Bene la scelta della Regione di pagare con propri fondi i danni aggiuntivi provocati dai cinghiali all’agricoltura nell’anno della pandemia in cui si è cacciato di meno. Ma la Lega tiene ancora sotto tiro gli Atc 1 e 3. E accanto a Valerio Mancini, responsabile del dipartimento Caccia della Lega in Umbria, c’è anche il capogruppo regionale e Stefano Pastorelli. Una scelta per la quale si riconosce il lavoro dell’assessore di Forza Italia Roberto Morroni, con cui la Lega, sulla materia della caccia, aveva rischiato di entrare in rotta di collisione.
“L’ATC 1 – ricordano i due consiglieri regionali – ha approvato tardivamente il bilancio e l’ATC 3 dovrà provvedere all’approvazione entro i prossimi trenta giorni. Questo testimonia il forte malessere dei membri dei comitati. Gli ATC erano pronti a vessare con ulteriori balzelli i cinghialisti per risarcire gli agricoltori – rilevano i consiglieri della Lega -. E’ vergognoso che ci sia ancora chi considera i cacciatori, che già versano cospicui contributi per poter praticare l’attività venatoria e che peraltro non sono in alcun modo responsabili dei danni dei cinghiali, come dei bancomat”.
Il provvedimento della Regione Umbria, che destinerà agli ATC ulteriori fondi, “consentirà di tutelare – commentano Mancini e Pastorelli – sia gli agricoltori, che sempre più spesso si trovano a dover fare i conti con danni da fauna selvatica che vanificano mesi di lavoro, sia le squadre di caccia al cinghiale, che a causa della pandemia non hanno potuto procedere con i regolari abbattimenti”.
Per Mancini e Pastorelli si tratta di “una decisione di buonsenso che sopperisce all’inefficienza dei vertici ATC. Il fatto che la Regione abbia provveduto in maniera straordinaria a coprire le spese, dando seguito alle richieste della Lega e delle associazioni venatorie, risolve la problematica finanziaria – concludono i consiglieri regionali – ma permangono evidenti criticità gestionali in capo agli ATC, come la questione delle ZRC e delle ART, la cui produttività è insufficiente, che devono essere dipanate quanto prima
attuando un non più rimandabile cambio ai vertici”.