano faunistico sarà avviata ora la consultazione del pubblico ai fini della Vas, la Valutazione ambientale strategica, come stabilito dalla normativa europea. Il Piano e i documenti allegati saranno pubblicati in un’edizione straordinaria del Bur, il Bollettino ufficiale della Regione Umbria, venerdì 15 marzo, data dalla quale decorreranno i 60 giorni di tempo in cui potranno essere presentate osservazioni. Saranno inoltre disponibili in forma cartacea presso il Servizio regionale Programmazione faunistica venatoria e sul sito istituzionale www.regione.umbria.it.
Tutti i documenti saranno pubblicati sul Bur il 15 marzo e anche sul sito web della Regione (canale tematico Turismo, Sport, Caccia e Pesca), con le indicazioni sulle modalità di presentazione delle osservazioni.