A guardare i messaggi che circolano sui social, non si capisce più chi è che imbraccia il fucile e chi no. A pochi giorni dall’apertura della stagione venatoria è “guerra” tra ambientalisti e cacciatori. Il Wwf ha vinto una battaglia importante, con la sospensione ottenuta dal Tar per salvare daini e caprioli e, con loro, pennuti come tortore e colombacci. E in attesa del 6 settembre (data in cui è fissata l’udienza per discutere l’istanza cautelare avanzata dalla Regione presso il Consiglio di Stato), gli ambientalisti si preparano ad aumentare i controlli per quando le doppiette inizieranno a fare fuoco. I toni sono da guerra civile: “Il Wwf di Perugia, in vista di un superlavoro sull’intero territorio regionale, al fine di rafforzare i controlli sul territorio, oltre alle guardie in servizio, invita il Coordinamento regionale a chiamare tutti i ‘riservisti’ disponibili, affinché si possano quintuplicare i controlli e segnalare eventuali illeciti o reati”.
I costi per la maggiore disponibilità di guardie in servizio nei giorni 2 e 9 settembre (quelli della contestata pre-apertura anticipata)? Semplice, li pagano bracconieri, cacciatori irregolari e “altri personaggi filovenatori” che si sono beccati una querela dal Wwf per insulti e offese. “Quale migliore impiego di questi fondi liberi…” il commento beffardo.
Ma soprattutto, nel mirino del Wwf (in senso figurato, per carità) ci sono gli uffici regionali del Broletto, per vedere se l’assessore Cecchini tirerà fuori una delibera da proporre in Giunta per far tornare ad essere legittime le pre-aperture del 2 e del 9 settembre e consentire dunque ai cacciatori di aprire il fuoco (stavolta con piombo vero).
Delibera che invece i cacciatori attendono, ma che potrebbe arrivare proprio a ridosso della scadenza del 2 settembre. Nel frattempo, tutti a chiedere alle proprie associazioni venatorie cosa devono fare il 2 settembre, se oleare i fucili o prepararsi per accompagnare mogli e fidanzate da Ikea. “Si spara, si spara” è la risposta che arriva a mezza bocca dai responsabili di molte associazioni venatorie. Che però attendono il via libera formale dalla Regione.
E tra le associazioni venatorie, giusto perché la situazione non era sufficientemente tesa, si è aperta anche la guerra del tesseramento. A Federcaccia non è piaciuta la promozione ideata dalla Libera Caccia: una tessera gratuita ogni 5. La replica è stata pacata, perché con gli ambientalisti così agguerriti, non è opportuno aprire anche un fronte interno. Dalla Libera Caccia si sono limitati infatti a far notare che, con i propri soldi, ogni associazione fa la politica che vuole. Perché il “nemico” è altrove. E di “amici” su cui contare, i cacciatori umbri, di questi tempi ne vedono ben pochi. Insomma, i tempi in cui faceva comodo farsi vedere con i cacciatori (e non solo per spuntare qualche cena a base di cacciagione) sembrano lontani. E regna il caos. Tanto che il presidente umbro della Libera Caccia, Lando Loretoni, commenta: “Ma siamo su Scherzi a parte?!”.
Loretoni elenca le tante anomalie e contraddizioni in questo territorio. A cominciare dalla stesura del calendario venatorio regionale. “La Anlc – ricorda – aveva presentato la scorsa primavera uno studio dettagliato in cui si dimostrava, tra le altre cose, l’opportunità di cacciare specie dannose per l’agricoltura, come piccione selvatico, tortora dal collare e storno. Istanza che non è stata accolta, mentre ci sono cacciatori che, ottenute le autorizzazioni per abbattere animali a protezione dei campi coltivati, sparano a queste specie già da un mese”.
Altro capitolo, quello della caccia al cinghiale. Negli Ambiti territoriali di caccia (Atc) n. 1 e 3 sono state aumentate le quote dei componenti delle squadre dei cinghialai, sempre in relazione ai danni arrecati all’agricoltura. Nell’Atc n. 2 questo non è avvenuto. E allora, forse è il caso che venga rivisto complessivamente il regolamento in materia e non si vada più avanti “per strappi e tentativi”.
E poi c’è la grave questione, sollevata proprio dalla Libera Caccia e portata dal suo legale, l’avvocato Marzio Vaccari, formalmente all’attenzione delle Istituzioni, della legittimità del titolo di molte guardie ambientali del Wwf in Umbria ad effettuare controlli ai cacciatori. “Abbiamo scoperto – afferma a questo proposito Loretoni – che da anni in Umbria effettuano controlli ai cacciatori personaggi che non ne hanno titolo. Le Istituzioni lo confermano, ma poi non assumono le conseguenti determinazioni. E la Provincia continua ad incassare i soldi di multe che queste persone sembrerebbero non essere legittimate a comminare. La stessa Provincia – evidenzia Loretoni – che rilascia i titoli e che quindi sa bene chi ne è in possesso e chi no”. Tanto che Anlc, in caso di controllo, invita i cacciatori a farsi mostrare il decreto che autorizza la guardia e, in caso di rifiuto di questa, a chiamare le forze dell’ordine.
Fino ad arrivare alle ultime vicende, legate alle pre-aperture, tra carte bollate e minacce incrociate tra cacciatori e ambientalisti. “Ad oggi, nessuna nuova e ulteriore delibera da parte dell’assessore Cecchini” tengono il conto gli ambientalisti del Wwf ad ogni giorno che passa fino alla fatidica data del 2 settembre.
“Questa vicenda – afferma invece Loretoni – dimostra che stiamo davvero su Scherzi a parte. Un calendario venatorio che da anni viene approvato con le stesse metodologie, quest’anno trova un parziale stop dal Tar dell’Umbria. Con la conseguenza di generare incertezze tra i cacciatori, almeno sino all’intervento, che auspichiamo definitivo e chiarificatorio, da parte della Regione. Cacciatori che sono anche intimoriti dalle minacce, fuori luogo e provocatorie – denuncia in ultimo Loretoni – da parte di alcuni appartenenti ad associazioni ambientaliste”.
Per andare a caccia, di questi tempi, più che di un bravo cane e di un fucile, occorre disporre di un buon avvocato.